Le fate e il mondo fiabesco di Robin Wight
Gentili, poetiche, eteree, sculture che fanno riaffiorare l’anima delicata dell’infanzia, parte di noi che troppe volte la vita ci costringe a dimenticare con il passare degli anni.
Robin Wight è il famoso creatore di incantevoli fate che leggere sembrano giocare col vento e a dargli l’ispirazione, fu proprio l’incontro con una di loro, nel bosco, ovvero dove le favole ci hanno sempre raccontato di andarle a cercare del resto.
Classe 1960, Robin Wight vive nello Staffordshire, in Inghilterra, ed attualmente si occupa di software e design, ma per molti anni, dopo aver seguito le orme del padre e studiato ingegneria, ha lavorato nell’industria del rame. L’interesse per l’arte è sempre stato vivo in lui, dimostrando anche particolari doti creative alle quali ha dato libertà sia a livello professionale come ingegnere, sia privatamente attraverso il disegno e le sculture di sabbia.
L’appuntamento con la fata avvenne nel 2009, quando assieme a moglie e figli si trasferì nel bel mezzo di una riserva naturale. La bellezza e la ricchezza di materiali che un simile ambiente poteva mettergli a disposizione, non poté che nutrire la sua fantasia e accrescere la sua voglia di costruire, plasmare, ideare e dar vita a nuovi oggetti e forme.
Fin ad allora le sue creature tridimensionali, come detto erano nate dalla sabbia e si sa come questa non sia certo qualcosa che permette di dar libero sfogo all’immaginazione, pone ovvi margini, per quanto in giro si possano ammirare dei veri e propri capolavori.
Intorno alla casa adesso c’è il legno e ne può avere quanto vuole.
Non trascorse molto tempo da quando cominciarono a vedersi grandi sculture abilmente forgiate con l’aiuto dello scalpello, ma nonostante il divertimento e l’emozione nel vederle terminate, presto Robin Wight si rese conto che anche il legno gli imponeva di sottostare a certi limiti. Sorgeva in lui una sensazione di ripetitività che una mente piena d’inventiva non può che sentir soffocante e l’iniziale contentezza andava perciò scemando, quasi che le sue creazioni andassero lentamente ad assomigliarsi sempre di più.
A Natale di quello stesso anno però, gli fu regalata una nuova macchina fotografica e per imparare ad usarla decise di avventurarsi nel bosco. Dopo aver realizzato una serie di scatti se ne tornò a casa per vedere quanto fatto ed esaminandoli ad uno ad uno, la sua attenzione cadde in una immagine in cui aveva ripreso i raggi solari che facendosi strada fra gli intrecci degli alberi, si posavano su alcune rocce ricoperte di muschio. Ma è su uno dei rami che notò qualcosa di strano ed ingrandendo, spuntò la fata.
Le fate di Robin Wight
Si pensa che le fate ed i loro poteri, traggano origine dalle Ninfe, le meravigliose e leggiadre fanciulle presenti nella mitologia greca. Abitatrici delle sorgenti, dei laghi, dei monti ed anche dei boschi, sono aggraziate divinità che fra le tante capacità hanno quella d’essere ispiratrici di arte.
Wight era certo che si trattasse di un illusione ed ognuno è chiaramente libero d’interpretare quel particolare. Per molti non sarà niente se non un effetto dato dalla luce, forse un insetto, un animale, per altri sarà invece bello pensare che quanto si vede nella foto, fiabescamente simile alle creature leggendarie di cui ci parlano le favole e che vediamo e attendiamo da bambini, sia reale o qualcosa che non ha una risposta così certa.
Fatto sta, che poco tempo dopo, nei primi mesi del 2010, Robin Wight ebbe l’illuminazione. Nel riparare una vecchia recinzione si trovò a torcere il filo che avrebbe poi sostituito e fu in quel preciso istante che pensò di avere tra le mani un ottimo materiale da modellare a proprio piacimento. Ed in effetti è facilmente manipolabile, si può fare e disfare, per di più non necessità di trattamenti particolari per essere difeso dalle intemperie, come invece, per non parlare della sabbia, richiede il legno e neppure necessita di altri strumenti se non le mani e l’immaginazione.
L’ingegnere pensò di partire creando una figura umana, ma quella foto, quella strana e curiosa visione, evidentemente non era svanita nel nulla e così, nacque la sua prima scultura: ‘Glance’, ovvero occhiata, colpo d’occhio, nome datole per la semplicità della posa e della struttura.
Poi fu la volta di ‘Tree Hugger’, qualcosa che suona come abbracciatrice di alberi e con il permesso della Staffordshire Wildlife Trust, la pose accanto ad un albero della riserva.
Non passò inosservata e piacque così alla gente del posto locale, che a Wight fu chiesto di presenziare all’annuale festa locale con le sue creazioni. Partecipò con ‘The Thief’, la ladra, una fata beccata mentre tenta di portar via un annaffiatoio e l’anno successivo, per la stessa manifestazione e soprattutto per la gioia dei bambini, nel bosco della riserva fu ideato un cammino con tante fate da scovare e conoscere.
Quel giorno, per puro caso, a percorrere quel sentiero c’era anche Amanda Dawson, responsabile marketing del Trentham Estate e ne rimase così affascinata che immediatamente contattò Robin Wight. Da allora, nel grande parco nei pressi Birmingham, costituito da boschi e bellissimi giardini è possibile calarsi nella magia di una favola.
With iniziò anche a vendere le sue opere, sculture di varie dimensioni, anche di grandezza naturale ed aggiunse loro un particolare in più. Osservò che il filo lasciava filtrare luce attraverso i corpi, rendendone visibile l’interno e pensò allora di dar loro un cuore, una piccola pietra su cui ognuno può incidere un messaggio.
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