Yigal Ozeri, “oltre i confini della realtà”
Donne bellissime immerse nella natura, momenti rubati e altri cercati per tenere un ricordo o adatti per la copertina di una rivista.
Non ci sarebbe niente di straordinario nelle opere di Yigal Ozeri, se non fosse che non si tratta di fotografie, ma di incredibili e quanto mai realistici dipinti ad olio.
Più che catturare la bellezza di un istante, della natura stessa, che in quasi ogni tela avvolge e accompagna sguardi, movenze, con una tecnica straordinaria Yigal Ozeri infonde vita alle proprie opere, quasi che sia l’ambiente a suggerire e i soggetti, le donne, a trasmettere le proprie emozioni.
Nato in Israele nel 1958, Ozeri lavora a New York e le sue prime opere erano per lo più quadri astratti, anche se propendenti all’arte figurativa, dove cioè il soggetto è più fedele alla realtà anche laddove è rappresentato in maniera distorta. Sarà solo a 32 anni, in visita al Museo del Prado, che colpito dalla tela di Diego Velázquez “Las Maninas” del 1656, inizierà a concentrarsi sul ritratto classico, tecnica che non aveva potuto affrontare durante gli studi, in quanto nelle scuole israeliane non le veniva conferita particolare importanza.
Tele che possono richiedere mesi perché siano portate a termine e caratteristica di Ozeri, è mettere al centro dei dipinti quasi sempre soggetti femminili, motivo che egli stesso spiega derivare dal fatto che «Le donne sono state fra i soggetti più importanti della storia dell’arte, dalla Monna Lisa, alla Ragazza con l’orecchino di Peal», richiamando quindi opere di un passato che a volte vivono nuovamente in alcuni dei suoi lavori.
Echeggi, leggeri richiami verso opere di Jean Honoré Fragonard, alla natura di Monet, ma che si fanno evidenti in dipinti come Priscilla in Ecstasy che non può che essere la versione in chiave di moderna dell’Ophelia di Milais.
Imitazione e ricerca della bellezza in una creazione del nuovo, che riportano all’analisi kantiana per cui «Le arti belle devono essere necessariamente considerate come arti del genio» laddove il Genio è il talento innato che realizza inconsapevolmente il desiderio della natura.
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