“Biliardo a Gibilterra”, di Antonio Asmodeo
Biliardo a Gibilterra
di Antonio Asmodeo
Ho spinto in buca “balle” di ogni genere.
Colorate rosse bianche e nere.
Pesanti come montagne
cadute di colpo in voragini scure.
Cosi strette da sembrare giovani fiche.
Le ho spinte con la mia stecca
Nel retro scorticato
Di un vicolo cieco,
dove il buio della strada
era cosi fitto e freddo
da sentirti già morto.
Ho spinto palle in buca
alle nove e mezzo
e piegandomi per mirare
ho sparato a Heinrich Böll.
Un tonfo e ho sentito quel crucco
precipitare come un peso inutile.
Quanti tiri andati a vuoto
e quanti colpi azzeccati.
In fondo non c’è altro da fare
In certe sere vuote.
Cosi stanchi e fatti e soli
che non hai più voglia di nulla.
E ti siedi e aspetti le lancette che vanno,
regolari, precise,
nei monotoni scatti.
Fino alla prossima tacca
un altro traguardo,
un altro giro
e domani ricominci.
Ancora una partita
ancora un’emozione
ancora una volta con la tua stecca in mano,
sulle sponde del mondo
mirando il pertugio
che attende voglioso un’altra imbucata,
ancora una palla!
Immagine in evidenza:
Vincent van Gogh (1853-1890), Il caffè di notte, 1888
Yale University Art Gallery, New Haven
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