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Alessandro Alessandroni: Un Fischio nella storia

Alessandro Alessandroni è stato uno dei musicisti più originali della sua generazione, un talento che ha contribuito a rendere eterne colonne sonore e film. (https://terzopianeta.info)
 
 
Alessandro Alessandroni, un nome che a più di qualcuno probabilmente non dirà nulla di particolare, ma ben pochi sono quelli che possono affermare di non conoscerne e di non averne amato il talento, meraviglioso protagonista di film diventati leggenda e forse, a renderli indimenticabili, più che gli attori sono state le note.

Parliamo in particolare di pellicole come Per qualche dollaro in più (1965), Il buono, il brutto, il cattivo (1966), C’era una volta il west (1968), Giù la testa (1971), Lo chiamavano Trinità (1970), capolavori western in cui le musiche portano la firma del Maestro Ennio Morricone, tranne l’ultimo in cui l’autore è Franco Micalizzi, ma in tutte, Alessandro Alessandroni è ilFischio”, con tanto di maiuscola, perché è così che lo chiamava Federico Fellini.

Non sono questi gli unici film impreziositi da quel sibilo che suonò le armonie come nessuno strumento, nessuna voce per quanto soave, avrebbe potuto fare allo stesso modo e benché fischiatori dal talento assoluto ce ne siano stati e ce ne siano tutt’ora, basti pensare a Daisy Lumini, Fred Lowery, a quell’usignolo di Ronnie Ronalde, al virtuoso Geert Chatrou, la capacità interpretativa fa sì che nella storia esista un solo ed unico Fischio.

Tutto cominciò per caso, a Roma, quando Alessandroni ebbe modo d’incontrare quel Giovanni Rota Rinaldi, al mondo semplicemente noto come Nino Rota, geniale compositore e padre di musiche intramontabili che hanno fatto da cornice a film come La Grande Guerra di Monicelli, La bella di Roma di Luigi Comencini, Italia piccola di Mario Soldati, Fortunella di Eduardo De Filippo, Il Gattopardo Luchino Visconti, Il Padrino di Francis Ford Coppola e decine sono le collaborazioni con il già citato Fellini, come per La dolce Vita, I vitelloniI clown fino ad Amarcord.

Alessandroni nasce nella capitale il 18 marzo del 1925, benché trascorrerà gli anni dell’adolescenza a Soriano del Cimino, paese di origine della madre e si avvicina alla musica iniziando a suonare la chitarra come autodidatta, ma una naturale inclinazione lo porterà ben presto ad esibirsi in pubblico saltando con estrema spontaneità dal pianoforte al sax, dal mandolino al flauto, dalla fisarmonica al sitar.

Sono gli anni del liceo, cui seguiranno quelli presso il Conservatorio di Roma, al termine dei quali, trovò impiego nella casa cinematografica Fonolux, cominciando a lavorare come chitarrista nell’orchestra di Nino Rota, finché un bel giorno, nel realizzare un colonna sonora, il Maestro chiede se qualcuno è in grado di eseguire un motivo fischiato e senza pensarci troppo, Alessandroni si offre volontario, forse scoprendo un’ulteriore talento che non sapeva neanche lui di avere; almeno fin a tal punto.

Il mito nascerà più tardi però, ovvero quando Ennio Morricone, gli telefonò perché c’erada fare una fischiatina”, racconterà lo stesso Alessandroni anni dopo e si trattava dell’attacco di un brano su cui il Maestro stava lavorando per Sergio Leone, un’opera tra l’altro sulla quale non avrebbero scommesso troppo neanche loro, ma che di lì a poco sarebbe diventata una pietra miliare del cinema internazionale insieme a quella fischiatina. Era il 1964 ed il film in questione, Per un pugno di dollari.

Il sodalizio con Morricone continuerà negli anni, ma Alessandroni è stato egli stesso compositore di numerose colonne sonore e dato che non mancava di avere anche doti canore, dette vita a diversi gruppi vocali tra cui l’ottetto I Cantori Moderni, gruppo con il quale sarà presente in moltissime incisioni della RCA, mentre al Maestro Piero Umiliani, compositore con il quale collaborò a lungo, prestò la voce per un altro brano che ha fatto epoca, nonostante il testo non contenga neppure una parola: Mah-nà mah-nà.

Aveva da poco compiuto 92 anni, quando il 26 marzo del 2017, si spense nella sua casa in Namibia, dove da tempo si era trasferito.

“Le mie parti fischiate sono sul pentagramma e guai a perdere l’intonazione, a sbagliare”

 

 

 
 
 
 

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