LIS, un segno contro il silenzio
Con la legge n° 18 del 3 marzo, nel 2009 l’Italia ratifica e rende esecutiva la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, firmata il 30 marzo del 2007.
All’articolo 21 concernente la libertà di espressione e accesso all’informazione, gli Stati partecipanti, si legge, «riconoscono e promuovono l’uso del linguaggio dei segni».
Il 23 marzo del 2013 viene trasmessa al Senato la proposta di legge C.4207, la quale, in ottemperanza degli articoli 3 e 6 della Costituzione Italiana, dichiara che «la Repubblica riconosce la lingua dei segni italiana (LIS) e ne promuove l’acquisizione e l’uso».
Il disegno di legge però, non completa l’iter parlamentare entro i termini della legislatura e ad oggi, nulla è stato fatto. In Europa solo Lussemburgo e Italia non riconoscono ufficialmente il linguaggio dei segni, nonostante questo comporti una grave inosservanza dei i princìpi esposti nel trattato dell’ONU.
Convezione che all’articolo 4, pone fra gli “Obblighi Generali” l’impegno degli Stati membri a «promuovere la formazione di professionisti e personale che lavorino con persone con disabilità […] così da meglio fornire l’assistenza e i servizi garantiti da quegli stessi diritti»
Scuola e Finanziamenti
In riferimento all’istruzione il trattato prevede l’agevolazione all’apprendimento del linguaggio dei segni, oltre che la promozione di quella che viene definita identità linguistica e culturale ribadendone quindi il pieno riconoscimento.
A dispetto di quanto appena scritto, nei primi mesi del 2017, è notizia che in una scuola di Milano sono gli alunni ad aiutare loro coetanei non udenti a comprendere la lezione. Il motivo, è l’assenza delle educatrici di sostegno per mancanza di fondi, Regione e Città Metropolitana non trovano l’accordo per stabilire chi deve farsi carico della spesa.
Lo storico Istituto Statale Sordi di Roma fondato nel 1784, oggi caposaldo per le sue attività di ricerca, documentazione, assistenza e formazione di operatori e che al suo interno accoglie associazioni e scuole dal nido alle medie, rischia la chiusura.
Per la legge Bassanini del 97, l’Istituto assume le funzioni di Centro Servizi per la sordità sotto la supervisione del Ministero dell’Istruzione.
Si attende quindi il Regolamento di Riordino che ne formalizzi la trasformazione e ne disciplini l’opera.
L’ordinamento non è mai arrivato e con lui, neppure i finanziamenti previsti.
I 21 lavoratori, 8 dei quali sordi stanno lottando per evitarne la fine, lavoratori che da 17 anni vivono in condizione di precarietà grazie a contratti co.co.co., nonostante a tutti gli effetti, svolgano la loro attività come lavoratori dipendenti.
L’Italia Vuole la LIS
Episodi, singoli episodi si potrà obiettare, situazioni che certo non testimoniano una mancanza di attenzione verso la sordità, verità che diverrebbe probabilmente controvertibile se in quell’eccezione ci ritrovassimo improvvisamente.
Comunque la si voglia vedere, resta il fatto che l’Italia ancora non riconosce la LIS.
Facendo leva sugli obblighi presi con le Nazioni Unite, parte l’iniziativa #ITALIALOVELIS, campagna indirizzata al Governo che attraverso la piattaforma Change.org, tenta di raccogliere 15mila firme perché venga attuato una volte per tutte, quanto dichiarato nella Convezione, il riconoscimento e sostegno della Lingua dei Segni e la cultura dei non udenti.
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