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Jarosław Jaśnikowski, la pittura del realismo magico

Jarosław Jaśnikowski è uno tra i maggiori esponenti del realismo magico, corrente pittorica fiorita nella prima metà del XX secolo e poi sviluppatasi anche in ambito letterario soprattutto in Sudamerica, con scrittori come Gabriel José García Márquez, Arturo Uslar Pietri o Augusto Roa Bastos. Fu l’artista e critico Franz Roh ad introdurre tale definizione, quando nel 1925 la utilizzò per descrivere il postespressionismo europeo.

Come suggerisce il nome, il Magischer Realismus è un movimento caratterizzato dall’unione fra il tangibile, quindi il razionale, l’elemento magico ed echi del surrealismo, differenziandosi da quest’ultimo in quanto non cerca di esplorare l’oltre, la realtà superiore dell’inconscio, ma gli angoli reconditi del concreto, in una sorta di rivelazione inquietante e meravigliosa dove tutto è fedele alla razionalità solo apparentemente.

La mia pittura è come un viaggio costante attraverso mondi sconosciuti

Tra i maggiori esponenti del realismo magico, Jarosław Jaśnikowski dipinge misteriosi universi di cui non si definisce creatore, ma esploratore e narratore. (terzopianeta.info)Nato nel 1976 nei pressi di Legnica, in Polonia, paese che può vantare numerosi e affermati artisti votati al surrealismo e al realismo magico, Jarosław Jaśnikowski si è avvicinato alla pittura all’alba degli anni ’90. In principio la sua attenzione era rivolta in modo particolare al mondo della fantascienza, ma verso la metà del decennio, a rivoluzionare la sua arte arrivò il folgorante incontro con i capolavori di Salvador Dalí e successivamente, il contatto con il genio creativo di WojciechWojtek’ Siudmak, quando nel 1998 la sua città natale ne ospitò una mostra, evento che regalò a Jaśnikowski anche l’occasione per conoscere e trascorrere del tempo con l’artista.

Quello stesso anno s’iscrisse alla Scuola di Belle Arti di Głogów, nella regione della Bassa Slesia e sotto la guida del prolifico pittore di origini greche Telemach Pilitsidis, ne uscì diplomato agli inizi del nuovo millennio cominciando a sviluppare un proprio linguaggio visivo.

Ho accesso a un mondo enorme e magnifico, completamente diverso da quello che ci circonda. Cammino e ammiro i suoi velati e segreti paesaggi. Ne inspiro l’aria e ne assaporo i frutti. Parlo con le creature che vivono lì.

Jarosław Jaśnikowski esplora misteriose terre dove la realtà è alterata, capovolta, trasformata, luoghi dai panorami post apocalittici in cui si muovono sospese nell’aria architetture gotiche, velieri, dimore mutate in mongolfiere come grandi occhi assorti e altri contemplanti, mentre treni e veicoli futuristici sfrecciano fra esseri fantastici e oscuri che prendono forma sotto decine di orologi, i quali, oltre ad evocare Dalí, sembrano ricordare la caducità della vita sottoposta alla legge del tempo.

Tanti e differenti universi conviventi nel potere dell’immaginazione, ma di cui l’artista non si considera creatore, bensì osservatore e poi cronista, definendosi ‘Opowieściomalarzem’, ovvero un pittore narrante: «Il mondo che mostro nei miei quadri è parallelo al nostro, nello stesso luogo, nello stesso tempo, ma in un’altra dimensione. E’ molto simile al nostro, ma ha una storia diversa e per questo la chiamo anche Mondo Alternativo, sebbene probabilmente abbia il suo nome. Come pittore, sono anche un vagabondo, un esploratore tratto i miei dipinti come finestre, grazie alle quali le persone del nostro mondo possono affacciarsi sul Mondo Alternativo ed altrettanto, gli abitanti dall’altra parte possono guardarci. Nei miei dipinti, a volte appare la figura della Guida, una persona con un cilindro e un vecchio cappotto che spesso mi accompagna attraverso questo mondo, mostrandomi posti affascinanti, descrivendomi le regole, le leggi fisiche e scientifiche, piuttosto complicate e spesso irrazionali».

Visionario e romantico, da oltre vent’anni Jaśnikowski vede i suoi dipinti, inverosimilmente dettagliati, incantare pubblico e critica attraverso decine di mostre individuali tenute sia in Polonia, sia all’estero, altresì partecipando a collettive ed esponendo accanto ad artisti come Tomek Sętowski, Rafał Olbiński, Jacek Yerka e molti sue tele sono entrati a far parte di collezioni private in tutto il mondo.

Il mio confine tra mondo reale e quello intrecciato dalle fibre intricate della mia immaginazione è contenuto nello spessore della palpebra

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