Gli eroi moderni nell’era del ritorno al razzismo
Nell’era del ritorno al razzismo non è più semplice come prima saper distinguere gli eroi dagli antieroi.
Dopotutto, gli eroi moderni e antichi sono sempre stati un po’ antirazzisti…
Pensa a Gesù, Madre Teresa, Martin Luther King, fino a Superman, Peter Pan o al Keanu Reeves di Matrix, uomini e personaggi di fantasia che si battevano per i più deboli e gli emarginati, che sfidavano i potenti, che sfidavano il sistema.
Chi avrebbe mai detto che un giorno si sarebbero potuti definire ‘buonisti’ coloro che vogliono salvare la gente che annega in mare?
E cosa è cambiato rispetto a un tempo in cui l’accoglienza era vista come un segno di rettitudine?
Combattere il razzismo con le storie di eroismo
Quando l’ho conosciuto, José aveva 23 anni e aveva appena trovato lavoro nello stesso ristorante dove lavoravo io alcuni anni fa a Los Angeles.
La sua storia aveva qualcosa di epico per me e fu la dimostrazione che gli eroi non esistono soltanto nei film.
Cresciuto in un paesino del Messico meridionale, José è dovuto scappare dalla miseria e dalla violenza dirigendosi a piedi verso il confine con gli Stati Uniti.
Nel suo viaggio ha attraversato campagne roventi, fiumi e terre desolate, ha dormito all’aperto, si è nascosto nel retro di camion e furgoni.
Per evitare di essere preso ha pure rischiato di annegare, ma ha continuato lo stesso, fino al confine, fino a quel limite immaginario che per lui segnava la differenza tra dignità e miseria.
Per José la storia che mi ha raccontato non era nulla di inusuale.
Ma per me fu un portale verso un mondo che non avevo mai conosciuto, un mondo fatto di gente ordinaria costretta a fare cose straordinarie, gente costretta a rischiare tutto pur di avere cose che noi diamo per scontate, come la libertà dalla fame, dalla paura, dal freddo.
Questi racconti, allora, sono fondamentali per imparare ad apprezzare quello che si ha, per combattere la mancanza di empatia generata dal razzismo, e per capire che al mondo esistono eroi moderni anonimi, che spesso non riconosciamo e non vediamo neanche.
È forse questo quello che è cambiato, che oggi non è più facile distinguere gli eroi dalla gente comune?
Nella nostra vita di rado ci confrontiamo con persone come José perché, oltre a essere improbabile, è anche scomodo.
Tendiamo a non volerne sapere di mondi fatti di contrabbandieri, di criminali, di povertà.
Sono cose che non ci appartengono perché la nostra società si è conquistata il privilegio di lasciarsele alle spalle.
Eppure la gente che proviene da quei mondi è gente come noi, gente che vuole le stesse cose che vogliamo noi.
E noi siamo come loro, prenderemmo gli stessi rischi se fossimo costretti a scegliere tra una morte lenta e quasi certa a casa, e la minima possibilità di avere una vita felice in una terra lontana e inospitale.
Razzismo, eroi e antieroi
Queste sembrano considerazioni quasi banali da fare, ma per quanto banali pare che non siano poi così scontate.
Perché nei tempi che corrono ci si ritrova ancora a discutere sulla validità del razzismo, a sentire cori razzisti allo stadio, a leggere la parola ‘negro’ sui giornali, ad assistere al riemergere di vecchi modi di pensare che, fino all’altro ieri, erano stati banditi all’unanimità.
E ci si ritrova, ancora oggi, nell’infame posizione di non potere, o di non volere, capire chi sono gli eroi e chi sono gli antieroi.
Perché, per esempio, se per me era chiaro che José fosse l’eroe del suo racconto chi era il suo antieroe?
Il criminale che si è fatto pagare profumatamente per portarlo al confine o l’ufficiale di polizia che ha provato a prenderlo per rimandarlo indietro?
E mi chiedo anche, chi sono gli eroi di oggi in Italia?
Coloro che provano a salvare quattro disgraziati a bordo di un gommone sgangherato diretto per la Sicilia o i politici che ci promettono di salvarci dall’ondata di disgraziati diretti per la Sicilia?
La risposta è più difficile di quanto possa sembrare.
Guardare il telegiornale non basta, informarsi online non basta. Serve che ci liberiamo dei paraocchi della paura e dalle prese di posizione a priori prima di capire dove sta la verità.
Perché fino a quando continueremo a temere quello che non conosciamo e ad aver paura di fallire e non aver nessuno da biasimare oltre a noi stessi, continueremo a proiettare le nostre frustrazioni sui più deboli e ad esorcizzare le nostre paure attraverso l’odio per il diverso.
E facendo tutto questo diventeremo noi stessi gli antieroi.
Saremo attratti da coloro che si approfitteranno della nostra paura per ottenere il controllo, per diventare i nostri pseudo-salvatori, per sentirsi più grandi e coraggiosi di quello che in realtà sono.
Chi sono gli eroi moderni
Gli eroi di oggi, dunque, non sono quelli che ci mettono in guardia da chi non è come noi.
Gli eroi di oggi sono quelli che si battono per la diversità e per l’inclusione a discapito dei pericoli, della povertà e delle buone ragioni per odiare.
Un eroe moderno è Malala Yousafzai che nonostante sia ancora un’adolescente da anni si batte per il diritto all’istruzione delle ragazze che vivono sotto il regime dei talebani in Pakistan.
Oppure Augustin Affi, l’ivoriano ventunenne che è morto per salvare due bambini in mare al lido di Classe (Ravenna) e di cui non ha parlato nessuno.
Gli eroi moderni si sanno sacrificare, sono quelli che soffrono in silenzio mentre altri alzano la voce e riscuotono consensi proponendo soluzioni concrete a timori fabbricati, spacciando l’odio per patriottismo e responsabilità.
Gli eroi moderni combattono una battaglia infinita contro il vero nemico… l’odio, la cui origine, spesso, non sta nella razza ma nell’anima afflitta e affranta che non riesce a trovare altro piacere nella vita che quello di evidenziare le colpe e le bruttezze altrui.
Un’anima incapace di vedere la propria bruttezza e che non ha il coraggio di trovare la propria bellezza.
È di estrema importanza, quindi, in questo preciso momento storico, capire le ragioni per cui si è attratti dall’odio, da chi lo professa, da chi promette di proteggerci da demoni immaginari con il solo scopo di renderci persone peggiori, sottomesse, addomesticate.
È di vitale importanza, in questo racconto che tutti stiamo scrivendo e vivendo, capire da che parte stare, capire chi è l’eroe e chi è l’antieroe, perché rischiamo tutti di degenerare in qualcosa che non siamo, rischiamo tutti di lottare contro gli eroi di oggi e di diventare gli antieroi dei libri di storia di domani.
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