Pannonica Rothschild, vita della baronessa, mecenate e musa del Jazz
Come sarebbe stato possibile anche soltanto immaginare, per Pannonica de Koenigswarter, che inaspettata tempesta emotiva le avrebbe smosso cuore a ritmo di Jazz, sulle quali note, in lei tonanti, vi(b)rarono palpiti verso l’animo con cui sentimento — deflagratole vulcanico nel petto — si sarebbe ordito indissolubilmente?
Nulla predisse. In alcun modo n’ebbe previa percezione.
Eppure tutto meravigliosamente accadde.
Udì.
Fu pervasa.
S’innamorò.
E si rivisse, funambola sul proprio destino.
Abbi fiducia in te stesso, ogni cuore vibra su quella corda di ferro.
Ralph Waldo Emerson
All’anagrafe Kathleen Annie Pannonica Rothschild, soprannominata ‘Nica’, la donna nacque il dieci dicembre del 1913 a Londra, dal barone Nathaniel Charles (1877-1923) e la baronessa ungherese Rózsika Edle von Wertheimstein (1870-1940), coppia che nel corso del quinquennio antecedente aveva germinato soffio vitale in Miriam Louisa (1908-2005), Elisabeth Charlotte ‘Liberty’ (1909-1988) e Nathaniel Mayer Victor (1910-1990), nucleo familiare risiedendo nella sontuosa dimora Tring Park Mansion — contea Hertfordshire — sebben con alternanza di domicilio in altrettanto regali magioni di proprietà, fra le quali Waddesdon Manor, imponente casa di campagna in stile neo rinascimentale, sita nell’omonimo villaggio di Buckinghamshire.
Elitaria agiatezza nella quale Pannonica crebbe, si tramandava da quasi due secoli, dacché prosperità avendo avuto origine dal nonno del di lei trisavolo paterno, nella persona di Amschel Moses Rothschild (ca.1710-1755), ebreo ashkenazita nato nella Judengasse di Francoforte, ov’egli aveva avviato una piccola bottega nel locale sottostante l’abitazione di famiglia ed a vendita merci — fra cui preziose monete, personalmente fornite alla corte d’Assia — affiancando pratica di cambiavalute, di fatto inconsapevolmente gettando fondamenta finanziarie ai discendenti; degli otto figliuoli avuti dalla moglie Schönche Lechenich (?-1756), fu Mayer Amschel (1744-1812) a dover improvvisamente abbandonare studi intrapresi nella scuola ebraica Yeshiva di Fürth, per potersi sostituire all’intraprendente genitore, malauguratamente deceduto a causa del vaiolo.
In barba alla giovane età e malgrado nuovamente mutilato negli affetti per la perdita della madre, avvenuta dopo pochi mesi, Mayer Amschel Rothschild si dimostrò comunque solerte nel mantenere salde redini e perseverare nel nutrire sapere ad ogni fortuita occasione: svolto apprendistato, protrattosi dal 1757 al 1763 ad Hannover, nel ruolo di cassiere nell’impresa bancaria degli Oppenheim, fece difatti tesoro degli insegnamenti ivi ricevuti, nel mentre perfezionando conoscenze in ambito numismatico, connaturata passione tramite cui seppe trarre notevole profitto sia in qualità di venditore, quanto nell’offrire dotte consulenze ad abbienti collezionisti, fra questi Guglielmo I d’Assia (1743-1821), il quale dopo averne captato ed apprezzato la inoltre maturata valentia nell’amministrazione delle ricchezze di vari mecenati principeschi, lo elesse ad ebreo di corte, affidandogli l’ingente patrimonio e del risoluto ragazzo divenendo lauto patrocinatore.
Abilità gestionale di Mayer Amschel e possibilità d’impiegare denaro su scala internazionale, utilizzando a prestito il capitale messogli a disposizione dal sovrano tedesco, accrebbero gli averi d’entrambi ed in Rothschild maturarono lungimirante proposito di sviluppare la propria attività in Europa, indi avvalendosi di fidata collaborazione dei cinque eredi — insieme ad eguale numero di femmine costituenti nutrita figliolanza donatagli dalla consorte Gutle Schnapper (1753-1849) — e nel 1798 inviando a Manchester il quartogenito, nonché futuro trisnonno di Pannonica, Nathan Mayer (1777-1836); fondata dunque nel 1810 un’istituzione bancaria a Francoforte, titolata M.A. Rothschild & Söhne e la cui dirigenza affidata al primo figlio maschio, creò lungimirante partnership con i rimanenti tre, cosicché dando inizio alla seconda generazione di banchieri Rothschild, insediatisi rispettivamente anche a Vienna, Napoli e Parigi, con gratificante affermarsi d’un casato in ampia ascesa e che nel diciannovesimo secolo si reputa detenesse il maggior patrimonio privato al mondo, frutto di sagaci investimenti, oculata offerta di servizi bancari su larga scala, acquisizioni di titoli statali, commercio di lingotti d’oro, partecipazione a progetti di trasporto ferroviario e tanto altro, al contempo mai mancando di sostenere cause a favore del popolo ebraico e — specialmente in territorio britannico — sovvenzionare istituzioni culturali, artisti, nosocomi, ricoveri per gli indigenti e quanto spirito solidale suggerisse.
Pregiato del titolo di Barone, conferitogli il 29 settembre 1822 dall’Imperatore Francesco I (1768-1835), Nathan Mayer — che sedici anni addietro aveva sposato Hannah Barent-Cohen (1783-1850) — fu capostipite del ramo inglese della dinastia, considerato il più importante, influente e filantropico fra tutti; a direzione della N.M. Rothschild & Sons, da lui avviata nel 1811, subentrò il figlio Lionel Nathan de Rothschild (1808-1879), tra l’altro primo ebreo praticante, annoverato nelle file del Parlamento nel Regno Unito, privilegio del qual trasse susseguente beneficio il terzogenito Nathan ‘Natty’ Mayer Rothschild (1840-1915), nel 1885 elevato al titolo di Lord dalla regina Vittoria (1819-1901), a distanza d’un sessennio dall’aver preso la guida dell’azienda, seguito a compianta dipartita del padre.
A rendere Natty nonno di Pannonica, sarà appunto Nathaniel Charles Rothschild, banchiere in linea agli avi, oltre che seriamente dedito all’entomologia ed autore della The Rothschild List, compilata nel 1915 e presentata alle istituzioni governative di riferimento, con annessa elencazione di 284 aree — visitate nel corso d’una ricerca d’insetti rari e piante non comuni — a suo giudizio idonee a ricever classificazione di riserve naturali e protette.
Interesse di Nathaniel Charles Rothschild per la suddetta scienza, ne occupò la gran parte del tempo libero, futura sposa egli appunto conoscendo nel bel mezzo d’un viaggio intrapreso fra i monti Carpazi e finalizzato alla raccolta di farfalle: marcia verso l’altare con Rózsika Edle von Wertheimstein si consacrò il 6 febbraio 1907, purtroppo unione — frattanto allietata dalla venuta al mondo dell’amata prole — subendo lacerante e tragico strappo, quando l’uomo pose disperata fine alla propria vita, suicidandosi.
E così la piccola Kathleen Annie Pannonica — prossima allo spegnere la decima candelina ed i cui bambineschi occhi, fin ad allora posatisi spensierati su sconfinati giardini, tra verdi manti abbigliandosi della pura meraviglia che il giuoco ricama sugli infanti — subì lo sfregio che la precoce perdita d’un genitore arreca all’anima, tatuandovi staffilante strazio e chissà… Chissà se confortante lieve lenimento le infuse prece ch’era stata abituata a recitare ogni sera.
Cresciuta in Francia ed elaborata sofferenza, nel 1931 Pannonica traslocò a Monaco per dedicarsi allo studio della pittura, perlomeno finché l’avanzata del Terzo Reich non la spronò ad abbandonare la Germania e, in virtù d’attrattiva per l’aviazione, ottenere licenza di pilota a ventun anni, conseguita nella località balneare Le Touquet, presso l’Aeroporto Militare di Lille-Lesquin, lì ove oltre tra rombi di motore, scoccaron scintille fra lei e l’all’epoca trentunenne e ingegnere minerario, anch’egli ebreo, barone, figlio di banchieri ed addestrato al volo, Jules Adolphe de Koenigswarter (1904-1995) — già vedovo di Nadine Lise Raphael (1911-1932) — con cui ‘Nica’ convolò a nozze ottobre del 1935, ad un trimestre dal primo incontro e un biennio più tardi i coniugi eleggendo a nido coniugale Château d’Abondant, seicentesco castello situato nel dipartimento di Eure-et-Loir, nella regione Centro-Valle della Loira: 1936, 1938, 1946, 1948 e 1950, sarebbero stati gli anni siglanti nascite dei figli Patrick, Janka, Barit, Shaun e Kari, benché fra i primi due e gli altri tre, trascorrendo un ottennio, per eventi storici inseritisi in placide esistenze a mo’ di lupus in fabula.
Scoppio del Secondo Conflitto Mondiale e cieca persecuzione nazionalsocialista, condussero infatti Jules Adolphe de Koenigswarter al fronte, rispondendo ad appello alla resistenza del Generale Charles André Joseph Marie de Gaulle (1890-1970), ma prima di marciare temerario passo di luogotenente nelle Forces française libres, accorata esortazione affidò a Pannonica, raccomandandole — ad eventual sopraggiungere delle truppe tedesche — di rifugiarsi con i bimbi in Inghilterra, amorevole richiesta ch’ella ovviamente non eluse e in un secondo momento trasferendo pargoli a Long Island ed affidandoli a premurose cure della famiglia Guggenheim, con l’obiettivo di raggiungere il marito in Africa ed assecondare ardita indole guerriera, mirabilmente ricoprendo più funzioni, quali combattente attiva, decrittatrice, conducente d’ambulanze e veicoli bellici, commentatrice di Radio Brazzaville — ai tempi voce di France Libre — e in quel periodo esplorando, lasciandosene avvincere, usi e costumi del posto; a definitiva conclusion di belligeranze ed anch’ella decorata a qualifica di tenente, la baronessa e il barone, assunto a diplomatico francese, traslocarono dapprima in Norvegia e successivamente in Messico.
Fervida personalità incline ad assorbire la bellezza in qualsivoglia espressione, fin dall’infanzia Pannonica fu avvezza all’ascolto del Jazz, scoprendolo attraverso la vasta collezione dei dischi del padre con il quale — assieme al fratello Victor — ebbe la fortuna d’assistere a più d’un concerto dell’autore, clarinettista e bandleader statunitense Benjamin ‘Benny’ David Goodman (1909-1986) e più avanti in sé riconfermando gradimento del genere musicale, nell’ascoltare una registrazione di Edward Kennedy ‘Duke’ Ellington (1899-1974), pianista che a partire dal 1943 era solito tenere un concerto alla rinomata Carnegie Hall, puntualmente cogliendo opportunità per presentare una nuova suite e debuttando con la prima versione di Black, Brown e Beige — riveduta e corretta nel 1958 — il cui testo riferito alla discriminazione razziale.
Essendo stato il brano inciso integralmente in studio, Pannonica ebbe modo di sentirlo grazie al musicista ed amico — oltre che insegnante da cui Victor prese lezioni di pianoforte — Theodore ‘Teddy’ Shaw Wilson (1912-1986) — compiacendosene al punto, da percepire smodato desiderio di far parte dell’universo Jazz ed allorquando udito accolse Round Midnight di Thelonious Sphere Monk (1917-1982), le bastò un’istante per comprendere che anelito d’incontrare il musicista, ne avrebbe direzionato venturo cammino…
Il jazz è libertà. Pensaci.
Thelonious Monk
Alcune immagini inserite negli articoli pubblicati su TerzoPianeta.info, sono tratte dalla rete ed impiegate al solo fine informativo. Nel rispetto della proprietà intellettuale, sempre, prima di valutarle di pubblico dominio, vengono effettuate approfondite ricerche del detentore dei diritti d’autore, con l’obiettivo di ottenere autorizzazione all’utilizzo, pertanto, laddove richiesta non fosse avvenuta, seppur metodicamente tentata, si prega comprensione ed invito a domandare immediata rimozione, od inserimento delle credenziali, mediante il modulo presente nella pagina Contatti.