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“Siate così”, di Antonio Asmodeo

Salvador Dalí (1904-1989), Crucifixion (Corpus Hypercubus), 1954 [cc by-nc-nd 2.0]

 
 

Siete così

di Antonio Asmodeo

 

Siete cosi
animali tra la folla, smaniosi di prede,
cocci crepati ricolmi d’odio,
che vomitano discorsi senza forza,
mentre l’utile vi ammira
imbavagliato a tinte sconce,
tra Bur-ka colorati e capelli neri
e sguardi accesi della peggiore ira.
Siete sempre stati così
cassetti svuotati dei migliori ricordi,
con librerie traboccanti di menzogne.
Senza più distinzione tra verità e terrore
con storie tutte uguali
che ruttano risentimento
e suonano arpe intarsiate d’invidia.
Con gli occhi minuscoli,
dietro finestre sbarrate,
a gettarvi nell’immensa strada,
dove l’identità svanisce in un traffico agitato,
nel rombo delle grandi auto blindate.
In questa tragedia siamo nati,
e in mezzo a questo anch’io, mi muovo.
Silenzioso, come il fumo del pane caldo,
Invisibile, come la teiera di Bertrand.
In mezzo a voi mi consumo,
tra milioni di esistenze indaffarate,
che corrono con gli auricolari,
che portano i bambini a scuola,
che vanno dai parrucchieri sempre pieni,
così occupati da ordinarvi in fila
come lussuosi campi di concentramento.
Siete così Immensamente presi
da non poter più vivere,
incapaci di fermarvi
incapaci di guardarvi
in questa morte che tutti noi siamo.
Storditi da schermi luminosi
Incatenati a televisori così grandi,
da venirne risucchiati.
Che comprano barche parcheggiate
e auto troppo perfette
e domestici elettrici a cui dare ordini.
Così meccanici da odiare ogni pensiero,
così profeti da smarrire ogni fede.
Siete così
Il tempo di un attimo che nessuno cercherà,
un alone di speranza
l’ombra di un sospetto.
E ad alcuni la morte,
ad altri l’autopsia,
ad altri ancora il silenzio,
e gli occhi bui e spenti.
Resteranno cassetti di botulino
e pillole blu,
con i denti finti
di tutte le risate ipocrite.
Ci saranno protesi di vanità
nel talamo di signora Morte
alle teste levigate, chiome dorate
alle costole vuote, pugni di silicone.
E in tutto questo vi sarà solo orrore
e un tremendo bisogno di oblio.
Non sfuggirai al tuo inferno
come ad un cattivo ricordo,
come un pensiero fisso
nelle menti vuote di chi odia di più.

 
 
 
 

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