John Pugh: illusioni ottiche in dipinti murali
John Pugh è uno dei muralisti più noti al mondo, da oltre 30 anni decora i paesaggi urbani con murales realizzati attraverso l’antica quanto particolare tecnica del trompe-l’oeil, la cui peculiarità è appunto quella di ‘ingannare l’occhio’, ovvero rappresentare fedelmente oggetti e figure dando l’illusione della tridimensionalità.
«Le persone si divertono ad essere ingannate visivamente»
Nato il 2 maggio 1957 a Lake Forest, Illinois, John Pugh ha conseguito il bachelor of arts frequentando la California State University di Chico e proprio dall’accademia, nel lontano 1980 ottenne la sua prima commissione: con un effetto straordinariamente realistico, dipinse un’enorme parete che sgretolandosi rivelava un colonnato greco all’interno dello stabile.
Immagine che gli era apparsa in sogno e la svolta fu immediata, da allora sono oltre 250 i murales eseguiti in ogni angolo del pianeta, se ne trovano negli Stati Uniti, Giappone, Nuova Zelanda, Taiwan, Messico, Irlanda, opere pubbliche e private, nonostante il costo di ogni singola opera possa mediamente oscillare fra 50mila e 100mila dollari. Lavori dove la cura dei particolari, i giochi di luce e l’abilità dell’uso delle tecniche prospettiche sono tali, che in un alcuni casi solo la ragione riesce ad aiutare l’occhio a distinguere ciò che è vero da ciò che appare.
Gli artisti devono essere consapevoli che il loro lavoro può essere un ponte tra culture diverse. L’arte pubblica è fonte di estremo interesse per me, in quanto è una potente forma di comunicazione. Collega le persone, stimola un senso di orgoglio per l’artista che deve introdurre lo spettatore all’interno di idee e prospettive nuove.
La volontà di John Pugh va però oltre l’inganno del trompe-l’oeil, lui stesso parla della sua arte come di ‘illusionismo narrativo’, figurazione di concetti ben precisi, perciò le opere non mirate a catturare solo l’attenzione visiva, ma anche l’immaginazione dell’osservatore, scrutando il significato espresso.
Una volta affascinato dall’illusione, l’osservatore è invitato a guardare attraverso il murale, per esplorarne e scoprirne il concetto più profondo. Ho anche scoperto che creando un’illusione architettonica che si integra con l’ambiente esistente sia visivamente che esteticamente.
Inoltre, così come avvenne per l’opera che lo dette alla fama, ogni murales è creato in modo tale da esser in armonia con l’ambiente circostante, non solo per soddisfare il senso estetico, ma facendo attenzione a che il dipinto possa celebrare il passato ed il presente del luogo: «Creare un senso del luogo fondamentale. Per me, come artista, è importante studiare il territorio e la sua comunità, formulando concetti basati su una moltitudine di punti di vista: storici, ambientali, culturali. Se il murale può servire a educare sulla cultura e sul patrimonio di un luogo, metterà radici e sarà un orgoglio per il posto. Questo ispira nuove possibilità, la condivisione di idee e aiuta a colmare i divari culturali nella comunità.»
Continua con Eric Grohe
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