Le voci di Demetrio Stratos
A fine anni 50, è Adriano Celentano che in cerca di un nuovo gruppo che lo accompagnasse durante i concerti, da vita ai “Ribelli“.
Inizialmente formata da Giorgio Benacchio, Gianni “Cocaina” Dall’Aglio, Nando De Luca, Gino Santercole e Giannino Zincone, già nei primi anni la band vedrà alternarsi più musicisti al suo interno, ma è il 1966 quando a raccogliere l’eredità di Philippe Bichara, alla voce solista arriva Efstràtios Dimitrìu, a tutti noto come Demetrio Stratos.
Il gruppo che fino ad allora incideva per il Clan Celentano, si lega alla Ricordi e nel 1967 esce il 45 giri che presenta “La Follia“, cover di “Friday on My Mind” degli Easybeats, messa in ombra da “Pugni Chiusi“, canzone scritta da Beretta, Ricky Gianco e Dall’Aglio, nella quale Demetrio Stratos mostra già quelle indimenticabili capacità vocali.
Nato ad Alessandria d’Egitto da genitori greci, il suo approccio alla musica sarà a tutti gli effetti di carattere scientifico, una continua ricerca sulla vocalità, oltre che sul rapporto tra psiche e linguaggio che lo porteranno a sviluppare doti straordinarie, se non al limite dell’unicità.
Durante l’infanzia studia fisarmonica e pianoforte al Conservatorio ed è’ il 1962, quando appena diciassettenne si trasferisce a Milano.
Motivato anche da un background musicale che univa sonorità greche, balcaniche ed egiziane, verso la fine degli anni 60 Demetrio Stratos comincia un’ approfondito studio sulla voce.
Ricerche che lo porteranno ad avvicinandosi alle culture orientali, africane e a far sue tecniche vocali tipiche della tradizione tibetana, mongola, alterazioni riscontrabili presso gli Xhosa del Sudafrica e gli Inuit.
Canto difonico, suoni bitonali, diplofonie, in pochissimi anni Stratos riesce a riprodurre fino a 4 suoni contemporaneamente, capacità che saranno anche oggetto di studi e collaborazioni con il CNR di Padova.
Area, International POPular Group
Finita l’esperienza con i Ribelli, Demetrio Stratos entra a far parte degli Area, il gruppo nato per iniziativa di Giulio Capiozzo che inizialmente vede la partecipazione di Patrick Djivas e Leandro Gaetano, troverà la formazione storica con l’arrivo di Paolo Tofani, Patrizio Fariselli, Ares Tavolazzi che insieme a Walter Paoli, entrato nel 2010, rappresentano l’attuale band.
E’ il 1972, gli Area cantano impegno sociale, Stratos integra le sue caratteristiche vocali alle capacità sperimentali di un gruppo che, anche grazie alle differenti esperienze dei componenti, riesce a unire e passare dal jazz all’elettronica, da sonorità etniche al rock progressivo, creando musica d’avanguardia che ne farà una tra le band più significative della storia.
Il primo album esce nel 1973 e già il titolo suscita le prime polemiche, Arbeit macht frei, la terribile scritta posta all’ingresso di molti campi di concentramento, “il lavoro rende liberi” e la prima traccia non è meno forte, “Luglio, agosto e settembre (nero)“.
Sulla musica di una canzone popolare macedone, il testo scritto da Gianni “Frankenstein” Sassi fa riferimento alla repressione armata iniziata a settembre del 1970, ad opera di Re Husayn di Giordania contro l’OLP e nella quale persero la vita numerosi civili palestinesi.
L’anno successivo esce Caution Radiation Area e il gruppo dimostra quanto sia lontano dalle logiche di mercato, dato che (forse) ad esclusione di “Cometa Rossa“, l’album si stacca in modo netto dal precedente capolavoro.
“ZYG (Crescita Zero)“, è una denuncia contro lo stato di alienazione nel quale sprofonda l’operaio alle catene di montaggio, un brano che se risulta in “stile” Area con un testo composto unicamente da «L’estetica del lavoro è lo spettacolo della merce umana», MIRage? Mirage! è completamente fuori da….tutto.
“Le voci” di Stratos che s’intrecciano ai suoni stridenti, a tratti urlati degli strumenti, improvvisazioni estemporanee, fino a che sospirato arriva un testo recitato da voci sovrapposte, solo all’apparenza insensato, ma se ricostruito…
Lobotomia, il brano che chiude l’album e che fra suoni quasi insopportabili se pensati eseguiti dal vivo o volume alto, è un brano che Stratos e compagni dedicano a Ulrike Meinhof la giornalista tedesca fondatrice della Banda Baader-Meinhof, gruppo armato di estrema sinistra, che si pensa vittima di una lobotomia e morta in carcere nel 76. Un decesso mai chiarito fino in fondo.
«L’abbiamo dedicata alla Ulrike Meinhoff che è stata condannata dal tribunale di Bonn…poi non si sa se l’han fatto…che è il
taglio delle connessioni del cervello.
Il prigioniero, sapete… in Grecia o in Sud America costa troppo, allora tramite la Nato arriva questa operazione. Il prigioniero viene rincoglionito e poi rimesso in pasto alla società, non va in prigione» dirà Stratos spiegando il motivo del brano.
Nel 1975, arriva Crac! e canzoni come L’elefante bianco, Gioia e Rivoluzione, La Mela di Odessa (1920), grazie al successo riscosso presso il pubblico diventano classici nei live del gruppo.
Nel 1975 esce il primo live Are(A)azione, seguito da Maledetti (maudits) del 76. Un album concettuale con brani come Caos, diviso in due parti pubblicandone solo la seconda e la cui composizione sarà così spiegata da Stratos: «31 pezzetti di carta con scritti degli stati di banalità emozionale, 5 di violenza, 5 di ipnosi, 5 di sesso, 11 silenzi, vengono mescolati e ogni musicista ne sceglie 6 a caso. Ogni 90″ l’improvvisazione è obbligatoriamente variata dal cambiamento dello stato emozionale che ciascun musicista ha scelto e sta cercando di interpretare. In “Caos parte seconda” la funzione fondamentale è dunque totalmente liberatrice, non intende insegnare o mostrare qualcosa, ma tentare di abolire le differenze tra musica e vita»
L’album sarà seguito dalla raccolta Anto/Logicamente uscita nel 77 e l’anno successivo da un nuovo lavoro in studio, 1978 gli dei se ne vanno, gli arrabbiati restano!.
In questo periodo Stratos si allontana dagli Area chiamato a New York da Johnny Cage per una serie di esibizioni. Cage, già leggenda vivente per le sue sperimentazioni artistiche, iniziava a lavorare sull’uso di versi mesostici, rimase colpito dall’utilizzo vocale di Stratos quando, per puro caso ascoltò “Sixty-Two Mesostics Re” di Merce Cunningham, artista innovatore amico di vecchia data di Cage.
Nel 1979 esce quello che sarà l’ultimo album con la voce di Stratos, Event ’76.
Lo stesso anno, a 34 anni l’artista è colpito da un’aplasia midollare, una forma di anemia caratterizzata da un insufficiente produzione di cellule nel midollo osseo.
In cura a New York, necessita di un trapianto di midollo osseo ed in attesa, viene organizzato un concerto a Milano con l’intento di raccogliere fondi e aiutarlo a sostenere il costo delle cure.
Si svolgerà il 14 giugno all’Arena Civica e a prenderne parte oltre agli Area, tra gli altri ci saranno i PFM, i Banco del Mutuo Soccorso, gli Skiantos, Roberto Ciotti, Guccini, Branduardi.
Stratos non vedrà mai l’evento, se ne andrà appena il giorno prima e quello che doveva essere un concerto in suo sostegno, divenne il primo tributo a un intramontabile genio.
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