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Castello di Sammezzano, un Opera d’Arte senza Pace

Immerso nel verde della Toscana, tra le colline del Valdarno e del Chianti, il Castello di Sammezzano è un autentico gioiello d’arte architettonica, il più importante d’Italia in stile orientalista.

Situato nei pressi di Leccio, località nel comune di Reggello, il Castello è raggiungibile percorrendo due diversi sentieri che attraversano un parco di circa 65 ettari.

Appartenuto alla famiglia dei Gualtierotti, degli Altoviti e poi dei Medici,
nel 1605 venne acquistato della famiglia Ximenes D’Aragona, ma dovrà attendere oltre due secoli prima di trasformarsi in una straordinaria dimora in stile moresco.

Castello di Sammezzano

Sarà infatti il marchese Ferdinando Panciatichi Ximenes d’Aragona, proprietario dal 1816, a farne un luogo incantato, circondato da querce, abeti, cedri e un gran numero di sequoie, tra le quali la cosiddetta “gemella”, che con i suoi 54 metri è la più alta d’Italia.

Politico di primo piano nel Graducato di Toscana, il marchese ebbe una vita contraddistinta da cultura e passione. Ingegnere, architetto, amante dell’arte ed esperto in botanica, sua fu l’iniziativa di circondare il Castello di sequoie, acquistando il primo esemplare nel 1864 al costo di 224 lire.

Tutto quanto lo riversò per la ristrutturazione del Castello, ne modificò l’impianto e alle già numerosissime sale ne aggiunse di nuove e ciascuna, volle che fosse un’opera unica e tra le più famose si possono menzionare la Sala dei Pavoni, degli Amanti, degli Specchi, la Sala Bianca e quella del Non Plus Ultra.

Castello di Sammezzano

Visitarle non può che far volare l’immaginazione alla celebre raccolta di novelle orientali “Le Mille e una notte“, ma nonostante la sua straordinaria bellezza, anche dovuta all’attenzione per i materiali adoperati, dopo la scomparsa di Ferdinando Panciatichi Ximenes d’Aragona, il Castello ha avuto una vita travagliata.

Diventato prima hotel e poi ristorante, per lungo tempo fu abbandonato a se stesso, un destino ingrato per l’amore immesso nella realizzazione di un monumento di tale fascino, costituito da sale e corridoi che danno l’impressione di trovarsi all’interno di un meraviglioso labirinto, colmo di scritte e simboli esoterici.

Incastonato in quel parco che oltre alla folta vegetazione custodisce grotte, statue, vasche e fontane, il Castello si è visto negli anni ignorato nelle aste andate deserte, per poi essere acquistato nel 1999 da una società italo-inglese, la Sammezzano Castle Srl, che avrebbe dovuto rilanciarlo, senza però riuscirvi.

Castello di Sammezzano

All’asta dal 2015, il futuro di questo patrimonio sembrava ormai essere nelle mani della Helitrope Limited, società degli Emirati Arabi che lo scorso 8 maggio, fu l’unica ha presentare un’offerta superando di 400mila euro la base d’asta fissata a 15 milioni.
Depositato il primo assegno con un massimo 120 giorni per completare la compravendita, tutto si è bloccato a causa di un ricorso fatto dalla Kairos Srl, che nei mesi scorsi aveva acquistato parte dei debiti della fallita Sammezzano Castle Srl e che fuori asta ha poi proposto una cifra superiore.

Castello di Sammezzano

Il Tribunale di Firenze ha così deciso di accogliere il ricorso, annullare la vendita all’asta e rinviare a nuova udienza che si terrà il 12 ottobre prossimo.

Dal 2013 è un gruppo di volontari riunitisi nel “Comitato FPXA“, a garantire le visite al Castello in determinati periodi dell’anno e tentandone encomiabilmente la riqualificazione.
La speranza è quindi che un nuovo proprietario arrivi presto, regalando una piccola felicità anche a Ferdinando Panciatichi Ximenes d’Aragona, togliendo dall’inevitabile degrado la sua creatura riservandole il dovuto rispetto.

Castello di Sammezzano

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