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“Anima e Mortadella”, di Antonio Asmodeo

Isaac Soyer (1902-1981), Agenzia di collocamento, 1937

 
 

Anima e Mortadella

di Antonio Asmodeo

 

Molta gente non fa che ucciderti.
Ci sono orde di assassini per le strade
con la fondina piena di parole,
che fa troppi discorsi in cui crede,
che non importano a nessuno.
E te li sorbisci
mentre pensi di stare altrove,
e li guardi
sperando di scappare via.
Sono pieni dei loro discorsi,
così profondi da essere incomprensibili.
Un inferno di cose da fare
di cose da dire
a tutti i costi,
come una lavoro inutile
che ti consuma,
per continuare a mangiare
e cagare il tuo stipendio.
E sembrano interessati
in questo chiacchierare continuo,
la politica
l’amore
Il profilo
così interessati da escludere chiunque.
Un enorme farfuglio di lamentele inutili
che ti fa fuori,
che ti annienta e ti oscura
esaltandosi.
Ma vogliono essere amati per questo
e si aspettano che li ami per questo.
E insistono con la vita
e danno lezioni sulla vita
con così tanta anima da annegarti
e tengono stretti quest’anima
mentre vomitano idiozie
leccando le loro ferite di sera,
nascosti dal loro pubblico.
Non credo nella loro anima
perché l’anima vera è silenziosa
sa tacere
sa buttarsi nelle bettole
e sa parlare alle puttane
e sa ascoltare il fragore della notte.
Non ho bisogno della loro anima.
Ho così tanta anima da gettarla in strada.
Come un viaggiatore cencioso
che prende passaggi da sconosciuti.
E la mia anima è di chiunque
come un’aria torbida che ti affama
fatta a pezzi
come un vaso rotto
carico di cicatrici.
Ad ognuno un coccio.
L’anima è un dono che contamina
non puoi imprigionarla
O legarla al guinzaglio del tuo orgoglio.
Vuole volare
vuole barcollare
L’anima vera vuole scuotersi.
E se non ce la fai
Barattala.
Lascia perdere l’anima,
se devi morire dentro
rinuncia.
Se devi smettere di amare
fanne a meno.
C’è molto più amore
in un panino e mortadella.
Si può amare anche un panino
In certi giorni.
In certi giorni
fa fuori l’anima
mangia un panino con carne suina.

 
 
 
 

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