Martin Stranka, scoprire la fotografia nel dolore e farne arte
Martin Stranka aveva 23 anni quando si avvicinò alla fotografia, un incontro inaspettato, né desirato da custodita passione, ma scaturito da profondo dolore d’improvviso piombato, mentre all’orizzonte si profilava un futuro oltremodo distante dall’arte.
Il mio lavoro ha origine nei pochi istanti compresi tra sogno e risveglio, quando una persona è in entrambi i mondi.
Attratto dall’esoterismo, dall’astronomia quanto dall’astrologia; sensibile alla pittura di Jeremy Geddes, ai miraggi di Salvador Dalí, alla fotografia di ParkHarrison e soprattutto rapito dalla musica, in particolare di Olafur Arnalds, Lisa Gerrard, Birdy, Antony and the Johnson e degli islandesi Sigur Ros, Martin Stranka è nato il 13 aprile 1984 a Most, città della Repubblica Ceca dove però ha vissuto fino all’87, momento i cui la famiglia si è trasferita nella vicina Litoměřice. Dal 1998 al 2002 frequentò il Gymnázium Josef Jungmann (1773-1847) — poeta, filologo e personalità della Rinascita Nazionale che vi svolse il ruolo di insegnante a partire dal 1799 — e una volta conseguito il diploma continuò la formazione studiando Economia all’Università di Praga.
Arrivò la laurea, poi un impiego come addetto alle risorse umane presso un’azienda con sede nella capitale, ma nel 2007, una persona a lui estremamente cara perse tragicamente la vita annegando nell’acque del mar di Bali e il dramma, lo spinse a cercare una strada attraverso la quale ritrovare l’equilibrio interiore, la gioia del quotidiano e così dare sollievo all’anima. Fu allora che scelse una macchina fotografica per mitigare la sofferenza, dedicandole i momenti liberi dagli impegni e col passare del tempo, quella sorta di terapia divenne passione e infine arte.
Nei successivi due anni Martin Stranka partecipò con profitto ad alcune mostre sconfinando anche in Belgio, Romania, dette inizio alle serie Fragments (2007-2011) e I Found The Silence (2009-2019), quest’ultima contenente lo scatto dal titolo The Language Of Stillness aggiudicatosi il 1° premio nella categoria Non-Professional Special all’International Photography Awards 2010. Nello stesso anno si vide offrire un contratto dal colosso editoriale newyorkese Harper Collins e senza perdere un solo istante lasciò il posto di lavoro per ascoltare la mai troppo tardiva “chiamata”.
Prova ad immaginare la storia in una frase. Prova ad immaginare la storia in una parola. Riesci a immaginare l’intera storia in una foto? Questa è la mia risposta. Ogni fotografia viene catturata con decine, centinaia, migliaia di sentimenti provati in quell’istante. E anche se in un primo momento può non emergere, spesso erano colmi di speranze. È una delle caratteristiche della fotografia ancora in grado di affascinarmi. Come può un’immagine esprimere così tante parole, a volte, forse, più di un libro intero.
Seguirono proposte di collaborazione dalla Sterling Publishing, dalla holding statunitense Penguin Random House, altri riconoscimenti di livello internazionale, mostre in Austria, Brasile, Giappone, Italia, prese parte all’esibizione benefica organizzata in Africa dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) insieme a Medici Senza Frontiere e nel 2012, a traguardo del primo lustro di carriera, Stranka pubblicò la raccolta I Am, replicando celebrazione con il libro fotografico dall’esplicativo titolo, 10 Years. Anticipò l’uscita del volume con la collezione Escape (2015), dopo la quale s’è cimentato in Portraits (2018-2019), ritratti di personaggi dello spettacolo e artisti della Cechia tra cui l’attore Michal Režný, il pittore Jan Gemrot, Pavel Kacerle, tecnico delle luci e degli effetti speciali di Marvel e Lucasfilm.
Lavori realizzati mentre con l’opera Until You Wake Up, l’artista riceveva il 1° premio al Sony World Photography 2018 nella categoria National Awards, ottenendo medesimo risultato nella successiva edizione con Dreamers and Warriors, già vincitrice del Gold Award al Prix de la Photographie Paris, nella sezione Fine Art.
Per il 2020, oltre agli appuntamenti in Florida all’Albin Polasek Museum e alla Galleria 1 della Snap! Orlando, sono in atto i preparativi per la più imponente mostra personale sin ora tenuta da Martin Stranka: Dechem, «Respiro», verrà inaugurata a marzo e ospitata nei 520m² della storica Mánes Exhibition Hall di Praga, già pronta ad accoglierlo nel 2021 all’interno dell’autorevole spazio artistico multigenere di recente costruzione, Czech Photo Centre.
Alcune immagini inserite negli articoli pubblicati su TerzoPianeta.info, sono tratte dalla rete ed impiegate al solo fine informativo. Nel rispetto della proprietà intellettuale, sempre, prima di valutarle di pubblico dominio, vengono effettuate approfondite ricerche del detentore dei diritti d’autore, con l’obiettivo di ottenere autorizzazione all’utilizzo, pertanto, laddove richiesta non fosse avvenuta, seppur metodicamente tentata, si prega comprensione ed invito a domandare immediata rimozione, od inserimento delle credenziali, mediante il modulo presente nella pagina Contatti.