...

Mango: origini e proprietà d’un frutto dalle mille virtù

 
Il mango, esotico frutto dalla succosa dolce-acidula polpa dorata, è sopraffino componente per la creazione di prelibatezze zuccherine e salate, ma alla fresca bontà e versatilità, unisce numerose virtù in grado di apportare positivi effetti all’organismo umano, dunque entrando a far parte di quegli alimenti indicati per favorire il benessere generale, motivo principale dell’ampia diffusione, nel tempo conseguita anche in occidente, tanto che nel 2017, il volume di produzione globale è andato ben oltre le 40 milioni di tonnellate, registrando da inizio III millennio un aumento del 104,9%, una crescita costante che gli ha permesso agguantare la medaglia d’oro in popolarità tra i frutti tropicali, superando in ordine ananas, papaya e avocado.

Il mango, esotico frutto al centro di leggende e spiritualità, alla bontà e versatilità della dolce-acidula polpa dorata, unisce numerose proprietà dal positivo effetto sulla salute. (https://terzopianeta.info)

Il mango, nome derivante dal tamil mān-kāy, ha origine nelle zone dell’Asia meridionale ed è albero eletto a simbolo di Stato dal Bangladesh, nonché frutto nazionale di India, Pakistan e non ufficialmente, delle Filippine, dove rappresenta il terzo più importante raccolto fruttifero del Paese, in particolare la varietà Manila Super Mango, comunemente detta Manggang Kalabaw e considerata tra le migliori disponibili sul pianeta. Conosciuto nel suddetto continente sin dal IV secolo a.C. — sebbene fonti archeologiche ne facciano risalire l’esistenza ad almeno 5000 anni fa — il mango cominciò a diffondersi fin a diventar frutto disponibile in tutte le stagioni dell’anno, giungendo dapprima in territorio cinese nel VII secolo, dopodiché in Africa, nel X secolo e a metà del 400 in Europa, grazie a trasporto portoghese, artefice altresì, circa due secoli più tardi, dell’esportazione dei suoi semi nell’America del Sud e successivo arrivo negli Stati Uniti, dove le prime piantagioni apparvero in Florida all’alba dell’Ottocento, trovando tuttavia riscontro a livello commerciale, soltanto a partire dagli anni ’70 del Novecento. 

Esponente del genere Mangifera, appartiene alla famiglia delle Anacardiaceae, la stessa comprendente rhus, pistacchio e come suggerisce il nome, l’anacardio — sono piante angiosperme (più evolute, con fiore vero e seme protetto) dicotiledoni (piante a fiore il cui embrione, all’interno del seme, è costituito da due cotiledoni, ovvero foglie embrionali carnose con struttura semplificata e funzione di nutrimento); l’albero che ne produce i frutti, talvolta ultracentenario, di corteccia ramosa e ruvida, e la cui altezza può arrivare ai 40 metri, è un sempreverde dal fogliame lucido ed appuntito, con chiara nervatura centrale e secondo l’età, di colore mutevole, passando dall’arancio al rosa, dal vinaccia fino al verde scuro andando più in là negli anni. 

Il mango custodisce un seme di notevoli dimensioni, lo stesso nocciolo, legato alla polpa da numerosi filamenti, ha forma ovale e può arrivare fino agli 8 cm di lunghezza, per un peso complessivo che va dai tre etti ai due chilogrammi; lo avvolge una buccia che può avere numerose sfumature sullo stesso frutto, oppure passare dal verde pallido al giallo e dall’arancio al rosso, per innumerevoli varietà disponibili; i fiori, profumatissimi, sono giallognoli o bianco-rosati, ma non tutte le varietà producono frutti.

 

Il Mango tra leggenda e spiritualità

In India, l’importanza nazionale del mango lo rende emblema di prosperità, amore perenne e fertilità, radicando la leggendaria convinzione che gli dei giudicassero il caldo estivo in maniera direttamente proporzionale alla dolcezza di un frutto, nell’induismo elevato a cibo divino in rappresentanza della saggezza e le foglie considerate dei veri portafortuna, divenendo per questo significative protagoniste di rituali ed utilizzate pertanto, anche come decorazioni festive sugli ingressi delle abitazioni, in occasione di celebrazioni religiose o durante le unioni matrimoni in segno di buon auspicio. 

Anche la tessitura in stile indiano si privilegia del propiziatorio ricamo che richiama la forme del frutto.

I Veda, ossia gli antichissimi testi sacri in sanscrito dei popoli arii (popolo nomade indoeuropeo di gruppo indoiranico che nel XX secolo invase il Subcontinente indiano) custodiscono il racconto, legato al Tempio Palani, della disarmonia che l’oriental perla, generò tra Gaṇeśa e Skanda, primo e secondo erede di Śiva e Pārvati. Leggenda narra che l’illuminato Nārada, affidò a loro padre un mango benedetto e custode della conoscenza. Egli avrebbe a sua volta voluto farne dono ai figli, ma non potendo dividerlo in due parti per non ridurne i poteri, organizzò un duello: tre giri del mondo da compiere nel minor tempo possibile. Senza perder un istante, Skanda saltò sul dorso del suo pavone divino e s’avviò al tragitto, mentre Gaṇeśa, considerando i genitori come il proprio cosmo, si limitò ad orbitare intorno a loro, esprimendo in tal modo estrema saggezza, di conseguenza metaforizzata sul frutto.

Ancora oggi, la divinità Gaṇeśa viene rappresentata con un mango maturo fra le mani. 

Il mango, esotico frutto al centro di leggende e spiritualità, alla bontà e versatilità della dolce-acidula polpa dorata, unisce numerose proprietà dal positivo effetto sulla salute. (https://terzopianeta.info)

Altra storia della tradizione indiana, riferisce l’episodio in cui un maga, gelosa dell’amore provato dal re della Terra nei confronti di Sūrya Bai, figlia del dio del Sole, gettò la giovane principessa in acqua e nel punto in cui il re si convinse esser precipitata, d’improvviso sbocciò un magnifico fiore di loto a consolarne il dolore. La maga però, ossessionata, lo incendiò all’istante, ma ignorava che dalle ceneri sarebbe presto nato e cresciuto uno splendido albero dai dorati frutti, i manghi, ed a maturazione avvenuta, uno di essi cadde e non appena toccò il suolo, si trasformò riportando in la principessa, la quale poté finalmente sposare il re.

L’albero del mango, insieme a cipressi, bossi, aranci ed altre varietà di piante, è significativa presenza vegetativa nei giardini Mughal, incantevoli luoghi di delizia e gioia, allegoricamente legati al paradiso, secondo la concezione coranica dello stesso e la visione architettonica islamica, durante il dominio della dinastia indiana Moghul, regnante dal 1526 al 1858, periodo in cui sorsero anche monumenti come il Forte Rosso e la Masjid-i Jahān-Numā, «Moschea che rispecchia il Mondo» di Delhi, nonché il mirabile mausoleo Taj Mahal situato ad Agra, patrimonio UNESCO e tra le nuove sette meraviglie del mondo, fatto erigere nel 1632 dall’imperatore Shah Jahan in memoria della defunta moglie Arjumand Banu Begum. Costruiti su tracciati rettilinei gli stessi si ritrovano all’interno di aree naturali affiancati da stagni e fontane, nella rilassante globalità di sfumature cromatiche che saturano sguardo ed animo. Di regolare forma, il giardino islamico è suddiviso da due canali perpendicolari in quattro zone, ad indicare le quattro parti del mondo, la cui intersezione in una vasca, l’ombelico del mondo, starebbe ad indicare la sorgente della vita per dono divino.
 

Il mango, esotico frutto al centro di leggende e spiritualità, alla bontà e versatilità della dolce-acidula polpa dorata, unisce numerose proprietà dal positivo effetto sulla salute. (https://terzopianeta.info)
Forte Rosso

 
Il mango, esotico frutto al centro di leggende e spiritualità, alla bontà e versatilità della dolce-acidula polpa dorata, unisce numerose proprietà dal positivo effetto sulla salute. (https://terzopianeta.info)
Masjid-i Jahān-Numā

 
Il mango, esotico frutto al centro di leggende e spiritualità, alla bontà e versatilità della dolce-acidula polpa dorata, unisce numerose proprietà dal positivo effetto sulla salute. (https://terzopianeta.info)
Taj Mahal

 

Colore, gusto e brillantezza del frutto si congiungono nella sentita spiritualità induista all’interno di oasi concepite come una rilassante devozione che sappia originarsi fra corpo e natura. In uno di questi giardini Mughal, precisamente nella Residenza presidenziale Rashtrapati Bhavan di Nuova Delhi, si trova un esemplare della pianta sulla quale, nel 1999, il celebre produttore di mango Haji Kalimullah Khan, innestò 54 varietà. Conosciuto per la sua incredibile capacità d’innesto, in un’unica pianta è riuscito infatti ad immettere 300 differenti varietà, unendo la sua innata passione per la specie, ad una competenza fuori dal comune, in nobiltà d’animo, Khan ha battezzato novella qualità di mango, Nirbhaya (impavida), omaggiando ed onorando la memoria della giovane studentessa Jyoti Singh che a dicembre 2012, fu violentata ed uccisa da sei uomini a bordo di un autobus e dato che le leggi indiane non consentono citare il nome reale delle vittima di simili reati, ella divenne nota con il nome di Nirbhaya: il suo l’albero, con appagato e gioioso stupore generale, ha iniziato a produrre frutti in tempi ristretti.
 

Il mango, esotico frutto al centro di leggende e spiritualità, alla bontà e versatilità della dolce-acidula polpa dorata, unisce numerose proprietà dal positivo effetto sulla salute. (https://terzopianeta.info)
Haji Kalimullah Khan

 
Il mango, esotico frutto al centro di leggende e spiritualità, alla bontà e versatilità della dolce-acidula polpa dorata, unisce numerose proprietà dal positivo effetto sulla salute. (https://terzopianeta.info)
Giardino Mughal di Rashtrapati Bhavan

 
 

Coltivare il mango

La coltivazione del mango prevede temperature calde o non troppo rigide, che non scendano al di sotto del grado zero, motivo per cui in Italia è consigliabile nelle regioni centro-meridionali, con oculata accortezza alla protezione della pianta in condizioni di sopraggiunto gelo e scegliendone una postazione in cui non sia eccessivamente soggetta all’azione dei venti che, qualora anche troppo caldi, ne potrebbero danneggiare l’attività produttiva.

Il mango, esotico frutto al centro di leggende e spiritualità, alla bontà e versatilità della dolce-acidula polpa dorata, unisce numerose proprietà dal positivo effetto sulla salute. (https://terzopianeta.info)

Il terreno ottimale, con ph il cui valore, a fini nutritivi,  dovrebbe stare fra i 5,5 ed i 6,5, massimo 7,5, dev’essere abbastanza profondo, diramandosi le radici fino ad oltre il metro; la terra ospitante andrebbe preparata tempo prima, con annuale aratura in modo da concedere l’immagazzinamento idrica in vista della piantumazione che dovrà avvenire fra marzo e aprile, prevedendo tutori e reti ombreggianti che ne favoriscano il sano sviluppo, mantenendo una distanza di 4 metri tra una fila e l’altra.

La concimazione è prevista annualmente, in autunno, con delicata posa di concimi leggeri; modalità e quantità d’irrigazione saranno interdipendenti all’intensità delle piogge stagionali, assicurando un sistema d’irrigazione d’emergenza per gli eventuali periodi di siccità. 

 

Proprietà e benefici

Il mango, esotico frutto al centro di leggende e spiritualità, alla bontà e versatilità della dolce-acidula polpa dorata, unisce numerose proprietà dal positivo effetto sulla salute. (https://terzopianeta.info)

In ambito culinario, il mango è ingrediente eccellente nelle insalate, per la preparazione di salse con le quali accompagnare le pietanze; per realizzare torte, gelati, marmellate, nonché come prediletto componente per succhi di frutta, centrifugati o profumate ed avvolgenti tisane.
Alla briosa saporosità, esso accompagna un ottimo profilo nutrizionale, 100g di prodotto crudo sono infatti costituiti da circa 83g di acqua, 13g carboidrati solubili, 1g di proteine e da un’irrisoria quantità di grassi, omega 3 ed omega 6, pari a 0,20g. Tra i fattori a farne alimento vantaggioso per la salute è il contenuto di potassio (250 mg, 5,32% RDA), prezioso sale minerale fonte energetica tanto per la mente quanto per il corpo. Esso infatti, contribuisce all’equilibrio dei fluidi all’interno ed esterno delle cellule; è d’aiuto a mantenere nella norma la pressione regolando gli effetti del sodio e partecipa alla contrazione muscolare, compresa quella cardiaca, contribuendo di conseguenza anche al miglioramento delle funzioni digestive, coadiuvato dalle fibre che il frutto ha nella misura di 1,6g.

Privo di glutine, lattosio e colesterolo, il valore del mango è inoltre legato alla presenza di polifenoli e carotenoidi, motivo del colorito giallo-arancio caratteristico della polpa. Quest’ultimi, di cui se ne contano almeno 600 tipologie (tra le più significative il betacarotene, la lauteina, il licopene, la xeantina) sono una classe di pigmenti organici di natura lipidica presenti nel regno animale, — ad esempio nel salmone e nel tuorlo d’uovo — ed ovviamente in quello vegetale. Si trovano nelle diverse parte dei fiori, nelle alghe (spirulina), notoriamente nelle carote, ma altrettanto nei peperoni, zucche, carciofi, patate americane, cavoli, prezzemolo, così come anguria, albicocca o melone. I carotenoidi, principalmente rivestono il ruolo di agenti fotoprotettivi, facendo da scudo alla cute contro un’eccessiva esposizione alla luce, ma sono anche precursori della vitamina A, di cui il mango è particolarmente ricco (533 µg, 59,22% RDA), senza peraltro far mancare la vitamina C, o acido ascorbico (28 mg, 31,11% RDA) e quelle del gruppo B (Niacina, Riboflavina, Tiamina). La vitamina A, nota anche come retinolo, è indispensabile nel processo della visione, svolge significativa azione nella formazione di ossa e scheletro, nella sintesi proteica e ha una notevole carica antiossidante, favorendo il sistema immunitario e la conservazione delle membrane cellulari contrastando gli effetti dei radicali liberi, molecole che si formano in risposta a radiazioni, inquinamento, additivi chimici, virus o batteri.

Il mango è dunque un alleato della salute, considerando come il suo consumo, date le tante qualità, sia persino indicato per prevenire l’insorgenza di patologie oncologiche; durante la gravidanza, a favor di una sana crescita del feto; dopo stati febbrili, fungendo da ricostituente naturale e anche da antinfiammatorio per l’apparato respiratorio: bollire la buccia per 20 minuti in un litro di acqua ed assumendo le sostanze sprigionate in tre tazze diluite nell’arco della giornata, è un valido sussidio per sedare la tosse. La concentrazione di potassio inoltre, come detto, contrastante l’ipertensione, fa sì che il frutto svolga una decisa funzione antistress, mitigando per ciò stati di nervosismo, depressione, mentre giovarsene prima di coricarsi, risulta essere un possibile ausilio contro l’insonnia.

Cessate o mortali, dal contaminare con vivande nefaste i vostri corpi! 
Vi son messi, vi son frutti, che curvano con il loro peso i rami e, sulle viti, turgide uve. 
Vi son dolci verdure ed altri prodotti che la fiamma può far graditi e teneri.
Né il liquido latte manca a voi, né il miele odoroso di fior di timo. 
A voi offre ricchezze la provvida Terra, ed alimenti miti, offre vivande senza stragi e senza sangue.
Ovidio

 
 

Marty Robbins – The Mango Song

 
 
 
 

Skip to content