L’arte psichedelica di Okuda San Miguel
L’arte di Okuda San Miguel è una porta verso un mondo psichedelico, spirituale, opere dal forte impatto che raccontano una società inevitabilmente costretta ad affrontare le proprie contraddizioni. L’artista suggerisce riflessioni sulle problematiche legate all’ambiente e la modernità, sull’esistenza e sulla condizione umana con le sue solitudini, l’effimera felicità, la libertà negata dal capitalismo, dai continui conflitti, dalle religioni, forte di una visione in cui Dio risiede in ogni individuo.
Nato il 19 novembre del 1980 a Santander, Spagna, Oscar San Miguel Erice ha studiato Belle Arti nell’antica e prestigiosa università Complutense di Madrid e come molti contemporanei, ha cominciato la sua carriera dando nuovo colore a stabilimenti e ferrovie abbandonate. Era il 1997, fonte d’ispirazione sono Salvador Dalí, Hieronymus Bosch, Ernst, Magritte, la pop art della seconda metà del XX secolo ed ancora personaggi come Terry Gilliam, Leos Carax e le opere di Alejandro Jodorowsky.
La prima opportunità per farsi notare arriverà solo dodici anni anni più tardi, nel 2009, quando unitosi all’Ink And Movement, progetto nato per promuovere l’arte di strada, ebbe modo di esibirsi a New York e nelle maggiori capitali europee.
L’esperienza gli permise di raggiungere un più vasto pubblico, ma soprattutto rappresentò la spinta per un’ulteriore evoluzione artistica, Okuda andò sviluppando un suo stile divenuto inconfondibile, in cui le figure scaturiscono da un’esplosione di colori e figure geometriche.
Alla ribalta salì nel 2015, quando su invito della Church Brigade, un appassionato gruppo di skaters, dipinse gli interni della chiesa di Santa Barbara a Llanara, progettata dall’architetto Manuel del Busto nel 1912.
Dopo la Guerra Civile la struttura in stile gotico cadde nel dimenticatoio, finché la brigata non si decise ad occuparla e reinventarla secondo le proprie esigenze tramite Kickstarter, un sito web dedito alla raccolta fondi per progetti creativi. L’idea arrivò a quelli della Red Bull e subito la fecero propria. Nacque così il ‘Kaos Temple’, santuario non più in onore della martire cristiana, ma con un half pipe al posto delle panche per i fedeli, è divenuto autentico luogo di culto per gli amanti dello skateboard e dell’arte contemporanea, tanto che Okuda stesso l’ha definita la sua ‘Cappella Sistina’.
Non è però l’unica chiesa da lui trasformata, dopo quella di Llanara, con l’opera ‘11 espejismos para la libertad’, di prismatici e multiculturali volti umani ed animali è stata avvolta quella abbandonata a Youssoufia, in Marocco e successivamente, la Chiesa Internazionale della Cannabis situata a Denver, Colorado, secolare costruzione divenuta nel 2017 luogo di ritrovo, se non casa spirituale, per coloro che abitualmente consumano droghe leggere.
Da molti definito ‘pop surrealista’, Okuda San Miguel è oggi un artista multidisciplinare, la prima personale risale al 2011, quando si esibì a Bilbao nella mostra intitolata ‘Prohibido Vivir’. Le sue creazioni spaziano dalla pittura, ai murales, che dipinge improvvisando senza pre-disegnare tracce, fino ad arrivare a sculture elaborate in 3D e tra le più recenti, quella di 25 metri realizzata a marzo 2018 per la ‘Falla del Ayuntamiento’ di Valencia, annuale appuntamento in onore di San Giuseppe, inserito dall’Unesco nella lista dei patrimoni culturali immateriali.
Anche in Italia è possibile ammirare opere di Okuda, l’artista spagnolo infatti, in ambito di un progetto inerente alla street art, nel 2016 fu invitato dall’amministrazione comunale di Arcugnano, paese veneto in provincia di Vicenza, a dar colore all’asilo nido della scuola materna e alla cabina elettrica posta nelle vicinanze. L’evento si trasformò in una festa cittadina e soprattutto in gioioso ricordo per tutti i bambini che ebbero modo di toccare il mondo dell’arte.
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