Ashraf Fayadh, arte e poesie di un prigioniero d’ingiustizia
Fotografo, pittore, regista e voce poetica tra le più significative della letteratura araba contemporanea, Ashraf Fayadh (Ašraf ʻAbd al-Sātir Fayyāḍ, أشرف عبد الساتر فياض) nacque nel Regno saudita il 15 luglio 1980* erede di profughi palestinesi provenienti da Khan Yunis, città situata a sud della Striscia di Gaza e dal 2006, governata da Ḥamās, Movimento Islamico di Resistenza costituito nell’87 da Ahmad Yasin, ʿAbd al-ʿAzīz al-Rantīsī e Mahmud al-Zahar. Cresciuto mostrando precoce inclinazione nel disegno sotto i cieli di Abha, capoluogo della provincia sudoccidentale di ʿAsīr, conobbe l’exclave allorché diciottenne, ovviando all’impossibilità di compiere ingresso nelle accademie nazionali, in quanto apolide ed in possesso del solo documento di viaggio riservato ai rifugiati dalle autorità egiziane, vi si recò per frequentare la facoltà di Giurisprudenza presso l’Università Al-Azhar. Opportunità si rivelò altresì perché congiunzione con le origini s’elevasse a legame identitario, consapevolezza della propria cultura e condizione che ne susciterà penna a comporre la raccolta d’esordio, Le istruzioni sono all’interno (التعليمات بالداخل), rime d’intima riflessione, di perdita e assenza, prive d’accenti nazionalisti e rivoluzionari eppur destinate a divenir vittime e motivo d’ingiustizia e tormenti.
In terra adottiva rientrò trascorsi ventiquattro mesi e al rientro gli giunse invito ad unirsi al villaggio d’arte Al-Miftaha, il «luogo d’apertura» costituito dall’allora governatore della regione Khālid bin Fayṣal, principe della famiglia reale Āl Saʿūd, egli stesso pittore e verseggiatore, nonché mecenate e fondatore ad Abha del Literary Club, Singing Festival, Prize for Cultural Excellence e dell’organizzazione senza fini di lucro Painting & Patronage, mirata a «costruire e promuovere importanti ponti di comprensione culturale, artistica ed educativa fra il mondo arabo e la comunità internazionale». Tale intenzione fu anche musa di Edge of Arabia, progetto scaturito nel 2003 dal fortuito incontro di esponenti del sopracitato collettivo, ovvero talenti assieme a Fayadh al tempo emergenti quali Ahmed Mater, Abdulnasser Gharem e Arwa Alneami, con il creativo e imprenditore sociale inglese Stephen Stapleton, prefiggendosi d’incentivare in egual misura il dialogo all’interno dello Stato, tramite spettacoli itineranti ad ingresso libero, pubblicazioni e programmi rivolti ad istituti scolastici ed atenei.
Annunciato come «A new wave of Saudi contemporary art», oltrefrontiera fu presentato ad ottobre 2008 attraverso una mostra pluridisciplinare ospitata dalla Brunei Gallery della School of Oriental and African Studies, college costitutivo dell’Università di Londra, dipoi missione proseguì in Italia, Vienna, Germania, Turchia, facendo ritorno in Gran Bretagna nel 2012 per alzare sipario sull’esposizione multimediale #cometogether e a sudovest della capitale, nel distretto di Bettersea, nel 2013 aprirono uno spazio permanente dotato di galleria e biblioteca. Nella medesima stagione, individualmente, Ashraf Fayadh si rese protagonista in qualità di autore e curatore di Most Visible (عمود نور, «lampione»), evento «clandestino e auto-organizzato» dal 25 febbraio al 25 marzo presso il centro commerciale Al Furusia Marina situato sul lungomare di Gedda, proponendo, sotto geometrie di luci, interazione di produzioni fotografiche, audio, video, installazioni e dipinti per un totale di trentun opere firmate da ventiquattro artisti, donne e uomini dai 19 ai 45 anni, taluni mai confrontatisi con una platea, reclutati esplorando il Paese per tre settimane: «Desideravamo evidenziare l’arte “reale” prodotta in Arabia Saudita, le opere e il pensiero direttamente radicati nella società […] Il nostro obiettivo era mostrare il contrasto, l’altro lato, il lato reale di come l’arte può essere, semplice, autentica, utilizzando limitate risorse finanziarie e molto impegno da parte di ciascuno per creare uno spirito di squadra ispirato alla nostra tradizione, lo stile di vita, ponendo attenzione a problemi, preoccupazioni ed aumentando la sensibilità collettiva richiamando l’attenzione sulla cultura sociale, popolare e genuina».
Conclusa esperienza, coadiuvato dalla critica e scrittrice londinese Sara Raza — poco dopo divenuta guida del quinquennale Guggenheim USB MAP Global Art Initiative Medio Oriente e Nord Africa — in ambito della 55° Biennale di Venezia con Edge of Arabia fu curatore, poeta e fotografo di Rhizoma, Generation in Waiting (ريزوما، جيل في االنتظار), esibizione dal titolo riferito all’evoluzione del fusto sotterraneo di alcune piante dal quale dipartono radici avventizie, gemme e foglie a volte espandendosi verso l’alto, dunque «metafora di una fiorente e audace generazione» esaltata nella preziosa cornice dell’Emporio dei Sali che dalle Fondamenta delle Zattere si affaccia sul Canale della Giudecca, rimanendo in laguna dal 30 maggio al 24 settembre.
Fayadh andava confermandosi tra i principali attori del progressivo magnetismo esercitato dall’arte contemporanea saudita, quando avvisaglia d’inimmaginabile calvario si palesò e dall’esser gratificato da riconoscimenti ed interventi su Al Thaqafia Channel (القناة الثقافية السعودية), emittente televisiva gestita dal Ministero della Cultura e Informazione, il 6 agosto, si vide trarre in arresto da agenti della Mutawwi’a (الدينية), la polizia religiosa dipendente dalla Commissione per la Promozione della Virtù e Prevenzione del Vizio (هيئه الأمر بالمعروف و النهي عن المنكر) incaricata di vegliare sul rispetto della Shari’a (شريعة) e perseguire i «comportamenti devianti». Il mandato faceva seguito alla denuncia di miscredenza e diffusione di concetti fuorvianti, depositata da un uomo con cui aveva acceso alterco in un locale di Abha, rispondendo ad insulti sfociati in minacce di rimpatrio e morte. Per mancanza di prove venne presto rilasciato, ma il 1° gennaio 2014, accuse di «rapporti illeciti con persone di sesso opposto», nonché di apostasia, vilipendio a Dio, al profeta Muhammad e al Regno arabo, basate sulle precedenti incriminazioni e la testimonianza di due agenti del Comitato secondo i quali prove di simili improperi si trovavano anche nelle strofe di Le istruzione sono all’interno, benché il libro, stampato a Beirut dalla casa editrice Dār al-Fārābī, risalisse al 2008, lo condussero in carcere. Fayadh, privato di consulenza legale, professandosi musulmano, negò ogni presunto oltraggio al Corano e alla fede contenuto in versi riguardanti «questioni filosofiche e culturali», porgendo comunque scuse per aver dato adito a malintesi. Dopo sei udienze, la corte lo sollevò dall’imputazione di abiura e blasfemia, risparmiandogli quindi la prevista pena capitale, tuttavia non il reato di dissolutezza dovuto al rinvenimento nel suo cellulare di conversazioni e fotografie di donne, nonostante fossero immagini innocue prevalentemente ritraenti colleghe e il 26 maggio, gli inflisse quattro anni di reclusione e ottocento frustate.
Attivisti e persone a lui vicine indicarono ragione d’inasprimento un video da egli girato e pubblicato in rete, riprendendo violenze commesse in un mercato da guardie della polizia religiosa ai danni d’un adolescente; però stando alle affermazioni della sorella del poeta, Raeda, docente universitaria, coincidenti con le dichiarazioni dello scrittore Bandar Khalil, l’incubo principiò durante un seminario inerente all’iniziativa The Secret Cinema promossa da un gruppo d’intellettuali. Al termine della proiezione di un film — ha sostenuto il cronista presente all’appuntamento — un giovane radicale mosse lungo ed inopportuno biasimo verso la pellicola, critica a cui Ashraf Fayadh replicò null’altro ottenendo se non l’esacerbarsi del contrasto e a metter fine all’inconveniente, l’irruzione della Mutawwi’a ed uno degli agenti, impegnato nelle indagini, avrebbe poi spinto il contestatore a sporgere querela indicando il palestinese reo d’abbandono dell’Islam e di incitare l’ateismo.
Il verdetto non appagò il Pubblico Ministero, strofe delle poesie, affrontando delicate tematiche sociali e spirituali, in passaggi attingendo a brani coranici metaforizzandoli, lo spinsero a ricorrere in appello; il caso fu riaperto e il 17 novembre 2015, il giudice del Tribunale di Abha, su precedente sentenza, lo condannò alla decapitazione. Il padre, Abdul-Satar, appresa la notizia venne colto da emorragia cerebrale e si spense una settimana più tardi.
Enti e organizzazioni a difesa dei diritti umani quali UN Human Rights, Human Rights Watch, Amnesty International, Palestinian Centre for Human Rights, Index on Censorship, Humanist and Ethical Union e ancora l’International Association of Art Critics, la PEN International, decine di migliaia d’artisti, giornalisti, scrittori e poeti d’ogni angolo del globo, fra cui Carol Ann Duffy, Adonis, Mona Kareem, David Hare, Ahdaf Soueif, Simon Schama, Charles Simić, John Ashbery, Ghassan Zaqtan, Amir Or, George Szirtes, Mona Eltahawy, Peter Kennard, l’amico Ahmed Mater si levarono chiedendone la liberazione mediante campagne, raccolta firme, lettere aperte rivolte a Sua Maestà Salmān bin ʿAbd al-ʿAzīz Āl Saʿūd, al Ministero di Giustizia e il 2 febbraio 2016, pur non sottraendolo alla prigionia, le autorità saudite commutarono il mandato di esecuzione in otto anni di detenzione e 800 frustate.
A febbraio 2019, la casa editrice tunisina Diyar ne ha pubblicato la nuova opera (سيرة مرضيّة) tradotta in italiano per Di Felice Edizioni, con il titolo Epicrisi e il 4 ottobre, in occasione del Festival del Libro di Mouans-Sartoux, Ashraf Fayadh è stato insignito del Prix International du Poète Résistant.
L’ultima stirpe di rifugiati
Le istruzioni sono all’interno
(trad. Caterina Pinto)
Al mondo provochi indigestione e altri problemi!
Non costringere la terra a vomitare…
Restale vicino… molto vicino.
Una rottura irreparabile
e non sommabile ad altri numeri
perché causi qualche imbarazzo nelle statistiche internazionali
Asilo: stai in piedi in fondo alla fila
per avere un pezzo di patria.
Stare in piedi: una cosa che faceva tuo nonno…
senza conoscerne la ragione!
e il pezzo sei tu!
La patria: un tesserino messo nel portafoglio.
E i soldi: fogli su cui son raffigurate le immagini dei leader.
E l’immagine: prende il tuo posto fino a che ritorni.
E il ritorno: un essere mitico…
che si legge nei racconti della nonna.
Fine della prima lezione.
Mi rivolgo a te perché impari la seconda: qual è…
il tuo significato?
Nel giorno del Giudizio… stanno in piedi, nudi.
Mentre voi nuotate in condotti fognari spaccati.
Scalzi… fa bene ai piedi
ma non alla terra.
Per voi ergeremo pulpiti…
e faremo conferenze.
E la stampa scriverà su di voi in modo decente.
Verrà sviluppato un nuovo composto…
per eliminare lo sporco ostinato
e solo a metà del prezzo.
Affrettatevi per ottenere metà della quantità.
Perché la crisi idrica è molto grave.
Negoziati seri…
si svolgono per assicurare gratis la cenere…
così non rischi l’asfissia
e non comprometti il diritto degli alberi a vivere sulla terra.
Impara a non finire la cenere che ti spetta…
tutta in una volta.
Ti hanno insegnato a tenere alta la testa
per non vedere lo sporco sulla terra.
Ti hanno insegnato che tua madre è la terra
e tuo padre?
Lo cerchi per accertare la tua genealogia.
Ti hanno insegnato che le lacrime sono uno spreco d’acqua
e l’acqua… già sai!
Il domani…
è contento di sbarazzarsi di te.
Perché senza di te la terra avrà una forma migliore!
I bambini sono uccelli…
però… non costruiscono nidi sugli alberi morti.
L’Alto Commissariato… non si occupa di piantare gli alberi.
Usa te stesso… come carta per fare pressione,
carta per fare poesia… carta igienica,
carta con cui tua madre accenda il fuoco
nel forno e cuocia qualche pagnotta.
Previsioni del tempo:
Il sole se ne va a letto perché ha la temperatura alta!
Le ossa… le ricopre la carne… e poi la pelle
la pelle è sporca… emana un odore rivoltante
la pelle brucia ed è influenzata
da fattori soprannaturali prendi esempio!
Non disperate…
Rallegratevi per l’esilio da cui fuggite!
È un allenamento intensivo per vivere all’inferno…
alle sue dure condizioni
Dio mio, l’inferno si trova in qualche luogo sulla terra?
I profeti sono andati in pensione…
perciò non aspettate che un profeta risorga per voi…
e per il vostro bene
per il vostro bene gli osservatori
presentano rapporti quotidiani
e prendono salari alti
Quanto denaro serve
per una vita dignitosa!
Un corvo…che vola su stampelle
Le istruzioni sono all’interno
(trad. Alessandro Buontempo)
La piuma nera
non s’addice alle novità
che adesso vanno per la maggiore
né s’addice ai cavi elettrici
né a cadaveri
ricomposti per non marcire.
Iddio sul trono
ascoltava la tua contro-lode
e ti puniva tutto il tempo…
per il tuo volteggiare sospetto sopra i cadaveri profumati.
Iddio sul trono
ha creato gli uccelli e gli ha insegnato il volo,
gli ha insegnato a procacciarsi il cibo
e a cadere… tutte le cadute, le proibite e le permesse.
Iddio sul trono
e tu adesso provi a riparare le tue ali
tu, qua,
apprendi un’altra lezione
da ciò che hai perso
da ciò che fanno gli uccelli
dal loro trovare migliore un’attraente piuma
che l’acqua non abbia lungamente lambito.
Iddio sul trono
ti toglie il volo, perché non rubi lo sguardo
a tetti di città non avvezze al tuo volteggiare
perché non si insozzino dei tuoi escrementi i fili per panni.
Si dice che nutri una speranza di riuscire a volare
sfidare il trono,
contravvenire alle disposizioni del creato
e a ciò che Dio agli altri uccelli ha dato in sorte di fare.
Iddio sul trono
nutre tutti i pennuti,
che la sera tornano satolli
e tu provi a partire la mattina
da una fame,
per racimolare quel che ti si offre degli scarti della gente,
perché si profumino d’una fine pioggia le carogne
che vedi scagliate a perdita d’occhio.
Hanno tacciato la tua stirpe di malaugurio
venduto la tua nerezza a vantaggio di tutte le vittime della fame.
Iddio sul trono
e tu su stampelle
provi a tener salda la tua nerezza nel buio
per non smarrire la via.
E tu… come… te
incancreniscono le pustole del sole
e di nuovo sogni il volo.
Il tuo gracchiare annoverato
tra i rimpianti della notte
e le tue stampelle,
lenirà la delusione adornarle
tingerle all’acqua della tua illusione…
per farle sembrare più sgargianti di quanto siano…
E tu sotto la protezione del mare
resisti all’inabissare delle tue ali.
Iddio sul trono
e tu, con il tuo gracchiare imbratti le quieti della notte
cerchi una luce che esalti il tuo nero per vantarti del malaugurio
e restituire alla dea della sventura
il prestigio perduto.
Inabile al volo
come un pezzo di carbone bagnato
esiliato dal tuo stormo
depredato del tuo nero
e marchiato del vacillare delle tue zampe
come antenna che di notte afferra il tuono cadi. Iddio sul trono
getta le tue ali
alle bocche della gente
perché ti chiamino il loro uccello
perché si proteggano da te con le Sue parole perfette e i Suoi versi… i “di essa Sei più amato.”
E tu, è come se preferissi
esplodere invano la tua bile
per vendicarti
e recitare ciò che riesce facile del gracchiare
dai cavi dell’alta tensione.
Contrastavi qualcosa che affermava il nero
nella tua piuma… nella tua nerezza
nella lode che elevi in nome della notte
in nome dei versi banditi dal Libro
in nome del malaugurio indeclinabile
e in nome del Trono Sublime,
per confermare che la notte ti proteggerà
dall’ingannevole fulgore
quando frugherai in esso tra quel
che si cela dietro l’oscurità dei vicoli,
tra i cumuli di rifiuti…
e un po’ di quanto facilmente cade
delle delizie degli amanti dietro i balconi.
E tu… come… te… come
eri
come desideravi…
sui cavi… cercavi un cattivo presagio
la cui ostilità trasmettere,
e raccoglievi una manciata di gracchiamenti
per uccidere il tempo che ti restava davanti
in modo da riparare le tue ali
e andare.
Dove il tuo posto sia un colore consueto
tra gli speziali i ciarlatani dilettanti…
e i parlanti di lingue sospette.
Dove tu sia… come sei
come… eri…
ti libravi nel cielo di Dio
e ti profondevi nelle oscure lodi
tra le braccia del Trono.
Ricordi di passione
Le istruzioni sono all’interno
(trad. Silvia Moresi)
Pettino con un ramo di rovi
i miei capelli…e ne raccolgo le ciocche…
Forse mi stringerai tra le tue braccia…
Hanno detto che lì è terminato un assedio,
che le tue mani esauste
hanno spezzato la catena con la loro stretta…
e che forse ti incontrerò… come hanno detto.
Se n’è andata…non so quante volte…
se n’è andata?
non so
quante volte…se n’è andata?
Quanto è dimagrita…
e quanti fili d’argento il tempo ha ricamato sulla mia testa…
Perdonami se ho replicato la tua morte sul mio letto,
perdonami se ho dimenticato l’odore dell’estenuante
fatica sul tuo cuscino.
Non c’è amore all’infuori di te…e io ero tra i disperati!
La tua grazia… perdonami
se ho smesso di versare lacrime,
di ripetere il tuo nome nell’eccitazione della passione
e negli abissi della tristezza.
Ho girato il mio viso cercando il calore delle tue braccia,
non c’è amore all’infuori di te…sei l’unica…
e io sono il primo degli amanti!
Amnesty
Le istruzioni sono all’interno
(trad. Aldo Nicosia)
Autorizzazione a procedere contro la guerra
Per aver commesso crimini nei confronti delle armi
E aver provocato una lievissima deviazione della Storia.
Oggi ci sono stati 22 morto…morti…bene. Esseri umani.
180 uomini e donne sono prossimi alla morte!
Un guasto imprevisto al microfono
E al…Dove hai messo la medicina per la tosse?
Flash qui e lì. Si prega di regolare l’esposimetro.
Attento a non guardare verso la telecamera!
Ti parlerò tra breve
Tra pochissimo.
Non la vedevo da quando decidemmo
di non tradirci a vicenda.
Al venditore di sigarette le autorità hanno chiuso il chiosco..
Ma io non ho manco i soldi per comprarle
da un altro carretto ambulante vicino.
– Io testimone oculare?
Hai una sigaretta?
Le autorità hanno chiuso il chiosco di Ahmed Abdelghafur.
Non mi sono accorto di quanti carri armati son passati da qui..
Almeno… poco fa!
Quella bellona lì, forse da lei troverete una risposta.
Questa cosa non deve passare sotto silenzio
Aumento dei crimini di guerra..
Lei ignora le mie chiamate.
Le multe che si è beccato il tassista
Le zanzare che svolazzano di notte
L’influenza aviaria
La tosse dei rettili
L’infiammazione delle branchie dei pesci
L’allergia degli anfibi
I dettagli:..
Delirio comune come i tuoi “pizzini”
……
Durante gli esami
Scusa, non sputare di fronte alle vetrine dei negozi
per preservare l’immagine civile della tua /nostra città,
né davanti al commissariato di polizia
e nemmeno nei luoghi pubblici
Ma…
prevenire è meglio che curare.
Annunci di:
posto vacante
chiusura fabbrica
incendio di una stalla.
Le autorità hanno negato che ci sia crisi idrica.
Amnesty chiede un’inchiesta sull’aumento dei crimini,
dei detenuti, dei prigionieri.
Il fetore riempie il posto,
una certa calma
e qualche vecchia canzone.
Avevano nostalgia del caffè mattutino
E che nostalgia, che rimpianto per la periferia della città.
Da loro emanava un puzzo di ruggine
Balbettii senza senso
La solitudine, il mio naso la esala
E io la respiro
La respiro,
La respiro…
Una nuova delegazione, un counsulting team
Una commissione, due
Amnesty di nuovo.
Sotto la linea del silenzio
Le zanzare sono fastidiosissime
Come se facessero scappare il sonno dalla tua cella.
Il tuo modo di dormire è una flagrante violazione
Della convenzione di Ginevra.. e degli accordi internazionali
Il telefono da lei richiesto è momentaneamente spento.
Non ci sono nuovi sms
Ma tu hai un nuovo pacco di sigarette
E una bottiglia che sta per finire.
Se non fosse stato per la passione,
non avresti versato lacrime sui resti dell’accampamento…
Né avresti passato la notte in bianco
A ricordare al-Ban e al-‘Alam
Un blackout è in arrivo….
Un po’ di autodisciplina.. Non puoi pisciare qui
Balla un po’
Salta e così si viola la sacralità della cerimonia funebre.
Anche il caffè è diuretico!
Ieri qui
Qui…
Qui…esattamente! C’era una casa
(nuovo rapporto)
Sulle pareti, ti divertivi a leggerle
Finché venne per te il momento di leggere il corpo libidinoso..
…
Nessuna voce
Nessuna voce si alza sopra quella del popolo..
Ma tu non sentirai niente.
Poco fa è stato abbattuto il muro del suono:
almeno così le zanzare non mi daranno fastidio.
Poche canzoni bastano per farti tornare alle trasmissioni E alla fine dei tuoi deliri.. per bere un’altra coppa
Sui marciapiedi.. ricorderai.. come
barcollasti.. dinanzi alla finestra chiusa
per chiedere di entrare
Il petrolio è innocuo
Le istruzioni sono all’interno
(trad. Maria Musik)
1
Il petrolio è innocuo, escludendo la scia di povertà che si lascia dietro.
in quel giorno, quando le facce di quelli
che scoprono un altro pozzo di petrolio diventano nere,
quando la vita viene fatta esplodere nel tuo cuore
per estrarre altro petrolio dalla tua anima
per il consumo pubblico…
Quello (quel giorno) è la promessa del petrolio, una promessa certa.
fine…
2
fu detto: accomodati lì…
ma alcuni di voi sono nemici di tutto
lascia stare ora
guardati dal fondo del fiume,
quelli che stanno in cima dovrebbero provare un po’ di compassione per chi sta più in basso…
lo sfollato è inerme
come il sangue che nessuno vuole comprare al mercato del petrolio!
3
perdonami, scusami
di non essere capace di far sgorgare ancora più lacrime per te
per non biascicare con nostalgia il tuo nome.
ho orientato il mio volto verso il calore delle tue braccia
io non ho avuto amore ma tu, unicamente tu, e sono il primo dei tuoi profughi.
4
notte,
ti manca l’esperienza del Tempo
priva di gocce di pioggia
che possano lavar via ciò che rimane del tuo passato
e liberarti da quella che tu chiami pietà…
di quel cuore… capace d’amore,
di gioco,
e di avere punti in comune fra la tua oscena astinenza e quella flaccida religione
quel falso Tanzeel
quegli dei che persero la propria arroganza…
5
tu rutti, più di quanto sei abituato a fare…
come i tribunali benedicono i loro visitatori
con declamazioni e attraenti ballerini…
accompagnato dal DJ
reciti le tue allucinazioni
e tessi la lode di questi corpi
suonando sui versi dell’esule.
6
tuttavia, lui non ha alcun diritto di camminare
o suonare o piangere.
lui non ha alcun diritto di aprire la finestra della sua anima,
di cambiare la sua aria, i sui escrementi, e il suo pianto…
si è troppo occupati a dimenticare che tu sei un pezzo di pane
7
nel giorno dell’esilio, loro stanno in piedi nudi,
mentre si galleggia nell’arrugginito tubo di fogna,
e sono scalzi…
potrebbe essere buono per i piedi
ma non per la terra
8
i profeti sono andati in pensione
così non vedete l’ora che tornino
e su di te,
su di te i sorveglianti fanno i loro rapporti giornalieri
e ottengono stipendi da nababbo
quanto è importante il denaro
per una vita dignitosa
9
mio nonno si erge nudo tutti i giorni,
senza essere messo al bando, senza divina creazione…
sono sempre stato resuscitato senza un soffio di un dio a mia immagine.
io sono l’esperienza dell’inferno sulla terra…
la terra
è l’inferno previsto per i rifugiati.
10
il tuo sangue muto non parlerà più forte,
finché non sarai orgoglioso nella morte
finché non continuerai a proclamare – segretamente – che hai messo a rischio la tua anima
per mano di chi non conosce molto…
perdere la tua anima ti costerà tempo,
molto più di quello che serve a placare
i tuoi occhi che hanno pianto lacrime di petrolio
Le tre leggi della patria
Le istruzioni sono all’interno
(trad. Sana Darghmouni, Gassid Mohammed)
La prima legge:
ogni patria sicura … o in guerra continua …
ogni patria che coi piedi ogni giorno calpesti … e non si lamenta
resterebbe nel cuore … se nessun esilio dell’io s’incidesse
a farle perdere importanza.
La seconda legge:
l’esilio che infligge un’anima senza consistenza
ha un rapporto diretto con il tuo vaneggiare,
con l’illusione della stabilità,
con tutte le menzogne del clima,
con i rumori delle macchine affollate,
e con la quantità di nicotina nel tuo sangue.
La terza legge:
ad ogni assenza …
una presunta presenza …
e ad ogni vuoto … una pienezza …
e ad ogni quartiere affollato … una caducità …
di minor misura
ma di affollamento opposto
I vicini dormono tutto il tempo
Perché sei solo!
Una malinconia (fatta) di pasta
Le istruzioni sono all’interno
(trad. Sana Darghmouni, Gassid Mohammed)
Parti di te si adunano su altre, … con una miscela di sangue tuo
di sudore tuo … di avanzi tuoi … di liquido che dai tuoi occhi trasuda
di liquido … dai tuoi occhi trasuda
con il nodo della tua lingua … al punto intermedio del mare
e al ballo del disco del sole
in un cammino già disegnato
Complicato …!
Quello che il marciapiede non ha mai rammendato
è che eri solito calpestarlo,
che presentavi le tue scarpe su un piatto di cemento,
e i tuoi piedi sul piatto delle tue scarpe
e le tue gambe sul piatto della tua delusione,
e che accordavi i fili della tua testa per fingere una gioia ingenua
e nascondere un cranio che preferiresti non tenere,
accavallandoti su un’asse che pretende candore con un pugno di farina
e fermenti.
Ti gonfi e soffi la tua tristezza come una pagnotta calda
E ti secchi.
Cerchi la tua acqua
tra la tua tenerezza e la tua durezza
e il tuo spezzarti,
e anche la tua fronte arrossisce
come una pagnotta.
Spazio vuoto
Le istruzioni sono all’interno
(trad. Jolanda Guardi)
Ogni cosa ha la sua… dimensione!
La tua è molto usa alla tappezzeria
E la tua ombra pesante… non permette all’asfalto
Né alla vernice… e nemmeno alle scritte appiccicate sulle vetrine
Di essere viste.
Anche tu hai uno spazio… niente male
“vuoto”
L’aria è inquinata… e così anche i cassonetti della spazzatura
E il tuo animo da quando si è mescolato al carbone
E il tuo cuore… dall’occlusione delle vene
E dal suo rifiuto di concedere cittadinanza
Al sangue di ritorno dalla tua testa.
Senza la tua memoria… perdi molto della tua dimensione
Devi seguire una dieta adatta
Per perdere l’eccesso di te!
Prendi le tue decisioni in fretta
Ché la forza di gravità…
Non aspetta molto
Nota: cambia il fattore tempo con il tuo nome…
Per giungere alla corretta soluzione sul modo di lanciare l’ultima
Pagina del tuo diario
Nel cestino dei rifiuti… e centrarlo!
Consumi d’aria quanta ne basta a due neonati
Quando urlano entrambi allo stesso modo…
Sapendo che le particelle d’aria intorno a te…
Trasmettono il suono in modo distorto… la tua laringe…
Ha bisogno di restauro
Una mendicante sulla cinquantina… espone il suo orgoglio in
Un cencio impreziosito di monete… augura a te… e a quella
Bellezza che cammina al tuo fianco casualmente… di avere
Presto un figlio
Perché occupi un altro spazio… vuoto…
In cambio di una moneta!
È giunta l’ora di moltiplicare i tuoi passi… asessualmente
E di cambiare i tuoi calzini puzzolenti
Realtà scientifica: i batteri si sviluppano in fretta
Abbandonati al sonno…
Perché è giunto il momento di fondersi… e dissolversi
E assumere la forma adatta alla nostalgia in cui ti sei versato!
Evapora… condensati…
Torna al tuo vuoto…
Per occupare il tuo spazio abituale
… te stesso!
Equità
Le istruzioni sono all’interno
(trad. Jolanda Guardi)
Si dice che la gente sia come i denti di un pettine
Ma non è così… mi raderò la testa in ogni caso
Per non essere obbligato al confronto!
Saggezza
Le istruzioni sono all’interno
(trad. Jolanda Guardi)
L’amore non è essere un passerotto nella mano di chi ami
Per lui è meglio che dieci sulla pianta.
Un passero sulla pianta è meglio di dieci nella mano…
Dal punto di vista dei passeri!
In un luogo freddo e asciutto
Rhizoma, Generation in Waiting
(trad. Sana Darghmouni)
Tutto rimarrà uguale, insieme ai frequenti mal di denti
Incastrata in gola la delusione, appuntita come una spina di pesce,
Il violoncello, posato con precisione sulla tua coscia sinistra!
Continueranno anche i disastri naturali
Perché la terra, come noi…
è vittima della sindrome da noia cronica!
Non è che un grosso masso di carbone…
la terra, sommersa in parte da acque
E la cenere di sigaretta è più soffice dei petali di un fiore appena sbocciato!
In un luogo freddo e asciutto mi verrà la nausea
A guardare la sigaretta a poco a poco sfaldarsi
E con monotonia perdere forma
Fingendo che il tempo della gioia debba ancora arrivare
E ricordando benissimo il sapore delle fragole
Quel gusto che saziava l’ego con la sua somiglianza
Al tuo capezzolo amato!
A sua volta il seme… è terrorizzato all’idea di trasformarsi in albero
Come me, terrificato di destarsi dal sonno e affrontare il nuovo giorno
Le piante, per loro fortuna, non hanno un sistema nervoso!
Insisti a cercare il tuo sogno e io insisterò a cercare la mia realtà
Perché per entrambi non è affidabile il reale
Corre lontana la mia mente
Come fumo svanisce in una stanza ben ventilata
Dalle cui finestre sale con indomito coraggio un freddo
Prima ancora del bisogno di tepore potrebbe esserci quello di aria
Solo allora potremo chiamarci creature normali!
Lascia che il freddo s’infiltri
E sposti in giù la lancetta della luna
Lascia che si ritiri il mare, che si spengano le stelle
Che si spenga l’elettricità nelle strade
Riposa solo un po’ le tue dita
Voglio vedere chiara la tua faccia
La nostra visione delle cose potrebbe essere diversa
Anche se abbiamo quasi gli stessi occhi
Vediamo però lo stesso grosso strato di terra sulla superficie di questo pianeta
E oltre la nostra storia piena di scene drammatiche, abbiamo menti diverse
Entrambi avevamo ragione
La luce del giorno è quella che ci aiuta a vedere le cose per quel che sono,
temporaneamente
La notte è il fatto che siamo oggetti opachi
che si muovono su una massa sferica opaca
Sospesa nello spazio.
I dettagli della luna sono confusi e mimetizzati
Come una compressa effervescente
Che nuota in un bicchiere d’acqua mezzo vuoto!
Bevi la tua tazza di caffè serale con la passione
che avevi lasciato arrugginire
Strapperò l’ieri e lo butterò dalla finestra
Pulirò per la sesta volta il posacenere
E ripeterò la stessa canzone
quando gli operai dalle impalcature vicine
faranno rumori scurrili
In quanto essere umani potevamo rimanere primitivi
Riprodurci sessualmente in modo regolare
Ma l’insistente bisogno umano di mantenere la forma del gregge
Ci ha indotti a produrre banconote più leggere delle tavolette di sale
E non commestibili!
Non posso avere nostalgia di te
Devo mantenere la mia salute mentale
Devo mantenere quella calma che permette agli insetti notturni
Al latrato dei cani in lontananza
E a qualche macchina che passa nella strada vicina…
di continuare a praticare le stesse cose… solo per divertimento
Il domani non lo possiamo vedere
Il Tempo è l’unica cosa che i nostri sensi non possono realizzare-
Ed è per questo che scivoliamo con facilità nei verbi al passato
E non possiamo farci niente!
Il freddo domina la mattina
Il fumo sale a forma di anello come bocca spalancata in uno sbadiglio
Il mio rapporto con il tempo è ancora teso
E dovrei pure dormire un po’!
Nome di un sogno al maschile
Rhizoma, Generation in Waiting
(trad. Sana Darghmouni)
Mentre sei dedito a santificare le tue afflizioni,
come fai a non notare che le tue vene faticano
a iniettare d’insonnia i tuoi occhi?
Non hai forse notato
sui marciapiedi della notte i cuori degli abbandonati
allontanarsi, così tante volte, dalla tua vista?
Fino all’arrivo dell’alba
I sistemi della notte funzioneranno
quando l’alba sarà arrivata sui confini delle dense nuvole
nel soffitto della tua immaginazione.
Forse non hai neppure notato …
quanto ami interpretare le arterie delle donne
e i corpi gettati sulla superficie di memorie
di un tempo lontano?
Intrise del fango dell’interpretazione sono le tue pagine
e, di queste, non sono state lette che poche lettere.
Come te,
in queste pagine tutte le lingue conosciute sulla terra
si sono esaurite per coniare un nome
che ricordi la tua definizione dell’io.
Un calamaio gravido di probabilità è il tuo nome
La tua corporatura sfida ogni definizione
di armonia degli organi.
Vieni laddove il tuono ti potrà vedere per dissolvere
il tuo corpo logorato,
dove farà risorgere la tua anima come nuvola, seguita da una pioggia
scrosciante vita che dichiara il tuo nome meno di un sogno
e che non sarà tale, finché non saprai rinunciare
alle definizioni di dubbi piaceri e di ebbre notti,
e alle bocche che acclamano i nomi sacri dell’amore.
Vieni poiché lunga è la notte per l’amante,
eppur non basta per incidere il suo piacere
su corpi saturi di profumo di pesche
e sommersi nei piaceri proibiti della notte.
Vieni laddove la nube trasporta la tua forma malaticcia
e strappa la tua anima al suo esilio,
a un cuore che acclamava l’assenza di briciole d’amore nelle sue stanze,
e ai miraggi della presunta patria a cui credevi di appartenere,
in ogni granello della sua terra.
Da quando in qua rispetta le leggi del traffico il vento?
Da quando in qua
si arresta davanti al tuo semaforo rosso?
Da quanto tenti di persuaderlo a una tregua
per raccogliere qualche parola
o qualche notizia inadatta ormai alla stampa?
Saranno i tuoi occhi a confessare che l’insonnia
ha violato i segreti nascosti della notte
e neppure questa manterrà a lungo il silenzio.
Idolo è il tuo cuore rinnegato dalle tue arterie
e tra le sue mani queste non sacrificano più vene
in tributo al trono di belle divinità.
Il tuo nome non mi riguarda
non può assolvere tutti i miei peccati di aridità
e non intercede presso la notte per evadere dalla sua solitudine,
il tuo nome è un numero perso …
un fardello che ti ha rotto la schiena!
Il tempo sta peggiorando
Epicrisi
(Sana Darghmouni)
Il tempo sta peggiorando
e mi assale un malessere generale.
Cosa mi succede esattamente?!
E perché non smettono mai tutti questi uragani?!
Niente ha un colore qui, neppure un gusto … ma molti odori orribili.
La mancanza di respiro… è la situazione regnante,
il silenzio, mia unica scelta.
Il mio petto è un vortice inesauribile di dolore.
Non so cosa fare?!
Cosa posso fare quando mi manchi così tanto?!
Cosa posso fare quando mi rendo continuamente conto che non sei qui?
E che in questo posto mi sto trasformando lentamente in un mostro di disperazione!!
Cosa posso fare quando è il freddo ad appropriarsi di tutti i miei organi,
e quando ho bisogno di baciarti…
quando mi mancano il sapore delle tue labbra…
toccare il tuo collo… i tuoi seni…
l’aroma dei tuoi capezzoli e il calore del tuo corpo mitologico?!
Poi mi trovo avvolto in una maleodorante coperta da pezzenti.
Circondato da un’impertinente aumento di ruggine, scarafaggi,
insetti e formiche,
simile all’impertinenza delle persone che mi circondano ovunque?!
Cosa posso fare quando continuano a pugnalarmi alle spalle…
dal davanti …
e da tutte le direzioni, quando piovono abbondanti e senza fine le delusioni,
quando continuo a ricevere dolorose bastonate sulle gambe dal vile mondo?!
Quando sento che la resistenza è un atto inutile, e allo stesso tempo…
unica scelta.
Quando mi abbatto da solo come una statua senza valore.
Mi ammucchio come una cenere pesante …
e tutti cercano di ferirmi e vendicarsi su di me
senza alcuna ragione … arbitrariamente e con estrema maestria mi fanno del male …
Quando con tutta la loro perversione mi derubano
e mi invidiano per tutto questo dolore che ha colpito i miei nervi
gonfiandoli fino a fargli perdere la loro identità …
Quando mi negano il diritto di obiettare e quello di lamentarmi ..
E mi rinfacciano
il mio naturale diritto alla vita.
Poi raccolgono i miei frutti e con le asce della viltà si accaniscono contro la mia radice
cercando di farmi cadere.
Quando con estremo orgoglio tradiscono…
e ingannano con grande fierezza,
gettandomi su macerie nocive maleodoranti.
Mi odiano senza motivo. Alcuni addirittura mi odiano senza
neppure conoscermi o sapere qualcosa di me … e provano a farmi del male
e persino vendicarsi senza conoscerne la causa.
Cosa posso fare quando sono costretto a stare nudo e bagnato
in mezzo a una cieca bufera di neve.
Resistendo, contro la mia volontà, alla caduta.
Quando non viene la caduta.
Quando non viene la morte,
Quando non finisce mai niente?!!!
I baffi di Frida Kahlo
Epicrisi
(trad. Chiara De Luca)
Ignorerò l’odore del fango, e il bisogno di ammonire la pioggia,
e il fuoco che da allora m’imperversa in petto.
Cerco il giusto conforto per la mia situazione,
che m’impedisce di leggerti le labbra sebbene lo voglia
O di spazzare via le gocce di nebbia dai tuoi petali rossastri
O di abbassare il livello di ossessione
che mi schiaccia se mi accorgo che non mi sei accanto in quel momento
E non lo sarai…
Quando sono costretto a giustificare
la mia posizione davanti al silenzio punitivo della notte
Fare come se la terra fosse muta, mentre la vediamo in distanza,
e che tutto quel che tra noi è avvenuto
non fosse altro che un brutto scherzo spinto troppo oltre!
Dovrò scansare la mia memoria
E affermare che ho dormito bene.
Ho dovuto stracciare le domande
Che sono giunte in cerca di fondamento,
per avere risposte convincenti.
Le domande che, per motivi molto personali,
sono giunte dopo il crollo del punto di domanda.
Cosa pensi dei giorni che ho trascorso senza di te?
Delle parole evaporate tanto in fretta dal mio greve dolore?
Dei nodi che mi sono stati posti in petto come alghe morte?
Ho scordato di dirti che ci siamo abituati all’assenza (tecnicamente parlando)
E che le speranze hanno perso la strada per i tuoi desideri
E la mia memoria è roccia che subisce l’erosione.
Che sono ancora a caccia della luce, non per vedere,
ma perché il buio fa paura… anche se ci siamo abituati!
Basteranno le mie scuse?
Per tutto quel che avvenne mentre cercavo d’inventarmi scuse convincenti.
Per ogni volta che la gelosia si è accesa nel mio petto
Per ogni volta che la disperazione ha rovinato uno nuovo dei miei giorni bui
Per ogni volta che ho detto
che la giustizia avrebbe avuto crampi mestruali
e che l’amore era un uomo dalla mente debole nell’autunno
degli anni con disfunzione erettile!
Lascia che lo specchio spieghi quanto sei bella!
Spazza via quel mucchio polveroso di parole e respira a fondo.
Ricorda quanto ti ho amata e come il tutto si mutò in cortocircuito
che avrebbe potuto causare un enorme incendio… in un magazzino vuoto!
Tempi tesi
Epicrisi
(trad. Giuliano L. Landini)
Tempi tesi per me,
e il sonno è come quello di un adolescente appena colpito dall’amore.
Ignorerò lo stato in cui versa il mio cuore
e i turbamenti che nella mia mente gorgogliano come acqua
oltre il punto di ebollizione.
Sono una parte dell’universo su cui l’universo getta la sua rabbia,
una parte della terra di cui la terra si vergogna profondamente
un miserabile essere umano verso il quale
altri esseri umani non possono mantenere la neutralità.
Neutralità: un’illusione
come tutte le virtù di cui parlano gli umani,
spudoratamente teorica.
Verità è un termine inadeguato, proprio come Uomo,
e l’amore si dimena,
miserabile mosca
intrappolata in una teca di vetro.
Libertà è molto relativa:
Tutto sommato viviamo in una prigione circolare
con sbarre di ozono:
e quando veniamo liberati
il destino è morte certa.
Sono incapace di ridere.
Assolutamente incapace anche solo di sorridere.
Ed al contempo, incapace di piangere.
Incapace di agire come un essere umano
e non mi inquieta affatto
sebbene sia doloroso,
posseder un corpo ricoperto di lieve peluria,
camminare su due arti,
dipendere totalmente dalla mente,
essere attratto dai propri desideri sin al limite estremo,
vedere intrappolata la propria libertà,
altri che hanno deciso di ucciderti,
e perdere coloro che ti sono cari
senza poter dir loro addio.
A cosa serve l’Addio,
se non per lasciare impronta di tristezza?
A cosa serve un’incontro?
A cosa serve l’amore?
A cosa serve essere vivi
mentre altri muoiono sopraffatti dal dolore
provato per te?
Ho visto mio padre per l’ultima volta attraverso uno spesso vetro
poi se n’è andato, per sempre.
Colpa mia, diciamo.
Perché, diciamo, non sopportava l’idea
di vedermi morire prima di lui.
Mio padre è morto e dalla morte mi ha lasciato assediato
senza ch’ella mi terrorizzi a sufficienza.
Perché la morte ci spaventa a morte?
Mio padre se n’è andato dopo aver trascorso
molto tempo sulla superficie di questo pianeta.
Non gli ho detto addio come avrei dovuto
né offerto il pianto come avrei dovuto
Ero incapace di versare lacrime,
come è mia abitudine, col tempo sempre più negativa.
I soldati mi circondano
vestiti d’uniformi stinte.
Leggi, regimi e statuti, mi assediano.
La sovranità mi assedia,
istinto assolutamente concentrato
che le creature viventi non possono scuotere.
LA solitudine mi assedia,
mi soffoca
e mi soffoca la depressione, l’angoscia, la preoccupazione,
il rimorso di far parte della razza umana,
questo mi uccide.
Mi è stato impedito dire addio a tutti coloro che porto nel cuore
ed andatisene, benché solo per il momento.
Mi è stato impedito offrire una buona impressione nell’ultimo incontro.
Poi ho ceduto ai fucili della nostalgia
puntati sul mio cammino.
Ho rifiutato alzare la mano
e sono rimasto privo di potere.
Poi il dolore mi ha legato
incapace di costringermi alle lacrime.
La Consapevolezza mi lacera da dentro
e uccide ogni mia possibilità di sopravvivenza.
La Consapevolezza mi uccide lentamente
e troppo tardi è per trovare una cura.
(Poesia composta nella primavera 2016 a memoria del padre)
Dentro il cielo
Epicrisi
(trad. Sana Darghmouni)
Il profumo della noia riempie la stanza,
il mio cuore, un libro marcio coperto da uno spesso strato
di polvere,
il posacenere è troppo familiare
e i pensieri si attaccano alle pareti come mosche stanche.
Un ragno disoccupato si affaccia su alberi assonnati,
alcuni rumori all’esterno
e il freddo padroneggia sulla situazione.
Crepe di pelle
Epicrisi
(trad. Sana Darghmouni)
Il mio paese è passato di qua
calzando la scarpa della libertà…
poi se n’è andato, lasciando la scarpa alle sue spalle,
correva con un ritmo travagliato …
come il ritmo del mio cuore,
il mio cuore che correva verso un’altra direzione …
senza una giustificazione convincente.
La scarpa della libertà era consumata, vecchia e finta
come il resto dei valori umani in tutte le loro dimensioni.
Tutto mi ha abbandonato e se n’è andato …
inclusa te.
La scarpa è un’invenzione sconcertante
dimostra la nostra ineleggibilità
a vivere su questo pianeta,
dimostra la nostra appartenenza ad un altro luogo
in cui non abbiamo bisogno di camminare molto,
o che il suo pavimento
è arredato con ceramica economica …
scivolosa!
Il problema non sta nello scivolare …
tanto quanto nell’acqua,
nel calore … nel vetro rotto … nelle spine …
nei rami secchi e nelle rocce appuntite.
La scarpa non è una soluzione perfetta
ma in qualche modo adempie allo scopo desiderato
esattamente come la ragione
e come la passione.
La mia passione si è estinta
da quando te ne sei andata l’ultima volta,
non posso raggiungerti più
da quando sono stato detenuto
in una cassa di cemento
sostenuta da barre fredde di metallo
da quando mi hanno dimenticato tutti …
a cominciare dalla mia libertà … e a finire dalla mia
scarpa affetta da una crisi di identità.
Separazione automatica
Epicrisi
(trad. Sana Darghmouni)
Nel tentativo di abbaiare, il corvo inevitabilmente fallirà
al momento non abbiamo una prova convincente che il
sole possa grondare sudore
o cadendo nell’oceano possa trasformarsi in una grande
palla di carbone
per potere divino!
Ora la nostra vita è minacciata dall’acqua, ma non possiamo
vendicarci,
siamo pronti a rinunciare al nostro orgoglio solo quando
ci accorgiamo della nostra impotenza
o che la salute ci abbandona!
Peccato non poterci più incontrare…
Peccato che non potrai più segnare la mia schiena con
graffi regolari
né sentire i miei sospiri, quando ti muovi su di me con
prevedibile grazia.
Sai che ho strappato ogni pagina del mio quaderno
e che produrre carta continua a minacciare seriamente la
vita degli alberi!
Sono un animale…
nudo… di debole struttura, cammino su due zampe.
Mi innamoro, ed esagero nell’odio.
Sento fame… ed estremo e imbarazzante è il mio bisogno
di aria, minimo quello dell’acqua.
Mi aggrappo molto alla vita, e i miei motivi meno convincenti
di quelli del lupo
quando entrambi abbiamo bisogno di uccidere.
Il desiderio è una specie di bisogno…
Assomiglia alla paura esagerata delle donne per gli insetti
domestici!
Vi è una grande differenza tra il dolore e la morte,
solo con la vita può esserci la paura, e le rocce non rappresentano
un ostacolo per
l’istinto di espansione,
ma l’espansione e l’istinto… la presenza della chimica e
la pianta di papavero
sono questioni più realistiche della presenza delle rocce
che non sanno leggere!
Sono stanco dei miei attributi
stanco del mio nome
stanco della mia capacità di sopportare
stanco del mio corpo pieno di errori
stanco della mia mente troppo matura
della mia rabbia, della mia delusione, della mia risata
spontanea,
della mia insonnia, della mia lunga attesa, della polvere,
della luce del sole, della pioggia, di te.
Sono stanco di inventare scuse per la notte
stanco di un dolore che porta il mio nome
e di una farsa che ha oltrepassato i limiti,
sono stanco di… Me!
La morte è un’idea semplice…
La morte significa che è senza valore
tutto ciò per cui abbiamo vissuto!
La morte non è affatto passibile di comprensione
perché la nostra mente in quel momento smetterà semplicemente
di funzionare
per il bene del nostro corpo gelido e gonfio di pallore!
Per tua informazione
la vita non è così brutta come nei film
e nemmeno bella come in un sogno compiuto.
E sempre per tua informazione
dopo un po’ di tempo, non potrai più essere sicura della
mia esistenza
non perché sarò altrove a praticare la felicità
come succede spesso nella vita reale,
ma perché la vita reale è l’unica cosa
che non mi potrà mai accadere, nemmeno per quello sbaglio
che insisto finora a commettere.
Kodak
Epicrisi
(trad. Sana Darghmouni)
Le vecchie immagini non ci rappresentano più
non sono invecchiate come noi
non si sono ristrette come i nostri corpi
o gradualmente svanite come le nostre menti.
Si sono soltanto… sbiancate come i nostri ricordi che non
sono più una realtà
da quando sono state superate dal tempo.
Semi finale
(trad. Sana Darghmouni)
Il nostro discorso sull’amore è arrivato troppo tardi
come due giocatori ritirati che parlano di campionati
mai vinti nei loro anni di attività.
La giovinezza.. è il momento ideale per perdere tutto!
Poi arriva il momento del rimorso.
Il rimorso continua ad accumularsi
fino a seppellire completamente le nostre rovine
e l’esplorazione diventa compito di altre persone …
a cui la nostra storia non significa nulla,
quanto la loro ricerca di minerali
utili ad una vita migliore.
Ti ho amata in passato ..
Molto .. quando l’amore aveva un significato!!
L’amore si asciuga, si frantuma e viene portato via dal vento
come una foglia a metà ‘autunno.
L’amore non è un albero
l’albero è troppo logico per avere un senso.
Non esiste una cosa chiamata significato
se non nella mente umana .. che non esiste a sua volta!!
La tristezza può esistere, in forma casuale.
La delusione in forma più intensa,
e con un colore scuro fino all’oscurità
L’oscurità è diventata più confortevole ..
Non mi fa vedere la verità delle cose.
Non posso sopportare la bellezza della verità .. o la sua bruttezza!!
Lei non era così bella
Lui non era così brutto.
Capisco la tua delusione
mi sono abituato,
la respiro nella realtà
la uso come antidepressivo
come calmante del dolore
e anti-insonnia.
Dammi qualche minuto dei tuoi pianti
lasciami continuare a cadere
completare il mio processo di annientamento
diventando lentamente il singolo atomo di carbonio
su cui può essere basata una storia completamente nuova.
Questo non è un tipo di speranza
la speranza, come l’amore, è una sensazione temporanea
scompare .. così .. senza una ragione
E appare .. così .. senza una ragione
senza introduzioni ..
senza alcuna giustificazione!!
Brucio come ogni sigaretta che fumo
barcollo come un albero di ricino inutile
cado come una cenere pesante
rotolo come una lattina di Coca vuota
su un asfalto di cattivo umore,
poi mi ritrovo costretto a cicatrizzarmi
e fingo la compattezza in un modo patetico!!
Ti abbraccio per consolarti
provo a controllare il singhiozzo che oscilla tra i miei polmoni
e cerco un modo più semplice per respirare.
Ingoio il futuro con alcuni sonniferi
e mi butto sul letto maleodorante del presente
aspettando che mi visiti il passato in un sogno!!
A4
(trad. Sana Darghmouni)
Una biro blu…
un pennarello nero…
I colori sono una chiara dichiarazione…dai toni forti!
Ho completato il quadro molto tempo fa
ma non mi curo più di appenderlo da nessuna parte.
Le mie pareti sono scomparse moralmente,
dopo che mi ha logorato l’esservi rinchiuso
sebbene l’effetto delle pareti sia meno sporco delle sbarre
e del ferro che fa bene alla salute.
Conosci bene la mia posizione sul quadro
come espressione…
poi l’assenza che ne seguì
e tutte le altre storie ..
che non hanno mai smesso di accadere
da quando ti ho offesa con parole oscene…
l’ultima volta.
Non ho mai smesso di amarti
anche se non ho appeso il quadro
ma il rosso è diventato più complicato …
del semplice amore.
Inoltre le cose non sono finite qua,
sono diventate una questione di dimostrare l’esistenza
di un principio .. e delle conseguenze di quel principio ..
che mi è costato caro ..
E mi chiedo ancora .. cosa avrò in cambio dei cari prezzi
che continuo a pagare?!
L’averti persa… ad esempio.
E l’aver strappato il quadro di Tom Waits
precisamente mentre cantava:
(I miss your broken China voice).
Non sono ancora capace di descrivere la tua voce in modo degno
o di paragonarla a qualcosa di talmente bello
che assomigli alla bellezza della tua voce.
La somiglianza
è una pura futilità,
e il quadro è smarrito con la spazzatura dei brutti tempi
che mi affliggono ancora impotenza
e doppia oppressione.
Come finirà un amante fallito come me?
E come mi guarderò allo specchio …
dopo due decenni, ad esempio ..
Come mi vedrò?
E come ti vedrò ?!
Nel caso la vile coincidenza ci dovesse unire più avanti.
Non sono mai stato bene un giorno
e nemmeno lo sarò nel prossimo futuro.
Non si tratta dei capelli grigi
e nemmeno delle rughe o dei segni crudeli del tempo
né delle malattie della vecchiaia
Ma si tratta del mio cuore
che è ancora e rimarrà un bambino spaventato in cerca di risposte
soddisfacenti…
che zittiscono le sue ingenue domande su un mondo
di cui non può contenere la bruttezza!!
Lascerò la questione alla polvere …
per cancellare le tracce dei molti libri
che hanno aumentato quella paura del mondo ..
E all’oblio che si comporta
come un vecchio fumatore che ha il cancro ai polmoni.
Finirò per essere un pianeta
che si è appena sbarazzato di tutte le forme di vita
susseguitesi sulla sua superficie milioni di anni fa,
e il cui sole si è spento completamente
per diventare un blocco gigante …
di puro carbone!!
Fonti:
International Freedom of Expression Exchange
Al-monitor
The Culture Trip
Raseef22
Wikipedia
* Wikidata indica 12 gennaio 1980, La Mecca
Alcune immagini inserite negli articoli pubblicati su TerzoPianeta.info, sono tratte dalla rete ed impiegate al solo fine informativo. Nel rispetto della proprietà intellettuale, sempre, prima di valutarle di pubblico dominio, vengono effettuate approfondite ricerche del detentore dei diritti d’autore, con l’obiettivo di ottenere autorizzazione all’utilizzo, pertanto, laddove richiesta non fosse avvenuta, seppur metodicamente tentata, si prega comprensione ed invito a domandare immediata rimozione, od inserimento delle credenziali, mediante il modulo presente nella pagina Contatti.