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Dipendenza dalla tecnologia: il futuro è già realtà

 
 
Si sente sempre più parlare della dipendenza dalla tecnologia, un fenomeno che spesso riguarda gli adolescenti, ma che non esclude il pericolo per gli adulti. La diffusione delle nuove tecnologie e l’accesso sempre più immediato al web, rappresentano sicuramente una questione da sottolineare per i grandi vantaggi che sono riusciti ad apportare in ambito sociale. È vero che, potendo contare sul web e sulle innumerevoli risorse che internet ci propone, anche la nostra vita quotidiana è migliorata di molto. Ma essere costantemente interconnessi in questa rete virtuale rappresenta anche dei rischi, perché può generare alcuni caratteri di dipendenza che non vanno affatto trascurati.

 

I segnali della dipendenza dalla tecnologia e dal web

Come in ogni dipendenza, anche in quella dalla tecnologia e dal web ci sono dei segnali da tenere in considerazione. Per esempio può essere sintomatica l’alterazione del ciclo sonno-veglia. Quando un soggetto passa moltissime ore davanti al computer, rinunciando perfino al riposo, si può capire che ci sia qualcosa che non va per quanto riguarda l’ambito della compulsione che lo rende legato agli strumenti digitali a sua disposizione.

Ma spesso i segnali che indicano una dipendenza dalla tecnologia sono da rintracciare nelle alterazioni delle abilità relazionali. È tutta la sfera sociale del soggetto che subisce un cambiamento. Diminuiscono i rapporti sociali e si comincia a chiudersi in se stessi, attraverso una forma di isolamento che può essere davvero molto pericolosa.

Nelle forme più gravi si arriva ad una vera e propria alienazione, rifiutando di immergersi in qualsiasi altra situazione in cui non sia previsto il contatto con i mezzi tecnologici. Gli esperti sostengono che gli adolescenti corrono maggiormente il rischio, per il fatto che la loro identità è meno strutturata rispetto a quella degli adulti.

I ragazzi più a rischio sono quelli a cui viene diagnosticata una sindrome da disturbo depressivo, di ansia sociale o un disturbo dell’umore. A volte si crede di trovare nella tecnologia e nel web un rimedio a delle ansie incontrollate, innescando un circolo vizioso che tende sempre di più alla dipendenza.

Ma sono da considerare anche i tipi di personalità. Chi è introverso e chi è più impulsivo tendenzialmente può subire in misura maggiore un’influenza negativa dalle nuove tecnologie.

 

Il pericolo del cyberbullismo

Non possiamo fare a meno di notare come esista un confine molto sottile tra dipendenza da internet e cyberbullismo. Attualmente si parla molto di questa forma di bullismo esercitata attraverso il web. Come prima fase il bullismo prevede l’esclusione sociale dai gruppi. Tutto ciò è possibile che sia attuato facilmente attraverso internet in maniera molto rapida.

Basta premere un tasto per bloccare qualcuno. Basta un semplice clic per impedirgli di relazionarsi con noi su Facebook e sui social network in generale o per eliminarlo da una chat. Naturalmente non stiamo affermando che il bullismo nasce con la diffusione di internet, perché gli episodi di bullismo sono sempre esistiti.

È logico però che la diffusione delle reti sociali può avere incrementato forme di contrasto e di emarginazione, di cui forse ancora non siamo abbastanza consapevoli. Basterebbe infatti soltanto riscrivere i rapporti in termini di empatia e di emozioni che possono generare, per ricostruire delle relazioni interpersonali molto meglio strutturate rispetto a quelle attuali.

E in questo senso un ruolo fondamentale spetterebbe soprattutto alle famiglie, alla scuola, alle agenzie di formazione extrascolastica. Il tema dovrebbe essere oggetto di un dibattito molto intenso, ma spesso non si arriva a queste opportunità.

 

Lo studio GfK sulla dipendenza dalla tecnologia

Gli studi sulla dipendenza dalla tecnologia e da internet sono davvero tanti. Ne possiamo citare uno a titolo esemplificativo, che appare molto interessante per i dati che ha messo in evidenza. Si tratta di uno studio GfK che ha coinvolto più di 22.000 persone di 17 Paesi differenti.

Complessivamente si è ricavato il dato che il 42% delle persone ritiene importante essere sempre connessi. Più di un terzo degli intervistati, in particolare il 34%, ha dichiarato di avere difficoltà a prendersi una pausa dall’interazione con gli strumenti tecnologici, compresi gli smartphone, il computer e la televisione.

Gli intervistati hanno ammesso che sanno che dovrebbero prendersi una pausa, ma molte volte non ci riescono. In Italia la fascia che sembrerebbe essere maggiormente coinvolta nella dipendenza dalla tecnologia è quella costituita da chi ha sui 30 anni di età, circa il 37%. Gli adolescenti di tutto il mondo rappresenterebbero il 35% di chi è dipendente da internet. Seguono i 40enni e la fascia dei soggetti compresi tra i 20 e i 29 anni di età.

Per quanto riguarda, invece, i Paesi in cui il fenomeno della dipendenza da internet e dalla tecnologia sembra più diffuso, al primo posto si colloca la Cina con il 43%. Seguono i Paesi dell’America Latina, soprattutto Brasile, Argentina e Messico, e gli Stati Uniti.

Se ci spostiamo a livello di età, la percentuale più bassa di chi dichiara di non essere dipendente da internet è rappresentata da persone con un’età maggiore di 60 anni, fra i quali si registra soltanto il 15% di fenomeni di dipendenza. Per ciò che concerne il reddito, è possibile notare dai dati emersi dallo studio come i soggetti ad alto reddito siano più dipendenti dagli strumenti tecnologici e dalla rete.

 

Come rimediare alla dipendenza dalla tecnologia

In tutto il mondo sono stati realizzati dei veri e propri centri di disintossicazione dal web. Li troviamo per esempio nel Regno Unito, negli Stati Uniti, ma molto famosi sono anche quelli messi a punto in Cina e in Giappone. In Italia è stato costituito il centro per le psicopatologie da web al Policlinico Gemelli di Roma. Poi ha fatto la sua parte anche l’Ospedale Molinette di Torino.

Secondo gli esperti, ci sono delle regole molto utili che possono essere utilizzate anche per la prevenzione di quello che si può considerare un vero e proprio disturbo psichiatrico. I medici anche a livello internazionale consigliano innanzitutto di smettere di usare la tecnologia almeno un’ora prima di andare a letto.

Meglio dedicarsi ad altre attività, come la lettura di un libro cartaceo e non in formato e-book. Sarebbe importante anche tenere durante la notte l’orologio lontano, non utilizzando il cellulare come sveglia. Essenziale è anche l’idratazione, che va perseguita durante tutto il giorno mentre si sta davanti al computer.

Inoltre è opportuno ritrovare la propria carica di energia immediatamente dopo essersi alzati. Basta semplicemente fare una buona colazione entro mezz’ora e bere bevande a base di caffeina. In generale però bisogna condividere delle regole di stile di vita che farebbero bene a tutti. Meglio non andare a tavola per esempio tenendo sempre il cellulare a portata di mano.

Dobbiamo anche ritornare ad abituarci a dei momenti di silenzio, che lasciano spazio alla fantasia, alle emozioni, alla creatività. Quello che bisognerebbe insegnare soprattutto ai ragazzi è rappresentato da modalità relazionali che si possano basare anche su vissuti offline.

Stimolare il pensiero critico e arrivare a delle riflessioni più profonde facendo leva sul vissuto individuale, significa anche avere la possibilità di confrontarsi con se stessi e costruire nel modo migliore un’identità forte che possa agire come scudo contro ogni forma di dipendenza. Infine sarebbe importante abituare specialmente i più giovani a sviluppare un maggiore senso della realtà, per lottare contro quell’alienazione che il virtuale può generare.
 
 
 
 

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