Italia: Paese di santi, poeti e murales
Paese di santi, poeti e murales. l’Italia è colma di borghi che oltre a conservare patrimoni naturali e artistici, sono raccontati da murales che ne rievocano la storia con immagini di vita quotidiana, decorazioni nate semplicemente per aggiungere arte a luoghi già di per sé suggestivi, altri che hanno origine con le proteste degli anni 70.
Nel ricordo di Pinocchio
Dipinti dall’affetto, sono i murales di Vernante, comune del cuneese che può già vantare le bellezze naturali del Parco naturale delle Alpi Marittime.
Qui visse gli ultimi dieci anni della sua vita, il celebre pittore e fumettista Attilio Mussino, che tra il 1908 al 1911 realizzò le illustrazioni del romanzo di Carlo Collodi “Le Avventure di Pinocchio. Storia di un burattino“, l’edizione in assoluto più venduta e ristampata.
Per mano degli artisti locali Bruno “Carlet” Carletto e Bartolomeo “Meo” Cavallara, dal 1954 le avventure del burattino più famoso del mondo rivivono in oltre 150 murales, dipinti che impreziosiscono le strade di questo centro occitano.
Dozza: Biennale del Muro Dipinto
Tra i borghi più caratteristici dell’Appennino tosco-emiliano è Dozza, il comune a 6km da Imola circondato dalle mura, che insieme all’imperiosa rocca, furono dono di Caterina Sforza a fine del XV secolo.
Dal 1965 è la quattro giorni della Biennale del Muro Dipinto che ne fa un polo d’attrazione per artisti provenienti da ogni parte del mondo, negli anni rivestendo il paese di opere murali per un esplosione di colori che gli conferiscono un aspetto unico.
Diamante e Nani Razetti
Già famosa per essere capitale italiana del peperoncino, Diamante si è colorata per desiderio del pittore Nani Razetti, scomparso il 20 ottobre del 2013 e che nel 1981, convinse l’allora sindaco Evasio Pascale a cambiare volto al paese.
Diamantese d’adozione, oltre alle sue opere portò oltre 80 artisti da tutto il mondo per realizzare murales che ripercorressero la storia del centro calabrese.
Calcio: Narrano i muri
Paesi dipinti, a volte così diventati per diretta volontà delle amministrazioni locali come nel caso di Calcio, che nel 1995 diede vita a “Narrano i Muri“.
Un’iniziativa che negli anni ha visto la partecipazione di artisti di fama internazionale e provenienti da Accademie di Belle Arti di tutta Europa, facendo del centro storico di questo comune bergamasco, una galleria d’arte.
Gli itinerari artistici nel Parco Nazionale delle Cinque Terre
I dipinti di Riomaggiore, La Spezia, realizzati dal pittore e scultore argentino Silvio Benedetto, che dal 1999 è stato protagonista del progetto “Gli itinerari artistici nel Parco Nazionale delle Cinque Terre“, murales che vanno a formare un percorso turistico rappresentando la vita della città ligure.
Murales: Dal Messico alla Sardegna
Il muralismo ha origine nei primi anni del 900 in Messico, quando – raccogliendo la tradizione antecedente la conquista spagnola di realizzare grandi dipinti sulle pareti degli edifici – durante la rivoluzione del 1910 contro la dittatura del Generale Diaz, gli artisti cominciarono a realizzare murales per sfruttarne la comunicazione immediata e la forza d’impatto visiva.
I suoi maggiori esponenti furono José Orozco, David Siqueiros, Rufino Tamayo e Diego Rivera, autori di murales che raffiguravano temi vicini alle problematiche della gente, la libertà, la giustizia sociale, gli ideali della rivoluzione, la storia e la cultura dell’America Latina.
Particolarmente rilevante è il legame con il muralismo in Sardegna, una storia che ha inizio nel 1968, con la prima opera che appare a San Sperate e a realizzarla è Giuseppe “Pinuccio” Sciola, celebre scultore e padre delle pietre sonore che di fatto, darà vita ad un’intensa attività artistica che vedrà protagonisti altri importanti pittori locali come Angelo Pilloni e il surrealista Raffaele Muscas.
Una vera e propria mostra a cielo aperto con oltre 300 murales che raccontano la storia sarda e denunciano la bruttura della guerra, delle dittature e il sopruso alla base della povertà, è Orgosolo, il paese in provincia di Nuoro nel quale si trasferì nel 1964 il senese Francesco Del Casino, rimasto affascinato dal primo lungometraggio del regista Vittorio De Seta, “Banditi a Orgosolo” del 1961.
Ingiustamente rimasto ai margini nella critica sull’arte contemporanea, dal 1975 l’artista toscano trasformerà i vicoli di Orgosolo narrando fatti di cronaca, politica, momenti di vita quotidiana, murales che con uno stile inconfondibile e lontano dalle regole accademiche, hanno reso celebre il paese barbaricino.
Rientrato a Siena nel 1985, l’autore della maggior parte delle opere presenti a Orgosolo, a ottobre 2016 torna dai suoi murales per donar loro nuova vita, restaurando i più danneggiati e realizzandone di nuovi, tra i quali, un omaggio a Pinuccio Sciola scomparso a primavera dello stesso anno.
Nel 1976 è la volta di un comune della neo-provincia Sud Sardegna, Villamar, dove sorgeranno opere espressione di un muralismo “da prima linea”, grazie ad artisti come Antioco Cotza e Antonio Sanna, in quel periodo ospitanti due artisti cileni, Uriel Parvex e Alan Joffré.
Come in Messico, anche in Cile il muralismo si era sviluppato grazie a gruppi come le Brigadas Ramona Parra , che nei primi anni 70 ne fecero una forma di propaganda politica in favore di Salvador Allende, per poi trasformarsi in espressione di protesta contro l’avvento di Pinochet, salito al potere con il golpe del 73.
Parvex e Joffré raggiunsero quindi l’Italia come esuli politici e come volti principali della Brigata Muralista Salvador Allende, giocarono un ruolo chiave per l’espansione del muralismo, trovando quasi contemporaneamente nella vicina Serramanna, un’altra città che scriverà la storia di questa corrente artistica.
Ferdinando Medda, Adriano e Nello Putzolu che insieme a Luciano Lixi e Giuseppe Oliva costituirono il “Gruppo Artistico di Serramanna” creando un vero e proprio movimento, che si tradusse in murales di grandi dimensioni, trasmettendo chiari messaggi di protesta politica che fecero il giro d’Europa.
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