ÌFÉ: Musica, Cultura e Spiritualità
Nato a Goshen nell’Indiana, Mark Underwood, meglio noto come Otura Mun, è un cantante, compositore, produttore e percussionista, membro della celebre University of North Texas Drumline.
Otura Mun è un Babalawo, ovvero un alto sacerdote nella religione degli Yoruba, tra i maggiori gruppi etnico-linguistici dell’Africa e presente in modo particolare in Nigeria, nazione che oltretutto vanta una lunga e preziosa tradizione musicale.
Nei secoli dello schiavismo, molti furono gli appartenenti a questa etnia deportati in Europa come nelle americhe e per questo, anche molti personaggi celebri hanno sangue Yoruba nelle vene pur essendo nati altrove, basti pensare al musicista inglese Seal o al velocista giamaicano Asafa Powel.
Cultura e tradizioni dunque, rimaste vive tutt’oggi e decisamente radicate in paesi come il Brasile, Cuba e Puerto Rico, dove il culto Yoruba con le sue musiche devozionali è praticato e maggiormente conosciuto come Santería.
A Puerto Rico, Otura Mun si è appunto trasferito nel 1999 e nell’isola caraibica, insieme ai musicisti Yarimir Cabán, Rafael Maya, Beto Torrens, Anthony Sierra, e ai ballerini Walian Sànchez e Jorvian Santana Ayala, nel 2015 ha dato vita al progetto musicale ÌFÉ, che dopo i due singoli ben accolti da pubblico e critica,”3 Mujeres (Iború Iboya Ibosheshé)” e “House of Love (Ogbe Yekun)“, il 31 marzo ha presentato il primo album dal titolo “IIII+IIII“, pronunciato “Edgy-Ogbeh“.
ÌFÉ, il debutto di IIII+IIII
Un album d’esordio che certo non ha deluso le aspettative.
La poesia dei testi – cantati in spagnolo, yoruba e inglese – è accompagnata da una miscela elettronica che va dal background di Otura Mun – funk e R&B – alla rumba, tipica di Puerto Rico, fino a comprendere suoni afro-caraibici come la dancehall e i ritmi tradizionali Yoruba e della Santería.
«Nessuna programmazione, una prestazione elettronica dal vivo – dicono gli ÌFÉ – una musica a volte serena e fluttuante, altre decisa e cruda, quindi variabile come dev’essere per natura la musica».
Già nel brano “House of Love”, Otura Mun si riferisce in particolar modo alle pratiche spirituali Ifá, sistema di chiaroveggenza binario quindi “I e O”, ovvero “sì e no” e nel quale si hanno otto possibilità, quattro da un lato e quattro dall’altro con 256 possibili combinazioni. Il titolo dell’album IIII+IIII significa l’inizio, la purezza, le strade aperte, è il simbolo massimo, tanto che uno dei suoi significati è anche “colpo di Stato”.
Quello degli ÌFÉ, termine che significa “amore” così come “espansione”, è infatti un album profondamente spirituale, con il quale si entra in contatto con le Orisha, le divinità Yoruba create dal Dio unico Olorun.
Il gruppo affronta temi quali l’amore, la libertà, la trasformazione, brani come Bangah, nel quale Otura Mun fa riferimento a Ogún, dio della guerra che ha come simbolo un machete quando a Puerto Rico, i Macheteros erano dei combattenti per la libertà della propria terra.
“Umbo“, una canzone che con il passaggio “Questa nave può essere pilotata”, riporta alla memoria la meravigliosa “Aquarela” di Toquinho quando canta «o futuro é uma astronave que tentamos pilotar».
Nave e astronave che sono corpo e mente che ognuno di noi è chiamato a guidare perché le cose cambino e progrediscano, una trasformazione che solo una volontà concreta, può far sì che davvero avvenga.
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