Andrew Bird: violino, fischio e immaginifica poesia
Andrew Bird ha iniziato ad esprimersi attraverso lo sconfinato linguaggio della musica, prima ancora di conoscer quello della parola. Aveva soli 4 anni quando già posava il volto sul violino a cui darà voci inquietanti, soavi, aspre, armoniose, sfiorandolo con l’archetto, pizzicando le corde, suonandolo come fosse la chitarra che le porrà a fianco insieme a mandolino, xilofono, glockenspiel e non ultimo il fischio, sibilo scivolato fra le note ch’è arte antica quanto per pochi.
Cantautore dal racconto intimo, profondo, surreale e spesso lontano dalle sfumature della composizione, in un’antinomia dagli accenti malinconici e qual volta ironici, Andrew Wegman Bird è nato l’11 luglio 1973 a Lake Forest, città dell’area metropolitana di Chicago.
Sei quello che accade quando due sostanze entrano in collisione
Il metodo Suzuki
Se ricevette virtù nel fischiare dalla nonna, i primi passi nel mondo della musica li mosse per desiderio della madre, un’artista incisore e specialista in Arteterapia che avrebbe voluto far dono ai quattro figli della cultura classica e Bird, che per casa volteggiava con una scatola di cartone e un righello immaginandosi Paganini, fu l’unico a mostrarsi coinvolto.
Ogni estate, per circa 7 anni veniva mandato all’Università di Stevens Point, nel Wisconsin, dove studiava violino seguendo la scuola di Shinichi Suzuki, celebre educatore, filosofo e musicista giapponese che verso la metà del Novecento, andò sviluppando il concetto di Educazione al Talento, certo del fatto che l’apprendimento sia dominato dal soggetto, in un processo di interazione e cooperazione con l’ambiente circostante. Suzuki focalizzò l’attenzione sul potere dell’imitazione, facoltà basilare per ogni essere umano durante i primi stadi della vita e dimostrò, come attraverso un percorso di emulazione del tutto simile a quello che permette ai bambini d’imparare a parlare, con pari semplicità potevano acquisire le abilità necessarie per suonare uno strumento e raggiungere alti livelli di padronanza.
Analogia che lo spinse a chiamare quell’intuizione, approccio madrelingua e passato poi alla storia come metodo o movimento Suzuki, un sistema didattico quindi, fondato sull’ascolto, osservazione e continua ripetizione di ritmi, melodie, fraseggi e che il pedagogo creò guardando alla crescita morale prima che artistica. Lui stesso affermava che l’obiettivo era quello di formare «cuori nobili» e altrettanto prevedeva fosse applicato in una realtà che i piccoli allievi avrebbero dovuto avvertire assolutamente ludica.
Leggerezza e spontaneità mirate al potenziamento e affinamento del senso uditivo, alle quali Andrew Bird ha sempre riconosciuto un valore assoluto nella sua evoluzione, mal sopportando la tradizionale educazione musicale che in seguito trovò negli anni trascorsi alla Lake Forest High School — la stessa che nell’88 vide diplomarsi l’attore Vince Vaughn — quando sentì finire il ‘gioco’ e il lavoro si concentrava maggiormente sulla conoscenza dello spartito. In fase di composizione ancora oggi è solito non scrivere, né registrare nulla, ma lascia che l’ispirazione possa fuggire dalla memoria per capirne lo spessore, convinto che s’ella manca di riaffiorare dal subconscio, significa ch’era priva di valore.
Direi che Suzuki ha molto a che fare con il musicista che sono diventato, perché ho imparato attraverso una forma molto pura del metodo, per i primi 10 anni non ho guardato una sola nota.
Archiviate le scuole superiori, pur di riuscire a dimostrare a stesso e agli altri di potersi guadagnare da vivere nelle vesti di musicista, cominciò a esibirsi ovunque gli capitasse: trascorreva intere giornate a suonar in strada fino a procurarsi una tendinite e poi matrimoni, pub, festival e fiere come la famosa rievocazione rinascimentale che dal ’73 si svolge a Bristol, nel Wisconsin. Al contempo frequentava la Northwestern University di Chicago, conseguendo il bachelor’s degree in violino nel 1996, anno in cui si unì ai Charlie Nobody, una band locale con la quale registrò l’album Soup. Fra le composizioni presenti anche Nuthinduan Waltz, poco dopo inserita anche nel primo disco firmato e autoprodotto: Music of Hair, titolo che fa riferimento a Wait, accorata poesia del Premio Pulitzer statunitense Galway Kinnel, mentre con il brano Pathetique l’allusione è all’opera Ich grolle nicht (Non ti serbo rancore) di Heinrich Heine. Con i 12 pezzi contenuti, quasi tutti strumentali, Bird miscelò il folklore nordeuropeo e americano con la classica e il jazz, dando immediatamente prova della sua virtuosità con tracce come Rhodeoah, St. Francis Reel, Two Sisters, Song of Foot.
Nuthinduan Waltz
(Andrew Bird)
I’m just an old youth with a cane made of root
And a dog with a nasal disease
I sit when it’s breezing, my dog’s always sneezing
I swear it’s the voice of Louise
What do you do when you don’t have a clue
And the only thing doing is nothing at all?
‘Cept wait for night fall when the will of the wind
Has its way in the grass on a summer’s day
And the rope ends that hung above layers of dung
Had little on all sides but air
In the buzzing dry wheat that wisps my bare feet
I step on my doggie’s despair
What do you do when you don’t have a clue
And the only thing doing is nothing at all?
‘Cept wait for night fall when the will of the wind
Has its way in the grass on a summer’s day
What do you do when you don’t have a clue
And the only thing doing is nothing at all?
‘Cept wait for night fall when the will of the wind
Has its way in the grass on a summer’s day
I’m just an old yout with a cane made of root
And a dog with a nasal disease
Wait
(Galway Kinnel)
Wait, for now.
Distrust everything if you have to.
But trust the hours. Haven’t they
carried you everywhere, up to now?
Personal events will become interesting again.
Hair will become interesting.
Pain will become interesting.
Buds that open out of season will become interesting.
Second-hand gloves will become lovely again;
their memories are what give them
the need for other hands. The desolation
of lovers is the same: that enormous emptiness
carved out of such tiny beings as we are
asks to be filled; the need
for the new love is faithfulness to the old.
Wait.
Don’t go too early.
You’re tired. But everyone’s tired.
But no one is tired enough.
Only wait a little and listen:
music of hair,
music of pain,
music of looms weaving our loves again.
Be there to hear it, it will be the only time,
most of all to hear your whole existence,
rehearsed by the sorrows, play itself into total exhaustion.
Andrew Bird and The Bowl of Fire
Un lavoro dal quale traspariva il desiderio di sperimentazione, ricerca, estrema libertà espressiva e non a caso, nello stesso periodo iniziò a collaborare con i Squiller Nut Zippers, gruppo nato nel 1993 su iniziativa del chitarrista Jimbo Mathus e dall’allora moglie e cantante Katharine Whalen. Proponevano un repertorio ch’era trama Delta blues, jazz, swing, toni klezmer, la musica tradizionale degli ebrei aschenaziti originari dell’Est Europa.
Con loro registrò Hot, album che superò il milione di copie vendute raggiungendo il mirabile traguardo del disco di platino, dopodiché uscirono Sold Out, Perennial Favorites, dove oltre al violino suonò le percussioni e infine Christmas Caravan seguito da Bedlam Ballroom. Nel frattempo però, insieme al batterista Kevin O’Donnell e al bassista Josh Hirsch, entrambi membri dei Charlie Nobody, Andrew Bird fondò i Bowl of Fire, progetto che vide la partecipazione di Mathus e Whalen e attorno al quale orbitarono numerosi musicisti, fra cui la cantante e polistrumentista Nora O’Connor.
Era il 1998, quando per la band arrivò un contratto dalla Rykodisc, casa discografica sorta 25 anni prima e attualmente controllata della Warner, ma al tempo era appena divenuta proprietà del genio di Chris Blackwell, rientrato nel mondo della musica dopo l’epopea della Island Records.
Nel mese di aprile vide la luce Thrills, aperta dichiarazione d’amore di Andrew Bird alla musica degli inizi del XX secolo attraverso le sonorità di Ides Of Swing, cover di Chinatown, My Chinatown che nel 1906 portò al successo la coppia William Jerome e Jean Schawrtz. Un viaggio che prosegue con Some of These Days, di cui è autore la leggendaria icona blues Charlie Patton e poi continua lasciando il Mississippi per raggiungere le regioni danubiane con 50 Pieces. Nell’album, come accaduto precedentemente e come avverrà ancora in futuro, oltre alla già citata Pathetique, l’omaggio alla poesia torna con A Woman’s Life and Love, richiamo all’opera del 1830, Frauenliebe und leben (Amore e vita di donna) di Adelbert von Chamisso, ciclo di poemi lirici musicati da maestri del Lied tedesco, fra cui Johann Carl Loewe, Franz Paul Lachner e non ultimo Robert Schumann con l’opus 42 per canto e pianoforte.
50 Pieces
You’ve been away for such a long, long time
Gone from the break yard, gone from the mind
All these unfamiliar places used to find your measured paces
Now it’s all arriving, now it’s all just fine
I thought perhaps we could sit down to tea
Nein, was the cold reply of Frau ecstasy
Sitting on a mossy stump, among all the bottles drunk
Breathe cold against the air
Oh, I smell your ragweed hair, smoked to the bone
Soaked to the bone, I’m all alone, poor me
I thought perhaps we could sit down to tea
Nein, was the cool response of Frau ecstasy
Hey, who’s that old man in the overalls
His cows lick the ice from off the stable walls
Ides Of Swing
Some say April is the cruelest
And though I can be quite morose
The stiff who penned it on a fool’s list
Of those who are chronically verbose
When your head starts craning back
And your breath comes short and fast
The music of the spheres start to bounce and sing
That’s when you know you’re swinging
When your eyes roll back into your head
And the sap of the trees on your fingers have bled
Swooning to the charms of Mephisto’s waltz
That’s when you know you’ve got some schmaltz
When you’ve got the evil eye and unconsciously growl
Your hands start shaking and you crouch and prowl
These terryifing symptoms are a sure-fire sign
That you’re pimping, baby, and you’re feeling fine
When you make love to whomever you please
And a bullet to the head feels like a soft warm breeze
Red suit, green suit, they’re all there scheming
That’s when you know you’re dreaming
Yes you’re dreaming, you are dreaming
I hope you are dreaming
Pochi mesi dopo venne stampato Oh! The Grandeur, un disco dalle atmosfere non distanti dal lavoro precedente e dove Andrew Bird torna a rendere omaggio a Galway Kinnel scrivendo una sua versione di Wait e lo farà ancora quattro anni con la canzone First Song, citando l’omonimo poema contenuto nel libro What a Kingdom it was.
In quel periodo l’artista stava lavorando sulla colonna sonora de Il prezzo della libertà diretto da Tim Robbins e per il film, compose il pezzo d’apertura Candy Shop, lasciato però fuori dal regista, tuttavia, il brano più significativo e intimo, è il successivo Tea & Thorazine con cui il violinista affronta l’autismo del fratello maggiore ispirandosi alla sua esperienza negli istituti mentali e nel testo, cita un Doctor B., identificato nelle note di copertina nella figura di Bruno Bettelheim, psichiatra originario dell’Austria che dedicò studi e ricerche alla psicologia infantile e all’autismo, avanzando l’ampiamente screditata ipotesi che tale problematica fosse legata alla sfera emotiva responsabilizzando il ruolo genitoriale, in particolare della madre: «Il neonato, se completamente abbandonato dagli esseri umani prima di essersi sviluppato abbastanza da cavarsela da solo, morirà, e se le cure fisiche sono sufficienti per la sua sopravvivenza ma è abbandonato emotivamente o spinto al di là delle sue capacità di sopportazione, diventerà autistico».
Tea & Thorazine
I can tell by the way you take your infusion
you’ve spent some time in a mental institution
oh what a dream life would be if only…
they let you keep your etch-a-sketch
you laugh like a banshee gesticulate your delirium
they treat you like a corpse keep you full of candy lithium
what a dream life would seem if if you could see
the world from inside an etch-a-sketch
I can tell by the way you reach your conclusions
you’re the director of a mental institution
oh what a dream life would be if only…
it hadn’t been for Doctor B.
animate yourself an alternate reality
consummate a self-pleasing artificiality
you can have yourself a tea
I can tell by the way you take your infusion
you’ve spent some time in a mental institution
oh what a dream life would be if only…
they let you keep your etch-a-sketch
Wait
Wait, don’t go too early
You’re tired but everyone’s tired
But no one, no one is tired enough
Only wait a little and listen
Music of hair, music of pain
Music of looms weaving all our loves again
Be there to hear it, it’s your only chance
You know that hair will become interesting
And pain, pain will become interesting
Second hand gloves will become lovely, lovely again
Wait, wait for now
Distrust everything, if you have to
But trust the hours
Haven’t they carried you everywhere till now?
Music of hair, music of pain
Music of looms weaving all our loves again
Be there to hear it, it’s your only chance
Won’t you be there to hear it, it’s your only chance
Won’t you be there to hear it, it’s your only chance
Il 3 aprile 2001 vede la pubblicazione di The Swimming Hour, con l’eterea 11:11, la struggente Fatal Flower Garden accompagnate dal blues di Why? e l’incalzante country di Way Out West. Il successo però sembra non essere ancora disposto ad abbracciare il funambolico Bird e con l’album, terminò sia l’avventura dei Bowl of Fire, sia il rapporto con la Rykodisc. A quanto pare l’etichetta avrebbe voluto mirare a un pubblico più vasto, mentre la sete di esplorare dell’artista era tutt’altro che sopita e l’anno successivo, Andrew Bird sentì ch’era giunto il momento di trascorrere del tempo con se stesso. Se ne andò dall’appartamento nel North Side di Chicago e si trasferì nel casolare di famiglia immerso nel verde dell’Illinois nordoccidentale, non distante dalla cittadina di Elizabeth.
Niente radio, televisione e neppure telefono, ma si circondò di galline per l’omelette mattutina e trasformò il fienile in uno studio per trascorrevi intere giornate cercando di dare ordine all’idee, tentando di ascoltarsi per capire cosa davvero stesse cercando e lasciare che respiri e si espanda.
Accompagnata dai suoni della natura, la musica riaffiora lentamente diffondendo inediti colori dipinti da voce e violino che il polistrumentista comincia a looppare come continuerà a fare in seguito anche durante i concerti e in quell’atmosfera intima e lontana dal mondo, prese forma e nel 2003 nacque Weather Systems. Elegante e contemplativo abbrivo d’un nuovo cammino, presentato da brani che vanno componendo una narrazione unica il cui incipit è la già citata First Song.
Il brano introduce lo strumento fin ad allora tenuto nell’ombra, Bird accompagna la melodia fischiandone le note e la mente corre al theremin animato dalle volteggianti dita di Clara Reisenberg, mentre il sibilo fugge per duettare con le corde pizzicate nella strumentale Skin. Il racconto evolve attraverso I, la delicata Lull, impreziosita dal canto di Nora O’Connor e nell’edizione europea del disco, pubblicata l’anno seguente dalla Fargo, è contenuta anche la suggestiva e criptica Sovay. Il titolo della canzone è il nome della protagonista di un’antica ballata del folklore inglese e venne preso da Andrew Bird in fase di composizione, mentre era alla ricerca di «una parola per descrivere circostanze senza precedenti» e trovò in lei l’alchimia desiderata per dipingere i troppi Don Chisciotte senza visione che sgraziati suonano la Cavalcata delle Valchirie sui loro B-17.
Lull
Being alone, it can be quite romantic
Like Jacques Cousteau underneath the Atlantic
A fantastic voyage to parts unknown
Going to depths where the sun’s never shone
And I fascinate myself when I’m alone
So I go a little overboard, but hang on to the hull
While I’m airbrushing fantasy art on a life
That’s really kind of dull
Oh, I’m in a lull
I’m all for moderation, but sometimes it seems
Moderation itself can be a kind of extreme
So I joined the congregation
I joined the softball team
I went in for my confirmation
Where incense looks like steam
I start conjugating proverbs
Where once there were nouns
This whole damn rhyme scheme’s
Starting to get me down
Oh, I’m in a lull
I’m in a lull
Being alone, it can be quite romantic
Like Jacques Cousteau underneath the Atlantic
A fantastic voyage to parts unknown
Going to depths where the sun’s never shone
And I fascinate myself, sure I do
When I’m alone
I’m rambling on rather self-consciously
While I’m stirring these condiments into my tea
And I think I’m so vain, I bet I think this song’s about me
Don’t I, don’t I, don’t I?
I’m in a lull
Sovay
I was getting ready to be a threat
I was getting set for my accidental suicide
The kind where no one dies
No one looks too surprised
Then you realize riding on the para-success
Of a heavy-handed metaphor
And feeling like you’ve been here before
Because you’ve been here before
And you’ve been here before
Then a word washed ashore
A word washed ashore
Then a word washed ashore
Sovay, Sovay, Sovay
All along the day
I was getting ready to consider my next plan of attack
I think I’m gonna sack the whole board of trustees
All those Don Quixotes and their B-17s
And I swear this time
Yeah this time
They’ll blow us back to the 70’s
And this time
They’re playing Ride of the Valkyries
With no semblance of grace or ease
And they’re acting on vagaries
With their violent proclivities
And they’re playing Ride of the Valkyries
Sovay, Sovay, Sovay
All along the day
Il suono è come un’onda dell’oceano
Il brano fu lanciato come singolo e nel 2005 inserito in Andrew Bird & the Mysterious Production of Eggs, terza solitaria fatica dove i pensieri scivolano fra la vita e la morte, immaginano gli ultimi divenir primi e qualcuno che abbia ancora cuore per cantare Happy Birthday come se fosse l’ultimo giorno sulla Terra.
Le vendite negli Stati Uniti raggiunsero le 80mila copie e due anni dopo, con il rilascio di Armchair Apocrypha arrivò la definitiva consacrazione.
Sebbene presentasse sonorità distanti da quelle offerte nel lavoro precedente, in pochi mesi ne oltrepassò i numeri, scalò le classifiche agguantando la 5° posizione in quella relativa agli album indipendenti e gli intrecci danzanti di chitarra elettrica e violino di Heretics, le atmosfere di Plasticities, Armchairs, Scythian Empire, Imitosis, riuscita rivisitazione di I, portarono Bird anche di fronte al pubblico dei principali show televisivi.
Già da Weather Systems la musica si era slegata da ogni genere per diventare espressione di stessa, in un continuo flusso creativo che proseguì con il successo di Noble Beast, dove il violinista chicagoano tessé trame vocali con la georgiana Kelly Hogan in Oh No, liberò lo stile scrittorio fra metafore, allitterazioni e anafore inventandosi il cosmo d’umani animali della lirica Anonanimal.
L’album, sublimato anche dalla sinuosa Tenuousness, si piazzò 12° nella Billboard 200 e le vendite aumentarono ulteriormente raggiungendo le 150mila copie e se queste furono nettamente inferiori per il successivo Break It Yourself del 2012, canzoni come Give It Away, Lazy Projector, Orpheo Looks Back, Lusitania, composta con la cantautrice americana Annie Clarke anche nota come St. Vincent, oppure ancora la poetica The Sifter, dove il suono è come un’onda dell’oceano e la Luna suona l’oceano come un violino, non possono che far di questo lavoro una pietra miliare della carriera di Andrew Bird.
Anonanimal
I see a sea anemone
The enemy
See a sea anemone
And that’ll be the end of me
While the vicious fish is caught unawares
in the tenderest of tendrils
Underneath the tender gills
I will become this animal
Perfectly adapted to the music halls
I will become this animal
Anomalous appendages
A non-animal
Hold on just a second
Don’t tell me this one you know
I know this one I know this song
I know this one I love this song
Hold on just a second
Don’t tell me this one you know
I know this one I know this song
I know this one I love this song
I know this one
Underneath the stalactites
The troglobites lost their sight
Uh oh
The seemingly innocuous plecostomus
though posthumous
They talk to us
They talk too much
See a sea anemone
The enemy
See a sea anemone
That’ll be the end of me
Vicious fish was caught unawares
In the tend’rest tendrils
Underneath her tender gills and
I will become this animal
Perfectly adapted to a music hall
I will become this animal
Anomalous appendages
A non-animal
The Sifter
Sound is a wave like a wave on the ocean
Moon plays the ocean like a violin
Pushing and pulling from shore to shore
Biggest melody you never heard before
What if I were the night sky
What if I were the night sky
Here’s my lullaby
My lullaby to leave by
Lullaby to leave by
If I were the night
What if we hadn’t been born at the same time
What if you were 75 and I were 9
Would I come visit you
Bring you cookies in an old folks home
Would you be there alone
And when the late summer lightning fires off in your arms will I remember to breathe no I never will
And if I could convince you that I mean you no harm
Just want to show you how not to need
If I were the night sky
Here’s my lullaby
My lullaby to leave by
If I were the night
What if we hadn’t been each other at the same time
Would you tell me all the stories from when you’re young
And in your prime
Would I rock you to sleep
Would you tell all the secrets you don’t need to keep
Would I still miss you
Or would you then have been mine
Sound is a wave like a wave on the ocean
Moon plays the ocean like a violin
Nel 2012 uscì anche l’Ep Hands of Glory, una sorta di supplemento a Break It Yourself, o come il musicista dichiarò, ne è il compagno, mentre nel 2014 venne pubblicato Things Are Really Great Here, Sort Of…, una serie di cover degli Handsome Family, la band della coppia Brett e Rennie Sparks con cui Bird ha stretto numerose collaborazioni nel corso del tempo. Già nel 2001, insieme a loro suonò durante un tour nell’Illinois e alcuni estratti dei concerti l’inserì in quello che fu il primo dei quattro bootlegs fino ad oggi realizzati e chiamati Fingerlings, dove sono appunto raccolte registrazioni dal vivo, ma anche sessioni in studio.
Tornò autore nel 2016 con Are You Serious e inaspettatamente, i giochi di parole, così come l’enigmaticità dei testi si fecero da parte, tuttavia rimase elevata la poetica con cui Andrew Bird, in modo del tutto aperto cercò di capire e affrontare la realtà, le esperienze vissute e i sentimenti provati. Nel 2010 si era sposato con la stilista Katherine Tsina e da lei, ventiquattro mesi dopo ebbe il figlio Sam. L’album osserva i volti dell’amore in Left Handed Kisses, brano che lo vede in dialogo con la voce graffiata della cantautrice e pianista Fiona Apple; in Valleys Of The Youth parla invece della paternità che ammette averlo sconvolto emotivamente e spinto a mettere «più cuore nelle canzoni», ma sopratutto, canta la battaglia che la moglie ha combattuto contro il cancro alla tiroide. Un male diagnosticatole subito dopo la nascita del bambino e che alla sofferenza unisce disorientamento, pone di fronte alla caducità dell’esistenza, accende e può lasciare timori anche se sconfitto com’è stato per Tsina dipoi due interventi chirurgici e un ciclo di radioterapia.
Il musicista raccontò quei periodi infiniti in Puma e come lui stesso ha dichiarato in una intervista rilasciata al Los Angeles Times, fu proprio lei a suggerirglielo inconsapevolmente: «Stavamo passeggiando al Central Park di New York, in attesa di avere i risultati di alcuni esami e lei esclamò, “Temo mi diranno che sono una ragazza e non un puma”, trovai quella frase davvero bizzarra, ma fantastica da dire. È difficile da spiegare, ma ha una fissazione per i felini, pensa di farne parte — credevamo che avremmo avuto un bambino per metà gatto. Era un gioco continuo fra di noi, ma questo era il suo modo di affrontare la paura. Quando qualcuno ti dice una cosa del genere in un momento come quello, te la ricordi».
Come annunciato dai singoli Bloodless e Sisyphus, il 22 marzo verrà pubblicato l’album dall’ironico e promettente titolo My Finest Work Yet, il miglior lavoro che Andrew Bird presenterà in un tour negli Stati Uniti e in Europa, toccando anche l’Italia e l’appuntamento è previsto il 26 giugno nel Giardino della Triennale di Milano.
Valleys of the Young
Do you need a reason
We should commit treason
And bring into this world a son
And leave the valleys of the young
Valleys of the young
Valleys of brunch and tedium
Well, your friends will become strange to you
Just as you will become strange to them
You’ll live across a great divide
And the problems that seem like luxuries
They’re off getting stoned and hugging trees
All the things you’ll be forsaking
Still our hearts are constantly breaking
From their cradle to our grave
Is it selfish, or is it brave?
Do you need a reason we’ve
Been making our two become three
And believe in this holy valley
Land of brunch and misery
I’m living on
The valleys of the young
Now you’re going on 64
Driving down 65, to the hospital
To see if your adult son will survive or not
After taking those pills in the parking lot
You know the one behind the Marriott
This is a dream you won’t be waking
Still our hearts are constantly breaking
From their cradle to our grave
Is it selfish, is it brave?
From their cradle to our grave
Is it selfish or is it brave?
Puma
Do you see particles in the air?
Unguided particles in the air
Do you see particles in the air?
Nobody know notices, nobody cares, oh
Don’t try to tell her she’s less feline than human
Cause it gives rise to the rumor she’s a girl, and not a puma
And light that shines is not a pearl, it’s just a tumor
She was radioactive for seven days
How I wanted to be holding her anyways
But the doctors, they told me to stay away
Due to flying neutrinos and the gamma rays
Do you see particles?
Unguided particles
Particles
Don’t try to tell her she’s less feline than human
Cause it gives rise to the rumor she’s a girl, and not a puma
Don’t try to tell her she’s a girl, that’s just a rumor
And she was radioactive for seven days
How I wanted to be holding her anyway
But the doctors, they told me to stay away
Due to flying neutrinos and the gamma rays
She was radioactive for seven days
How I wanted to be holding her anyway
But the doctors, they told me, just stay away
Due to flying neutrinos and the gamma rays
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