Erwin Wurm: One Minute Sculpture e l’assurdo nella scultura
Case rovesciate, automobili in sovrappeso, würstel umanizzati ed esseri umani trasformati in sculture dalle pose assurde. Questo e molto altro è la disorientante, folle e non troppo umoristica realtà di Erwin Wurm, celebre artista austriaco che plasma e deforma, sfida la gravità e di oggetti qualsiasi fa opere da museo.
Ad un primo disorientamento è seguito un interesse che lo ha portato gettarsi sui libri classici, ricerche che sono poi andate avanti negli anni, finché non principiò a riflettere sul concetto di questa disciplina, sul processo di realizzazione, sul momento in cui un’azione diventa scultura.
L’intuizione di creare utilizzando qualsiasi oggetto, arrivò perché non poteva permettersi altro che non fosse di uso quotidiano o facilmente reperibile. Cominciò quindi con l’abbigliamento, poi con il legno che poteva procurarsi nella falegnameria sotto casa e quando a questo si aggiunsero secchi e lattine, si era semplicemente trasferito e la nuova dimora si trovava nei pressi di una fabbrica che li produceva. Più tardi userà con successo persino la polvere.
Erwin Wurm: ‘One Minute Sculpture’
Espose per la prima volta nel lontano 1981, al Forum Stadpark di Graz, tuttavia la fama giunse per lui sul finire degli anni’90 con la serie ‘One Minute Sculpture’, opere create al momento dove i soggetti, che allora come oggi possono essere lui stesso, modelli, oppure persone prese dal pubblico, interagiscono con elementi di ogni tipo seguendo determinate istruzioni.
Senza contare l’aspetto psico-geografico che permette di registrare una partecipazione differente secondo i Paesi, il progetto propone più riflessioni. La nozione del tempo è essenziale nel One Minute, le statue si manifestano nel qui ed ora, ma nell’essere azione avvenuta restano nel ripetersi in una esposizione e – a differenza delle prime sperimentazioni – a privarle di caducità è la documentazione fotografica, quest’ultima altresì testimonianza dell’umana capacità di resistere ad uno sforzo rimanendo immobili, ovvero quando un’istante può farsi eterno.
Nel 2003, One Minute Sculptures fu anche alla base per il lancio di ‘Can’t Stop’ dei Red Hot Chili Peppers. Nel video della canzone Kiedis, Flea, Frusciante e Smith apparvero infatti con secchi e scatole di cartone in testa, reggendo bottiglie di plastica, con matite e pennarelli infilate nelle narici. Al termine del filmato, Erwin Wurm fu chiaramente accreditato come fonte d’ispirazione e questo non poté che dare un significativo contributo alla diffusione della sua arte.
“Per me è importante porsi la domanda: cos’è la scultura in termini di nozione? Che cosa può essere? Questa domanda va sempre messa in relazione con le questioni sociali del nostro tempo; per esempio la gioventù, la violenza, le icone, l’architettura, l’obesità, molti strati diversi e molte altre cose ancora.”
Muovendosi attraverso più forme espressive, l’artista ha teorizzato e poi sperimentato una visione personale della scultura. Con richiami alla Pop Art, al ‘continuo divenire’ di Joseph Beuys, in parte ai lavori di Ai Weiwei, benché in quest’ultimo risieda una lotta politica ben più esplicita e profonda, Erwin Wurm ha messo in discussione l’immagine convenzionale di quest’arte, le sue opere nascono dall’idea per cui tutto è scultura ed il risultato della sua ricerca sono opere che alla peculiare staticità di questo linguaggio artistico, favoriscono un concetto dinamico tra azione e performance.
Un cetriolo, una sedia oppure un abito, vengono privati della loro funzione per assumere un nuovo significato e sebbene in prima battuta le opere possano apparire prevalentemente umoristiche, l’austriaco si dice interessato all’assurdo, in quanto ritenuto maggiormente intrigante ed efficace per guardare e capire le problematiche del nostro tempo.
E’ quindi attraverso una prospettiva paradossale che i suoi lavori raccontano il vissuto dell’artista ed interrogano l’attualità con le sue isterie e storture. Sovente dietro di essi c’è un’aspra critica nei confronti della società, verso il continuo controllo che Stati e banche effettuano sui cittadini, se la prende gli eroi negativi tra cui Wurm inserisce anche Mark Zuckerberg e l’odiato Facebook, dove le persone secondo l’artista perdono la privacy mettendo a nudo la propria vita.
“Stiamo perdendo molte cose, soprattutto in Europa; l’illuminismo sta cominciando a svanire”
Le ‘Fat Car’, realizzate con poliuretano o polistirolo ricoperti di vernice, sono rappresentazione dell’ossessivo desiderio di opulenza e del consumismo che affligge l’era moderna. La ‘Narrow House’, nata in risposta alla ristrettezza dello spazio espositivo concessogli in occasione di una mostra di Pechino, è andata sviluppandosi come raffigurazione di un provincialismo e una rigidità opprimente, che l’artista si è trovato costretto ad affrontare negli anni ’50 e ’60. In ‘Fountain for Arthur Rimbaud’, dove la fontana è una gamba, riflette sul destino dell’uomo ripercorrendo la storia del poeta, che lasciò i versi per le armi per poi morire di stenti, dopo aver subito l’amputazione. La ‘House Attack’, istallazione completata nell’ottobre del 2006 sul grigio Museum Moderner Kunst di Vienna, voleva invece essere simbolo di rottura con il pensiero dei limiti architettonici, ma come ammette lo stesso autore, non sempre in una scultura si cela una metafora o esiste un particolare motivo che ne dia vita.
“Ho osservato che le persone non esprimono più se stesse attraverso la propria personalità, ma attraverso il modo in cui vivono”
All’edizione 2016 di Frieze New York, la galleria Lehmann Maupin ha presentato una selezione di nuove opere in argilla, che raffigurano mobili moderni e oggetti domestici, direttamente deformati da Wurm con calci, pugni, schiacciandole e salendoci sopra, mentre una pistola sovradimensionata, un mobile basso e un cassettone scultoreo erano disposti come a ricreare un ambiente casalingo, evidenziando il desiderio di sfidare, tramite oggetti di uso quotidiano la percezione del volume, della forma e della materialità. Una serie che dimostra la continua evoluzione della sua arte attraverso un filo conduttore.
Erwin Wurm, che nel 2017 ha presentato le ‘Performative one Minute Sculptures’ alla Biennale di Venezia, vive e lavora fra Limberg e Vienna, dove dal 2002 è insegna all’Università delle Arti Applicate. Le sue opere fanno parte di prestigiose collezioni in tutto il mondo, dal parigino Centre Pompidou al Guggenheim Museum di New York, dall’olandese Gemeentemuseum all’australiano National Gallery of Victoria; sono presenti nel Museum Ludwig di Colonia, nel Städel Museum di Francoforte e immancabilmente sono all’Albertina e Belvedere della capitale austriaca.
“Sai dei gatti citati da Georg Christoph Lichtenberg? Egli dice che ciò che lo stupiva era come i gatti potessero avere quei due buchi nella pelliccia, proprio in corrispondenza degli occhi. Questa è un grande coincidenza. Guardare la realtà con questa strana, inquietante prospettiva la rende interessante e sorprendente, e può portare a qualcosa di interessante”
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