Millo, l’artista che rivoluziona i paesaggi urbani
Quando nel 2016 partecipò alla manifestazione Impronte Art Festival, organizzata dal Collettivo Boca in collaborazione con la Fondazione Salvatore Ferragamo, Francesco Camillo Giorgino, in tutto il mondo conosciuto semplicemente come Millo, realizzò ‘Blind’, murale raffigurante l’ormai celebre, gigantesca e sognante bambina che distesa in una fumettistica città, ne illumina i cieli con l’arcobaleno scaturitole dalle mani. Un’opera che come ogni altra, mette in mostra la visione dell’artista ed altrettanto le parole che usò per spiegarne il significato: «A volte come ciechi non vediamo la magia, la bellezza, l’unicità che è nascosta in ognuno di noi, come ciechi agiamo dimenticando quanto siamo speciali. Riscoprite il vostro arcobaleno.»
Appassionato di musica e collezionista di posate, soprattutto cucchiaini da caffè, Millo è nato nel 1979 a Mesagne, in provincia di Brindisi, dove ha frequentato il liceo scientifico per poi trasferirsi a Pescara, dove ormai vive da oltre vent’anni, e laurearsi in Architettura. L’amore per l’arte è vivo in lui sin dall’infanzia, cominciò disegnando come ogni bambino, ma lentamente quello che per molti non resta che un semplice passatempo, andò trasformandosi in una sorta d’isola felice. Acquerelli e colori andarono presto a sostituirsi ai giocattoli e con il trascorrere degli anni, l’esigenza di esprimersi attraverso il disegno e la pittura, è divenuta sempre maggiore. Ha così continuato a sperimentare varie tecniche e supporti durante gli studi ed anche successivamente, quando ormai architetto, si barcamenava fra questioni burocratiche per realizzare case, strade, parchi, giardini, finché gradualmente, non arrivò la decisione di abbandonare tutto per concedersi completamente all’arte.
Affascinato da artisti come Raymond Pettibon, Trenton Doyle Hancock, Richard Skelly, Jean Michel Basquiat, Rita Ackermann, John Bauer, Van Eyck. espone per la prima volta nel 2010, a Pescara, dove presentò il meditativo ‘Disturbi’, una serie di oli su tela in cui prendeva in esame i tanti aspetti della psiche umana quando questa è alterata da disordini della personalità. Dipinti che vanno in mostra anche nella rassegna artistica Who’s Next Expo ospitata dal Sinister Noise Club di Roma e l’anno successivo la capitale ospita la personale ‘Nell’aria c’è un mondo invisibile’, mentre nel 2012 è la volta di ‘Missing’.
“Sono attratto dai disturbi mentali, dagli individui i cui tratti di personalità sono disadattivi anche in modo pervasivo, inflessibile e permanente, che vivono in condizioni di disagio clinicamente significative con conseguenze in termini di sofferenza soggettiva e di limitazioni a relazioni sociali e lavoro. Tutto mi influenza: le cose che non conosciamo, le cose di cui non si parla, le cose che la gente non capisce, le ossessioni, i sogni, la morte, i pensieri, le bugie, le espressioni, i sorrisi, i giorni, la periferia, l’insoddisfazione, la noia, gli adolescenti, la magia, le illusioni, la paranoia, la sincerità, le crisi di nervi, l’indifferenza, l’aggressività, le parole, la solitudine, l’ambiguità, la confusione, le collisioni, la pioggia, le notti, i pomeriggi, i baci, il calore, le droghe, i vermi, niente, voi, l’amore.”
Millo, trasformare la città in una tela
Nel frattempo nascono anche i primi murales, al Forte Prenestino di Roma, ad Ariano Irpino per il Folk Festival, a Gaeta in occasione del Memorie Urbane e nell’estate 2013 Millo è a Londra per dipingere i muri della zona di Shoreditch, mentre la Hoxton Gallery, ospita la sua mostra personale ‘Clumsy’. Particolarmente significativa è la vittoria del bando internazionale d’arte pubblica B.Art, Arte in Barriera, promosso nel 2014 dalla città di Torino, il Comitato Urban Barriera e indetto dalla Fondazione Contrada Torino. Il riconoscimento arrivò con il murale ‘Habitat’, titolo che inequivocabilmente evidenzia quello che è il filo conduttore dei suoi lavori, ovvero lo spazio che occupiamo, in cui ci relazioniamo e lo stesso facciamo con esso, ma che non è solo riprodotto, ma vissuto da personaggi che vogliono rappresentare la parte più pura e forse dimenticata di noi.
Il concorso era finalizzato alla riqualificazione di 13 facciate di palazzi collocati nel quartiere Barriera, attualmente è spesso chiamato ad eseguire lavori di questo genere, testimonianza di una speculazione edilizia ch’è andata creando scorci evidentemente sgradevoli e l’artista, trasformò quelle pareti in tappe dallo stesso linguaggio, mutando parte del capoluogo piemontese ma nel corso del tempo, Millo ha rivoluzionato il paesaggio di molte altre città italiane, sono diventate cornice delle sue opere Roma, Milano, Firenze, Bologna e non solo. Partecipando infatti a numerosi festival oltreconfine, murales recanti la sua firma sorgono ormai in tutto il mondo, da Parigi a Chicago, da Londra a Rio de Janeiro, da Berlino a Los Angeles ed ancora Shanghai, Santiago, in Russia, dove per la mostra ‘Brighter Days Are Coming’ tenutasi a San Pietroburgo, Millo ha realizzato ‘Rivoluzione’, un dipinto che vuole essere metafora della capacità che ognuno deve avere per compiere la propria rivoluzione personale e l’ispirazione è giunta ponendo attenzione al periodo di rivoluzione di un pianeta, ossia al tempo impiegato da quest’ultimo per compiere un’orbita completa.
Ispirandosi dunque a ciò che lo circonda, i suoi murales nascono da disegni su carta, dopodiché, una volta di fronte alla parete, servendosi di piattaforme aeree e di un’asta alla cui estremità è attaccato un pennello, comincia facendo una bozza grigia e molto tenue dei suoi personaggi, figure estatiche caratterizzate da una delicata goffaggine che si animano sovrastando la città. Terminata questa prima traccia, rigorosamente a mano e utilizzando quasi esclusivamente il bianco e il nero, trasforma in tela la parete. Murales dallo stile inconfondibile, opere dettagliate, dal tratto pulito, in cui riesce ad inglobare in modo quasi fiabesco gli elementi dell’architettura circostante,per cui ognuna delle quali ha in sé un messaggio creato appositamente per il luogo in cui si trova. Può essere necessaria anche una settimana per vedere la conclusione di un lavoro.
Nel 2013 è chiamato a dar un nuovo volto alla Casa Circondariale di Lanciano, in provincia di Chieti e in un carcere torna per il progetto ‘Back to School!’ curato da Julien Malland, Oleg Sosnov e sostenuto dall’Unicef. Nel 2017 Millo ha infatti decorato il penitenziario minorile di Kremenchuk, in Ucraina, con un disegno attraverso il quale esorta i giovani del reclusorio a non perdere lungo il duro cammino che la vita gli ha riservato, la loro capacità immaginativa, indispensabile forza motrice e fonte vitale di speranza e di fiducia nel futuro.
Un ragazzo che dopo essersi costruito un aeroplano di legno, va pilotandolo con sguardo rivolto all’orizzonte, un murale che riporta alla mente il bambino cantato da Toquinho nella sua Aquarela, quello che «cammina, cammina, arrivando ad un muro chiude gli occhi un momento e davanti si vede il futuro già.»
Dopo aver regalato alla “sua” Mesagne il dipinto ‘Dream’, uno dei più grandi mai realizzati, tra gli ultimi lavori, c’è quello eseguito a Forlì per lo ‘Street Art Festival 2018’, un murale con cui Millo ha messo al centro dell’attenzione il mai troppo menzionato art.3 della Costituzione Italiana:
“Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.”
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