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Easy Rider: Disco d’oro per la colonna sonora

 
 
Il 19 gennaio del 1970, la colonna sonora di Easy Rider, capolavoro cinematografico indipendente diretto ed interpretato da Dennis Hopper, Peter Fonda e un memorabile Jack Nicholson, vinceva il disco d’oro.

Jimi Hendrix con “If 6 was 9”, i Fraternity on Man con quella che poi è diventata la loro canzone di maggior successo, ovvero “Don’t Bogart Me”, ma ancora gruppi come i Byrds, gli Smith, i pionieri dell’acid folk The Holy Modal Rounders, gli Electric Prunes, Roger McGuinn con “Ballad of Easy Rider” e “It’s Alright, Ma (I’m Only Bleeding)”, brano quest’ultimo tra i più infuocati del repertorio di Bob Dylan, il menestrello attacca il consumismo, le guerre, le ipocrite contraddizioni di quella America che il film narra mostrandone l’intolleranza ed il bigottismo, contrapposti al desiderio di libertà, che nessuno meglio degli Steppenwolf, ha saputo rappresentare con il pezzo che è inevitabilmente divenuto simbolo di tutto quanto, “Born To Be Wild”, nati per essere selvaggi.

Pellicola e colonna sonora sono carne e respiro della medesima anima, Easy Rider è uno spaccato duro e crudo dal finale drammatico come non poteva essere altrimenti, sogni e silenzi che s’infrangono contro l’intolleranza, il bigottismo, descrivendo l’aria di quelle rivolte giovanili intrise di gioia e che di gioia volevano esplodere e abbeverarsi, onda improvvisa che lentamente ha smarrito energia senza però spegnersi del tutto, come una rivoluzione mai portata a termine, ma che in fondo, il mondo l’ha cambiato davvero e probabilmente reso migliore di come sarebbe stato.
 
 
 
 

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