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“Acerba distanza dei sensi”, di Francesco Luca Santo

 

Acerba distanza dei sensi

di Francesco Luca Santo

 

Acerba distanza dei sensi
nell’elettrodo carico
di nervature inquiete

mastico barbari presenti
nell’oscuro futuro
di un passato carente

e se poi giocasse
ancora con me
quella brezza delirante
che vuole semenza
dalla mia terra

oh come vorrei
correre fra i tuoi pensieri
poterli baciare e indorare
col mio ricamo diurno

serrando le palpebre al cielo
volo nei boulevard di fuliggine
ardenti e casti
che dal calvario dei Padri
mi ridonano la sera

 
 
 
 

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