Michel Petrucciani, l’uomo oltre la Musica

Michel Petrucciani, Francis Dreyfus -photos Jean Ber

 
 

Michel Petrucciani, l’uomo oltre la Musica

 

Michel Petrucciani, fino a 20 arrivava sul palco tenuto in braccio da un musicista, in seguito sorreggendosi su delle stampelle lasciate poi cadere per salire sullo sgabello e non di rado, capitava che le ossa si fratturassero proprio durante i concerti, esibizioni portate sempre e comunque a termine.

 

 

Alto 97 cm per un peso di 27 chiligrammi, era affetto da osteogenesi imperfetta, malattia congenita che impedisce il normale sviluppo scheletrico e che si rivela attraverso una forte fragilità ossea, ma nonostante le difficoltà, che invero lui benedirà in quanto “costrizione” allo studio senza distrazioni, diventerà uno dei più importanti compositori e pianisti jazz della storia.

 

“io non credo nei geni, ma nel duro lavoro”

 

Michel Petrucciani nasce in Francia, ad Orange, ereditando il cognome italiano dal nonno partenopeo.

La passione per la musica, la riceve invece dal padre Antoine, proprietario di un negozio di dischi e chitarrista jazz, meglio noto come Tony Petrucciani, che per agevolare il figlio allo studio del pianoforte, costruisce per lui una meccanica perché sia in grado di raggiungere, anche se non perfettamente, i pedali. Apparecchio che in seguito costruirà per lui la storica fabbrica di pianoforti, Steinwey & Sons.

 

 

L’amore per il pianoforte, sboccia a soli 4 anni quando in tv assiste ad un concerto di Duke Ellington e appena tredicenne, si esibisce per la prima volta insieme a Liaqat Ali Salaam, batterista che al pari di musicisti come Charlie Parker o Dizzy Gillespie, è considerato tra i padri del Be-Bop, stile dal quale prenderà vita il jazz moderno.

L’incontro e l’amicizia con il noto batterista Aldo Romano, lo porteranno a suonare al Théâtre de la Ville di Parigi, durante il festival del jazz del 1981.

L’esibizione è un successo ed in breve tempo Petrucciani è celebrato dal pubblico quanto dalla critica.

 

 

E’ l’inizio di una carriera unica, durante la quale dividerà il palco con personaggi come Dave Brubeck, Miles Davis, Ray Charles e ancora Roy Haynes o John Scoffield, sino a Riccardo Muti con la Filarmonica della Scala.

I riconoscimenti, seppur di prestigio come il premio dedicato al leggendario chitarrista jazz Django Reinhardt o il Prix d’Eccelence, nonché la medaglia di Cavaliere della Legione d’Onore, non aggiungeranno nulla ad una parabola artistica irripetibile.

 

“quando suono, non mi rivolgo alla testa delle persone, ma ai loro cuori”

 

Nel 1985 firma il contratto con la mitica Blue Note Records etichetta californiana che al tempo, solo per farne alcuni, vantava già nomi del calibro di John Coltrane, Sonny Clark, Clifford Brown, Herbie Hancock….

 

 

Per la casa discografica americana, Michel Petrucciani inciderà 6 album, tra i quali “Power of Three” dell’86, “Michel plays Petrucciani” l’anno succesivo e “Playground” nel 91, autentici capolavori.

Nel 1994 passa alla francese Dreyfus Records e per l’etichetta parigina saranno 7 i dischi, tra cui “Solo Live” uscito nel 1998 e registrato l’anno precedente a Francoforte, in Germania, un biennio quello del 97/98 che vide il jazzista impegnato in centinaia di concerti.

La sensibilità musicale è straordinaria, Petrucciani effonde se stesso in ogni brano, gioia e dolore si scoprono, danzano e si uniscono in quelle note imbevute di tale abnegazione, passione e qualità umana, che fanno della sua musica un’opera senza tempo.

Nato nel 1962, a causa di una polmonite, muore a soli 36 anni.

Giace nel famoso cimitero parigino Père Lachaise…accanto a Fryderyk Chopin.

 

 
 
 
 

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