Pau Buscató, l’ironico istante della Street Photography
Pau Buscató è un esponente della fotografia di strada, quell’arte di raccontar lo scorrere della vita catturando angoli e volti del pianeta senza alcuna pianificazione o manipolazione, quindi in modo del tutto spontaneo. Gli albori della street photography – che a dispetto del nome non è necessariamente legata all’ambiente urbano, quanto piuttosto ad ogni luogo in cui vi sia attività umana – risalgono alla fine del XIX secolo. Tra i pionieri assoluti troviamo John Thomson, geografo e viaggiatore scozzese che per oltre 20 anni a partire dalla seconda metà dell’800 illustrò le giornate di Londra, Cipro ed è stato anche uno dei primi a spingersi in Oriente documentando le popolazioni di Cambogia e Cina.
Nonostante questo, spetta a Parigi il ruolo di città natale di questa corrente ed è unanimemente riconosciuto a Eugène Atget il titolo di ‘padre della fotografia di strada’, il suo contributo incentrato sulla capitale francese agli inizi del Novecento incantò i surrealisti e fece da apripista a maestri dell’obiettivo come Robert Doisneau, Henri Cartier-Bresson, precursore del fotogiornalismo e teorico dell’istante decisivo che si guadagnò l’appellativo di ‘occhio del secolo’ per il suoi scatti sulla realtà.
Al di là della componente artistica, la street photography ha sempre avuto particolare rilevanza anche a livello sociale dato che va ad immortalare ciò che accade, documentando anche con sguardo differente eventi storici. Esempi ne sono gli scatti di denuncia di Walker Evans, il libro Gli Americani di Robert Frank, le scene del crimine di Weegee, il Bacio a Time Square con cui Alfred ‘Eisie’ Eisenstaedt regalò la versione romantica della resa del Giappone e la conseguente fine della Seconda Guerra Mondiale. Diretta discendente della straight photography, ha da questa ereditato lo scopo di descrivere il reale senza alcun artificio, ma si differenzia per la forte componente ironica, peculiarità che certo non manca all’espressione visiva di Pau Buscató.
Il mondo così com’è è già abbastanza strano e misterioso. Penso di essere solo annoiato dalla visione convenzionale della realtà, in cui diamo tutto per scontato: un albero è un albero e quella nuvola è solo una nuvola. Ma cosa succede se la nuvola e l’albero possono diventare qualcos’altro, se visti da una diversa angolazione o messi insieme in una cornice? Non mi interessa mostrare la visione ovvia delle cose. Sono più interessato alla faccia nascosta della luna.
Pau Buscató, dall’architettura alla street photography
Nato a Barcellona il 20 settembre del 1975, Buscató ha trascorso parte dell’infanzia e dell’adolescenza a Ibiza, facendo poi ritorno nel capoluogo della Catalogna per intraprendere gli studi di architettura. Sfruttando il progetto Erasmus, nel 1997 volò ad Oslo frequentando per un anno l’Università della capitale norvegese ed una volta tornato in patria andò specializzandosi in visualizzazioni 3D. Il ricordo del tempo trascorso ed evidentemente il desiderio di una nuova vita, lo riportarono in quella che anticamente fu Christiania nel 2009 e nella terra di fiordi, sovente appellati come ‘opera d’arte della natura’, tutt’oggi vive e lavora. Benché la fotografia rientrasse da sempre fra i suoi interessi, per un paio d’anni fu totalmente accantonata e quando sembrava ormai appartenere al passato, la passione tornò come d’improvviso nel 2012.
“Dum loquimur fugerit invida aetas: carpe diem, quam minimum credula postero” (Mentre parliamo il tempo sarà già fuggito come se ci odiasse: cogli il giorno confidando nel domani quanto meno puoi). Sono i celebri versi tratti dalle Odi con cui il poeta latino Orazio, esortava l’uomo a dare valore alla propria esistenza vivendo e gioendo del presente, per ciò che si ha e cogliendo le occasioni dell’oggi, rendendosi quindi padrone del proprio tempo senza sprecarlo tentando di conoscere il domani. Una filosofia storicamente tanto importante quanto affine a quella seguita dallo spagnolo.
Pau Buscató si accorse d’esser attratto dal ‘qui e ora’, dai piccoli avvenimenti di vita quotidiana con tutte le loro possibili assurdità, così ridusse al minimo le attrezzature e riformulò il suo modo di intendere la fotografia. Ricominciò daccapo e lo fece utilizzando unicamente il bianco e nero, scese quindi in strada senza alcuna idea predefinita ed iniziò a trascorrervi ore e ore osservando la consuetudine senza però considerarla tale, ma guardandola con occhi nuovi per cercare di cogliere l’istante e fare di un gesto normale o di un momento persino insignificante, un qualcosa di unico e speciale.
Il modo in cui mi piace lavorare nella fotografia di strada non è molto adatto ai progetti, perché preferisco non ridurre la mia visione a un dato tema, quanto piuttosto rimanere aperto a tutto ciò che può rivelarsi interessante. È un approccio molto intuitivo, si basa sulla fiducia nel mio istinto e sul non limitarmi a idee o temi preconcetti. Se c’è una certa coerenza nel mio lavoro è perché tutto parte dal medesimo punto: osservazione spontanea, creativa e giocosa, con la volontà di lasciare che una dimensione illogica si insinui nel nostro abituale, ordinario mondo.
A partire dal 2014 ha nuovamente introdotto il colore, scelta che ha di poco preceduto quella di dedicarsi esclusivamente alla street photography sviluppando un linguaggio proprio, in cui la realtà è narrata con immaginativa umoristica e paradossale, mantenendo però quel senso estetico e della composizione attribuibili all’architettura, lasciata dopo 10 anni di attività. Per realizzare lo “scatto perfetto” possono servire centinaia di tentativi e protagoniste sono principalmente le strade di New York, Londra, Barcellona e chiaramente quelle di Oslo.
Piccole assurdità, ripetizioni, gesti, echi di colori e scene che scatenano la mia immaginazione sono ciò che sto cercando. Mi piace trovare connessioni tra le cose, cambiare la percezione di un oggetto ordinario mettendolo accanto a un altro. Mentre cerco sempre di mantenere i miei fotogrammi il più accurati possibile.
Nel 2017 è entrato a far parte del collettivo Burn My Eye e a settembre dello stesso anno, dopo aver già esibito opere in varie mostre internazionali, ha tenuto la sua prima personale a Nizhny Tagil, Russia, a cui hanno fatto poi seguito altre in Spagna, Norvegia e nel 2019 sarà in Francia e in Italia.
Ad affascinarlo sono fotografi come André Kertész, Josef Koudelka, Garry Winogrand, Elliott Erwitt e alla figura di artista, Pau Buscató affianca quella quella dell’insegnate, condividendo i segreti della street photography attraverso corsi intensivi organizzati all’ombra della Sagrada Familia e consigli basati sulla propria esperienza, li ha riassunti anche in breve decalogo pubblicato sulle pagine di EyeEm:
1 – Evita di farti distrarre dall’attrezzatura
Ridurre al minimo l’attrezzatura ti aiuterà a concentrarti su ciò che conta davvero: le fotografie. Scegli una telecamera e un obiettivo mantenendoli per un lungo periodo di tempo al fine di padroneggiarli e usarli istintivamente nella strada.
2 – Porta sempre con te la fotocamera
Non sai mai quando succederà qualcosa di interessante, le migliori opportunità compaiono nei posti meno prevedibili, quindi è una buona idea avere sempre con sé una fotocamera. Se dovessi raccomandarne una per la strada, direi una Ricoh GR o Fujifilm X100; Entrambe facili da trasportare e molto affidabili.
3 – Dedicati alla letteratura e visita i musei
Non limitarti ai libri di fotografia per trovare ispirazione. Tutte le discipline si influenzano a vicenda; letteratura e arte ti faranno vedere le cose in modo diverso, apriranno la tua mente e affineranno la tua visione.
4 – Crea la tua fortuna
La fortuna è un fattore molto importante nella fotografia di strada, ma non è gratuita. Dovrai essere molto persistente e paziente se vuoi che lei ti trovi là fuori. Più lavori, più sarai fortunato.
5 – Lavora sulla scena
Se sei stato abbastanza fortunato da scovare una situazione interessante, non limitarti a fare una singola foto. Fanne molte! Spostati, prova da diverse angolazioni e anche quando pensi di averlo ottenuto la foto, continua a scattare, spesso un elemento inaspettato s’inserisce e tutto può migliorare.
6 – Fidati del tuo istinto
La fotografia di strada non è una scienza esatta, quello che funziona un giorno non funziona quello dopo, quindi è buona cosa confidare nel proprio intuito e credere che qualcosa di straordinario stia per accadere dietro l’angolo.
7 – Osservare
È molto importante imparare ad anticipare le cose attraverso l’osservazione. Può essere molto utile per trovare la posizione giusta o prevedere un gesto, un atteggiamento ripetitivo di qualcuno. La pratica della fotografia di strada ha molto a che fare con la comprensione di come le persone si muovono e si comportano nello spazio pubblico.
8 – Ossessionato
Sì, ossessione…in senso positivo. Ti farà camminare di più, insistere, guardare di più e in pratica stare sempre attento. Alla fine non si tratta solo di goder di ciò che si fa, ma di amarlo. Se ami davvero quello che fai, proverai questa positiva ossessione e troverai soddisfazione durante il tempo che ti sarà necessario.
9 – Allena il tuo occhio
Non è la macchina fotografica a fare la differenza, ma il tuo occhio, la tua visione…e lo studio delle immagini dei grandi che ti aiuteranno a capire come vedono e pensano all’inquadratura e a riconoscere facilmente le opportunità.
10 – Porta i biglietti da visita
Se prendi sul serio la street photography, potrebbe essere una buona idea avere alcuni biglietti da visita. A volte sono davvero utili in determinate situazioni. Mi sarebbe piaciuto averli a portata di mano quando due poliziotti mi avvicinarono e mi dissero di seguirli. Mi perquisirono, frugarono nella mia borsa e mi interrogarono solo perché stavo facendo delle foto prima di un importante evento pubblico. Quanto detto sono solo alcuni aspetti che a mio avviso sono importanti e che mi hanno aiutato ad affrontare la street photography, ma la cosa fondamentale è la passione. Se ami ciò che fai, troverai il tempo per farlo, camminerai instancabilmente, insisterai e supererai i giorni buoni e quelli cattivi con la convinzione che è ciò che devi fare.
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