Sud Sound System, la megghiu medicina
Negli anni 50 nei ghetti giamaicani di Kingston, iniziarono a girare nelle strade personaggi, che armati d’impianti musicali giganteschi e sempre più potenti, diffondevano musica dando poi vita al ‘toasting’, l’improvvisazione su versioni strumentali cui seguirono i ‘soundclash’, gare dove ci si giocava tanto la faccia, quanto dischi e l’intero impianto.
Nascevano i Sound System, con autentiche leggende reggae e dance hall del calibro di U Roy, Big Youth, Trinity…
Erano invece gli anni delle posse, quando lontano dalla Giamaica e all’ombra di ulivi millenari che per meraviglia son pari a monumenti, Don Rico, GGD e Papa Gianni iniziarono a far girare vinili sui piatti delle console. Poco più tardi si uniranno a loro Terron Fabio e Nandu Popu, diventeranno i Sud Sound System, tra le più longeve e potenti realtà musicali italiane e non solo.
Salentini nel cuore compongono rigorosamente in dialetto e questo non impedisce loro di raggiungere un pubblico sempre più vasto, oltrepassando anche i confini nazionali.
La comunicazione è diretta e viva, tanto che dove non arriva la conoscenza o la comprensione della lingua, arrivano l’energia emotiva ed i ritmi a far da interpreti.
Al toasting su basi strumentali si affianca musica originale e i temi affrontati sono la politica, l’attualità, le realtà sociali, un meridione troppo spesso dimenticato ed il sentimento da loro espresso è quello di una terra e della sua gente che reagisce agli stereotipi, alla povertà, alla violenza e che rivendica orgogliosamente le proprie radici e tradizioni.
A differenza di tanti, non è la rabbia a veicolare il messaggio, bensì la stessa vitalità che ha sempre caratterizzato la lotta contro le iniquità del reggae giamaicano e quella vitalità che i Sud Sound System riversano nei live, saltando, cantando, invitando a ballare.
Il sound corre sempre con le uscite d’oltreoceano, eppure il marchio resta e la musica è tutt’altro che qualcosa di già ascoltato. Lo stesso accade per liriche, con il dialetto che rimbalza sui ritmi sincopati del reggae, della dance hall o del raggamuffin. E’ persino difficile riconoscer loro la capacità di adattamento o se è il salentino ad esser così vicino al patois giamaicano.
Lu Salentu Brucia
Già conosciuti nel circuito dei centri sociali, sono “Fuecu” e “T’asciuta Bona“, contenuti nel 12” uscito nel 91, i primi due brani con i quali i Sud Sound System si affacciano ufficialmente sul panorama musicale italiano e immediate furono le collaborazioni con personaggi come Mad Professor, Linton Kwesi Johnson, mostro sacro della Dub Poetry.
Il primo album ufficiale fu ‘Comu na petra’ del 96 e per tracce come ‘Radici della violenza’, ‘Erba Erba’ e lo stesso brano che dava nome al disco, sarà un un successo e le canzoni entreranno a far parte dei classici del gruppo. In ‘Afro Ragga Taranta Jazz’, altro brano contenuto dell’album, è forse il primo dove oltre al dialetto, la tradizione musicale salentina si miscela con le sonorità giamaicane, fusione che si ripeterà in futuro.
‘Reggae Party’ e ‘Musica Musica’ usciti rispettivamente nel ’99 e 2001 sono una positiva continuazione del primo lavoro, ma è nel 2003, con l’uscita di ‘Lontano’, che la band salentina compie un ulteriore salto in avanti, legittimando i precedenti successi. Molte infatti sono le canzoni rilevanti, tra le quali di certo spicca ‘Le radici ca tieni’, tirato e potente richiamo all’orgoglio delle proprie origini, come base per il rispetto verso le altrui culture.
“Siamo salentini, cittadini del mondo
radicati ai Messapi, con Greci e Bizantini
uniti in questo stile con i giamaicani
[…]
la vera cultura è saper vivere,
essere coriaceo ma sempre sensibile
anche se la vita è dura, è meglio saper amare
persino quando ti sembra impossibile
[…]
In questo mondo, in cui non ha più un valore
chi parla un’altra lingua o è di un altro colore
Con ‘La Gente Povera’, che vede Trebble alla voce, la denuncia è tanto semplice quanto diretta.
C’é povera gente che di fame ancora muore
e i governi si siedono solo per parlare
e se poi in giro c’è qualche ribellione
ti dicono che ti metti contro la nazione
[…]
Quando il peggio deve arrivare
il povero è il primo a subire
e allora si siedono per decidere
qual’è il pezzo di terra da dividere
e non importa se alla gente basta per vivere
[…]
il petrolio il povero non lo vive,
e neanche l’oro può mangiare,
così decidono che una guerra si può fare
e convincono la gente che non si poteva evitare.
I Sud Sound System realizzano ancora canzoni come la splendida ‘Notte e Giurnu’, basata sulla versione strumentale di Crazy Baldhead di Bob Marley ed ancora ‘Sempre Ui’, ‘Lu Salentu Brucia’ o ‘Me Basta Lu Sule’, ‘Acqua Pe Sta Terra’, contenuta nell’omonimo album uscito nel 2005. Autentiche hit a cui faranno seguito altri successi, arrivando a giugno 2016, quando dopo 25 anni di attività, si esibiscono per la prima volta a Kingston e nella stessa estate, pubblicano ‘Internationally’, album dalle forti sonorità ska in cui i salentini sono affiancati dal giamaicano Richie Stephens.
Pochi mesi più tardi, giornalisti e docenti dell’Università del Salento, della Sapienza di Roma e la Bocconi di Milano, inseriscono i Sud Sound System tra le 100 eccellenze italiane e vengono premiati a Montecitorio.
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