Iris Scott, eterei e surreali dipinti realizzati con le dita
Nata il 26 maggio 1984 a Maple Valley, cittadina dello Stato di Washington situata a pochi chilometri da Seattle, Iris Scott ha trascorso l’infanzia immersa nel verde di una fattoria dove i genitori, fautori dei valori hippy, crescevano decine di animali domestici e selvatici come componenti di una grande famiglia. La natura, la libertà, l’atmosfera respirata in quegli anni si rivelano in dipinti trasognanti, dalle tinte vivide, dove si muovono e tra loro interagiscono tigri, orsi, gatti, pesci, figure umane talora dall’aspetto etereo, mistico; opere realizzate con uno stile di finger painting che riporta alla memoria il movimento impressionista sviluppatosi in Francia nella seconda metà dell’Ottocento.
Il disegno e la pittura furono immediata e innata passione che trovò sin dal primo momento l’incoraggiamento tanto della madre, insegnante di pianoforte, quanto del padre ebanista e il fiorente talento venne altresì riconosciuto e sostenuto già dall’insegnate delle elementari Barbara Quirie, artista e studiosa delle antiche culture native americane.
Con il tempo Iris Scott iniziò a sperimentare spaziando fra acquerelli, acrilici, carbone, oli, pastelli, si concentrò nella corrente del realismo pittorico e nel 2003, durante il periodo di formazione al college, lasciò gli Stati Uniti per trascorrere un anno in Italia e studiare all’Accademia Italiana di Firenze. Dopo aver ottenuto il Bachelor of Fine Arts frequentando la Washington State University, consapevole del fatto che non sempre il solo amore per l’arte consente di vivere attraverso di essa, conseguì un master in didattica presso la Western Governors University per intraprendere una carriera come insegnante, ma non prima di concedersi un momento di riflessione lontano dallo Zio Sam.
Quello stesso anno Scott si trasferì a Kaohsiung, città dello Stato di Taiwan e di fronte a un dipinto a cui mancavano solo gli ultimi ritocchi, si accorse di aver già utilizzato tutti i pennelli ed era quindi necessario pulirli prima di procedere. Il desiderio di concludere però la spinse a far a meno di loro, tuffò la punta delle dita nei colori a olio, le posò sulla tela e un mondo nuovo le si spalancò davanti agli occhi.
10 tocchi e capii che dipingere con le dita sarebbe stato ciò che avrei fatto per il resto della mia vita
La finger painting a difesa del Pianeta di Zaria Forman
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