Samuel Morse, amore e dolore, scintilla del genio

 

Se la presenza di elettricità può essere resa visibile in ogni parte del circuito, non trovo alcuna ragione per la quale l’intelligenza non possa essere trasmessa immediatamente dall’elettricità.
Samuel Morse

 

Samuel Finley Breese Morse, il pittore e storico statunitense che al dramma della perdita, oppose invenzione del telegrafo elettrico e relativo codice alfanumerico, ogni distanza dissolvendo • TerzoPianeta.info • https://terzopianeta.info
Samuel Morse, autoritratto, 1812

 
Il 27 aprile 1791, a Charlestown, storico quartiere bostoniano, Samuel Finley Breese Morse nacque — maggiore di dieci fratelli: Jedediah Edwards (1792-1793), Sidney Edwards (1794-1871), Richard Cary (ca.1795- 1868), Thomas Russell (1797), James Russell (1801), Elizabeth Ann (1803-1804), Mary K. (1807), Sarah K. (1808) — dall’unione di Elizabeth Ann Finley Breese (1761-1828) e del reverendo, originario di Woodstock, Jedediah Morse (1761-1826), teologo e predicatore calvinista laureatosi allo Yale College — University, dal 1887 — in memoria del tempo principalmente a merito di studi ed interesse a confutazione di convincimenti denigratori nei confronti dei Nativi americani, della fervida partecipazione ad organizzazioni scientifico-letterarie, nonché dell’influenza esercitata sul sistema educativo nazionale, fondando nel 1783 un istituto scolastico femminile, in New Haven, e firmando i testi Geography Made Easy ed American Geography che dalla pubblicazione, rispettivamente avvenuta nel 1784 e 1789, divennero in breve tempo cardine nell’insegnamento della disciplina nelle aule statunitensi; scienza per la quale, in particolare ereditarono passione terzo e quarto figlio, Samuel invece, ascoltando vocazione artistica, dunque ultimando studi alla Phillips Academy di Andover, poi perfezionando sapere in matematica, filosofia religiosa e ippologia presso medesimo ateneo del padre — dove apprese prime nozioni di elettricità dal chimico Benjamin Silliman (1779-1864) — e, guadagnandovi l’attenzione del docente, scrittore e pittore — autore d’innovativo romanticismo d’influenza europea specialmente espresso in ritratti e paesaggi — Washington Allston (1779-1843), al d’egli seguito nel 1811, con l’obiettivo d’approfondire pittura e scultura, trasferendosi a Londra, dove, il 29 settembre di otto anni dopo, a Concord, capoluogo delle Contea di Marrimak e capitale del New Hampshire, promesse all’altare scambiò, con Lucretia Pickering Walker (1799-1825), dalla quale ebbe poi in dono, Susan Walker (1819-1885), Elizabeth Ann (1821-1821), Charles Walker (1823-1887) e James Edward Finley (1825-1914).
 
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Abitazione di Charlestown, 1898, Boston Public Library

 
Rimpatriato nel 1815, Samuel si spostò da una località all’altra come ritrattista una decina d’anni dopo ristabilendosi a New York — tra l’altro per qualche mese accogliendo nel suo studio il pittore itinerante e folkloristico Erastus Salisbury Field (1805-1900) — e dopo aver creato un’associazione di disegno in cooperazione con alcuni studenti dell’American Academy of the Fine Art e alla ricerca di un’offerta formativa migliore in ambito artistico — nel 1826 istituendo a Manhattan la National Academy of Design, allo scopo di “promuovere le belle arti in America attraverso l’istruzione e le esposizioni”, assumendone presidenza per oltre vent’anni e carriera proseguendo come docente di scultura e pittura alla New York University (NYU), tuttavia professione nei succitati settori concludendosi prima del previsto, alla memoria postuma fissandosi in particolare modo la premiata tela “L’Ercole morente” — custodita alla Yale University Art Gallery — e un ritratto del generale, politico e militare francese Marie-Joseph Paul Yves Roch Gilbert du Motier, Marchese di La Fayette (1757-1834), commissionatogli dal Consiglio Comunale newyorkese a riconoscente celebrazione del sostegno dall’aristocratico illuminista offerto alle Tredici Colonie durante la Guerra d’Indipendenza e da Morse, pervaso d’ammirazione verso l’ufficiale francese, iniziato a febbraio dello stesso anno: «My feelings were almost too powerful for me…This is the man…who spent his youth, his fortune, and his time, to bring about (under Providence) our happy Revolution; the friend and companion of [George] Washington, terror of tyrants, the firm and consistent supporter of liberty, the man whose beloved name has rung from one end of the continent to the other, whom all flock to see, whom all delight to honor».
 
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Samuel Morse, “Ercole morente”, studio per la pittura, 1812

 
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Samuel Morse, “Ercole morente”, 1812

 
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Samuel Morse, ritratto di Gilbert du Motier de La Fayette, 1825

 

Samuel Morse, il dramma all’origine del telegrafo

Opera però, immediatamente sospese allorché mediante missiva di Jedadiah, informato d’un improvviso affaticamento cardiaco accusato dalla moglie, da ella si precipitò, tuttavia vanamente, dacché arrivato in New Haven, poté unicamente constatarne il drammatico decesso — sopraggiunto il giorno 7 del suddetto mese — ed avvenuta sepoltura; profonda afflizione dunque provando per l’assommarsi alla lacerante perdita dell’adorata consorte, il tormentoso dolore dell’opportunità dal fato negate d’esserle accanto negli ultimi istanti e da lei separarsi in sussurrata intimità dell’ultimo saluto, angosciandosi così di “se” non avuti e da ipotesi sollevate con mesto sguardo al passato, proposito di risparmiare al prossimo quanto sofferto, in Morse scaturì, indirizzandone il genio all’ideazione d’uno strumento in grado di rendere rapida la comunicazione.
 

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Samuel Morse, Lucretia Pickering Walker con i figli Charles e Susan Walker Morse, 1824

 
Primi passi verso tal intento non avvennero fino al 1832, quando — in ritorno da due anni trascorsi in Francia, Italia e Svizzera, finalizzati all’ottimizzazione delle proprie doti pittoriche — a bordo della nave bastimento Sully, di rientro a New York da Le Havre, incontrò il connazionale, Charles Thomas Jackson (1805-1880), insigne chimico e scienziato dal quale in conversazione apprese di sperimentazioni in Europa condotte sull’elettromagnete, delineandosi in mente di Samuel Morse il progetto di un telegrafo a filo singolo, quindi nel 1835 ideando un sistema per la trasmissione di segnali in codice e intermittenti tramite numeri, lettere e segni di punteggiatura, differente dai moderni codici a due simboli — solitamente 0 e 1 — Morse ai tempi utilizzandone quattro e per un apporto tecnico finalizzato a realizzazione pratica egli avvalendosi, a partire dal 1837, di collaborazione con il docente universitario di chimica e mineralogia Leonard Dunnel Gale (1800-1883) — che lo aiutò nell’accrescere il numero di giri attorno all’elettromagnete — e con l’inventore e tecnico Alfred Hewis Vail (1807-1859), che gli mise a disposizione forniture di ferro di proprietà della famiglia e sul cui suggerimento si convinse che il suo metodo originario trovasse miglioramento nella combinazione di punti, linee e intervalli che permettessero l’invio singolo di ogni lettera o numero in associazione agli stessi, anziché punti e linee corrispondenti a numeri a loro volta riferibili e lettere stampate in un piccolo testo di riferimento.
 
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James Cumming Vail (1843-1918), Alfred Hewis Vail, 1853

 
Sulla base del rinnovato sistema e date alcune dimostrazioni del funzionamento, nel 1838 presentò brevetto — di cui sarà accettato deposito nel 1840 — a Washington, nella speranza di ricevere un contributo tale da sostenere una linea di prova fino al Maryland, avvalendosi del sistema ferroviario, ma sovvenzioni ottenendo solamente nel 1843, su disposizione del parlamento statunitense e sussidiato dall’avvocato e legislatore Francis Ormand Jonathan Smith (1806-1876), a favore della Western Union, azienda nazionale di comunicazione e servizi finanziari, pertanto, venerdì 24 maggio 1844, alle ore 8:45, «What Hath God Wrought», furono le prime parole — tratte dalla Bibbia, Numeri, 23:23 — che Samuel Morse, accogliendo suggerimento di Annie Ellsworth, figlia dell’amico Henry Leavitt (1791-1858), dirigente dell’Ufficio Marchi e Brevetti degli Stati Uniti e fervido promotore del progetto, trasmise tramite telegrafo elettrico dal Palazzo della Corte Suprema del Campidoglio, alla B&O’s Mount Clare Station di Baltimora — tratto di trentotto miglia — al collega Alfred Vail, sodalizio col quale, successivamente andò infrangendosi sulla rivendicazione di paternità dell’invenzione, trascinando contesa nelle aule giudiziarie e dopo molteplici controversie, risoltasi con l’ufficiale attribuzione a Morse.

Sono stato così costantemente sotto la necessità di osservare i movimenti del gruppo di pirati più senza scrupoli che abbia mai conosciuto, che tutto il mio tempo è stato occupato in difesa, nel mettere prove in qualcosa di simile a una forma legale che sono l’inventore dell’Electro – Telegrafo magnetico! Ci avresti creduto dieci anni fa che si potesse sollevare una domanda su questo argomento?
(Da una lettera di Samuel morse ad un amico)

 

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illustrazione del telegrafo ferroviario, ca. 1838

 
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Retro

 
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Fotografia della fotomeccanica raffigurante il «primo apparato telegrafico, utilizzato tra Baltimora e Washington nel 1844», The New York Fine Art Company, 1847

 
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Telegrafo elettrico utilizzato il 24 maggio 1844

 
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«What hath God wrought», 24 maggio 1844: «This sentence was written from Washington by me at the Baltimore Terminus at 8h.45 min. on Friday May 24th 1844, being the first ever transmitted from Washington to Baltimora, by Telegraph, and was indited by my much loved friend Annie G. Ellsworth. Sam. F. B. Morse. Superintendent of Elec. Mag. Telegraph».
 

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Brevetto di telegrafo e codice, intestato a Samuel Morse

 
Alternativa costruzione era stata messa a punto dagli inventori inglesi William Fothergill Cooke (1806-1878) e Charles Wheatstone (1802-1875) e l’intesa professionale fra i due studiosi — Cooke peraltro forte di risorse finanziarie e Gauss, esperto in fisica, impratichitosi nell’ambito sugli studi del fisico statunitense Joseph Henry (1797-1878), nel maggio 1837 arrivando a tempo record al brevetto di un telegrafo elettrico a fili multipli, messo a disposizione della Great Western Railway, all’epoca ferrovia britannica congiungente Londra con l’ovest e il sudovest dell’Inghilterra e vasta parte del Galles, per una copertura di tredici miglia, ciò nonostante nel corso del tempo il telegrafo di Morse — meno costoso — prevalendo e fino alle soglie del ventunesimo secolo confermandosi come metodologia internazionale d’eccellenza per la codifica delle informazioni, nel mentre Morse battendosi oltremisura al fine di essere riconosciuto come unico inventore, fra scoperte e peripezie l’irriducibile uomo — dopo anni economicamente difficoltosi — accantonando i guadagni che nel 1847 gli permisero di comprare una casa nell’imminente periferia di Poughkeepsie e il 10 agosto 1848 convolando a seconde nozze, in Utica, con Sara Elizabeth Griswold (1822-1901), dalla coppia nascendo Samuel Arthur (1849-1876), Cornelia Livingston (1851-1937), William Goodrich (1853-1933) e Edward Lind (1857-?), ultimo venticinquennio di vita trascorrendo nella dimora da lui nominata Locust Grove e il 2 aprile 1872, a nemmeno un mese dall’ottantunesimo compleanno, esalando l’ultimo respiro a causa di una polmonite, mai mancando di restituire parte della ricchezza accumulata in elargizioni a istituti scolastici o tramite iniziative benefiche a favore dei più bisognosi.
 
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Mathew Benjamin Brady (1822-1896), Samuel Morse, 1857

 
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Mathew Benjamin Brady (ca. 1822-1896), Samuel Morse, 1866

 
Morse raggiunse un traguardo a lungo agognato e sorto dalle ceneri della disperazione in lui detonata alla scomparsa della compianta Lucretia, da struggente afflizione nell’uomo facendosi strada la smaniosa necessità di far sì che la distanza non fosse insormontabile ostacolo alla comunicazione, così da avvicinare menti e cuori al di là di qualsiasi divario imposto da lontananza, in Morse mirabile ingegno e nobile altruismo in aggiunta convivendo con doti artistiche che gli permisero di mantenersi durante la prima esistenza ed egli riconducendosi alla pittura nel 1826 quando, dopo aver abbandonato ritratto dello stimato La Fayette, per accorrere alle ormai disanimi spoglie della sua dolce metà, portò a termine l’olio su tela raffigurante il generale a figura intera — posizionandolo sullo sfondo di un tramonto e alla sua destra un paio piedistalli riproducenti i busti di due dei Padri Fondatori degli Stati Uniti, Benjamin Franklin (1706-1790) e George Washington (1732-1799) — regalando il dipinto del 1825 all’allora primo cittadino di New York — ricoprente carica al termine di una proficua carriera nel settore delle aste — Philip Hone (1780-1851), alla cui dipartita seguì acquisto dell’opera dall’affarista e filantropo americano William Henry Osborn (1820-1894), magnate dell’industria ferroviaria e patrocinatore d’arte, facendone dono al bibliofilo, James Lenox (1800-1880), il quadro dipoi approdando alla New York Public Library ed infine al Crystal Bridges Museum of American Art.
 
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Samuel Morse, Gilbert du Motier de La Fayette (1757-1834), 1826

 
Morse invero dedicando gran parte dell’esistenza alla pittura, carezzando i capolavori dei maestri rinascimentali, talvolta manifestando il proprio pensiero e patrimonio culturale, comunque l’estro di un uomo intraprendente, dalle contrastanti e criticabili visioni della società, dai molteplici interessi e vocazioni, trasporto per l’arte orientandolo transitoriamente alla fotografia — affascinato dall’eminente chimico, fisico, incontrato nel 1939 a Parigi, Louis-Jacques-Mandé Daguerre (1787-1851), iniziatore del celebre processo noto come “dagherrotipo”, a tale invenzione Samuel Morse riservando eloquente descrizione in una lettera inviata al periodico New York Observer, favorendone mezzo stampa la divulgazione — ed appunto alla capacità d’osservazione del presente e futuro, concorrendo, se non a dissolvere fisica lontananza, a colmare la distanza emotiva.

La scoperta dell’America, l’invenzione del vapore, del telegrafo o del telefono, non hanno dato niente alla ispirazione dei creatori. O come mai? Per una ragione semplicissima. Perché l’esistenza di continenti ancora ignori, il correre la terra assai più rapidi che non sia dato alla facoltà dell’animale di cui disponiamo, il volare, il trasmettere voci a distanza, è poetico solo in quanto è immaginato; e la scienza non farà mai niente che la poesia non abbia già saputo immaginare.
Massimo Bontempelli

 

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Samuel Morse, ca. 1905

 

Samuel Morse, dipinti

 
 
 
 

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