Britten V1000, la favola di un genio
Il 5 settembre del 1995 si spegneva a soli 45 anni John Kenton Britten, il genio che quattro anni prima aveva progettato e costruito interamente a mano la Britten V1000, una bicilindrica con il motore dotato di un sistema di monitoraggio programmabile, chassis, forcella e forcellone in fibra di carbonio e kevlar, valvole e biella in titanio, alimentazione a iniezione elettronica e con il radiatore dotato d’un sistema di raffreddamento a liquido posizionato sotto la sella.
Oltre alla V1000 con 999,7cc di cilindrata, l’ingegnere neozelandese costruì anche un modello da 1100cc persino testato con cinque valvole per cilindro e portando la potenza massima, da 155hp a 170hp, in modo da poter lanciare la moto nelle gare classe Open.
CycleWorld, la rivista di settore americana fondata nel 1962 da Joe Parkhurst, nel giugno del ’92 salutò la V1000, dedicandole la copertina con scritto “Straordinaria!” e presentandola come “La moto più avanzata del mondo” e il genio di John Britten aveva davvero realizzato una due ruote d’avanguardia, peraltro non solo rispetto all’epoca e che toccando i 303 km/h, riuscì a competere e staccare le creature prodotte dai colossi dell’industria motoristica.
Quella sua moto da 138kg, disegnata con un diverso quanto efficace criterio per sfruttare l’aerodinamica, John Britten se l’era costruita in Nuova Zelanda, in un capannone situato a Auckland, a poco più di un’ora di aereo da Christchurch dove era nato il 1° di agosto del 1950.
“Mi piace lavorare in periodi di cinque settimane, dormendo da quattro a cinque ore di notte. Trovo che posso concentrarmi meglio quando sono stanco”
Praticamente dal suo debutto, la Britten V1000 si aggiudica vittorie e fra il 93 e il 94, stabilisce numerosi record di velocità nei maggiori circuiti internazionali tra cui il Tourist Trophy, competizione che si svolge ogni anno sull’Isola di Man, nel mar d’Irlanda, una corsa di 60 km su strade cittadine, considerata fra le più prestigiose quanto fra le più pericolose al mondo.
Nel 1995, John Britten se andò pochi giorni dopo la fine del campionato, riuscendo a vedere per l’ultima volta quella sua straordinaria creatura, trionfare nel campionato australiano B.E.A.R.S., ovvero il British, European, American Racing and Supporters.
“Quando questa cosa del motociclismo sarà finita, voglio costruire un aereo a propulsione umana. Penso che chi sta cercando di farlo, sta tralasciando un punto importante”
Nel 92 fu fondata la Britten Motorcycle Company che continuò la produzione della V1000 fino al 1998, realizzandone in totale 10 esemplari e tutti esclusivamente progettati per le gare.
The Cardinal, è il nome della prima due ruote e ancora oggi di proprietà della Britten Motorcycle Company, mentre la n°2 e la n° 7 sono collocate rispettivamente nel museo neozelandese di Wellington e nel museo Barber Vintage Motorcycle in Alabama, Stati Uniti.
Di valore inestimabile, anche le altre hanno tutte un proprietario ed è sicuramente un piacere, sapere che la terza moto è nelle mani di Roberto Crepaldi.
Imprenditore milanese che ereditando la passione per le moto dal padre, è stato distributore per l’Italia di Harley-Davidson, Husqvarna, concorse al rilanciò della Triumph e nel 1993, fondò e diresse il Team CR&S Britten con i piloti Andy Stroud e Dario Marchetti.
Oggi la CR&S, Café Racers & Superbikes è un’azienda artigianale che con lo slogan “fada su a milan cont il coeur e cont i man”, realizza moto che il cliente può personalizzare sia da un punto di vista estetico, sia meccanico, partendo dai due modelli prodotti e battezzati appunto Vun e Duu, uno e due.
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