Carne in laboratorio per salvare il Pianeta
Winston Churchill aveva visto lungo, quando nel 1931 sulla rivista letteraria Strand Magazine, predisse che avremmo sviluppato mezzi con i quali creare parti animali per «sfuggire dall’assurdità di allevare un pollo intero, per mangiarne il petto o l’ala»
Il tempo sembra davvero arrivato e ad annunciarlo è la Memphis Meats, leader mondiale per la produzione di carne tramite cellule staminali.
Già nel 2008 l’organizzazione americana People for the Ethical Treatment of Animals aveva messo in palio un milione di dollari per il laboratorio che per primo fosse riuscito a portare nei supermercati carne in provetta.
Il primo hamburger nato in laboratorio, è stato presentato nel 2013 dallo scienziato Mark Post. Le cellule furono estratte dai muscoli del collo dell’animale, attraverso una procedura del tutto simile a una biopsia e oggi il Prof. Post, ha annunciato che il costo dell’hamburger che al tempo era di 250 mila euro, oggi è sceso a 50 al chilo.
La scienza quindi è evidente che continui percorrere questa strada e la Memphis Meats di San Francisco, sta infatti sviluppando un modo per produrre ogni tipo di carne, dal manzo al pesce, e ha già presentato il primo pollo fritto “artificiale“.
S.O.S. lanciato dalla Terra
Nonostante i tester assicurino la totale somiglianza di sapore con “l’originale”, qualcuno storcerà il naso, il fatto è che a chiedere che si compia un passo del genere sembra essere il pianeta.
Secondo una relazione delle Nazioni Unite, presentata nel 2012, entro i prossimi 30 anni la produzione alimentare dovrà superare le 450 tonnellate annue, quasi il doppio di quanto avviene oggi.
Questo perché entro il 2050, la popolazione mondiale dovrebbe essere composta da circa 9 miliardi di individui e considerando che attualmente, per pascoli e campagna utilizziamo più di 32 milioni di chilometri quadrati, si rendono necessarie soluzioni che vadano a risolvere l’immane spreco di cibo, l’abuso di acqua e l’inquinamento.
Stando alla relazione dell’ONU, la carne e i prodotti lattiero-caseari rappresentano il 70% del consumo globale di acqua e il 19% delle emissioni di gas effetto serra.
Dalle analisi invece, sembra emergere che la produzione di carne in vitro, farebbe risparmiare notevolmente i consumi e abbassare i livelli d’inquinamento.
Dalla Memphis Meats fanno inoltre sapere che lo studio, si prefigge di produrre cibo arginando o eliminando del tutto i rischi per salute che, stando alle moderne ricerche, sono legati ad un eccessivo consumo di carne.
Non resta che attendere l’evoluzione, ben sapendo che gli allevamenti saranno comunque necessari e che quindi, qualcosa dovrà cambiare tanto nella riproduzione, quanto nel mantenimento degli animali, controllando perché sia garantita alle bestie, una dignità ancora assente o non del tutto certificata nell’attuale sistema industriale.
Non per ultimo, sperare che eventuali effetti negativi della “nuova carne”, non giungano alle cronache dopo decenni.
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