David Brower: Terzo Pianeta, le profetiche istruzioni per l’uso
Terzo Pianeta: Istruzioni per l’uso, è apparso per la prima volta nel 1975 sulle pagine New York Times. Si tratta dell’amaramente ironico e premonitorio manuale con cui David Brower, in maniera estremamente semplice, illustrava regole e caratteristiche della Terra, invitandone ‘i passeggeri’ ad impararle e ad osservarle meticolosamente, per evitare di danneggiarne il funzionamento.
Nato il 1° luglio 1912 a Berkeley, California, David Ross Brower è stato uno dei più ferventi difensori della natura, a cui dedicò l’intera vita combattendo contro enti statali, industrie e speculatori al solo fine di proteggere il Pianeta dall’umana avidità e cecità.
Indomito e controverso, si avvicinò al movimento ambientalista verso metà degli anni ’30, quando la passione per escursioni e arrampicate determinò l’incontro con Hervey Voge, guida alpina e membro del Sierra Club, la più antica e importante organizzazione ecologista americana, fondata il 28 maggio 1892 dal preservazionista e conservatorista John Muir.
Brower aderì all’associazione e dopo la Seconda Guerra Mondiale, dalla quale uscì con la stella di bronzo per il servizio prestato come tenente addestrando i soldati della decima divisione di montagna in ambito della Campagna d’Italia, fu eletto primo direttore esecutivo del Club, quando al tempo, poteva contare 7000 associati e un budget annuale di circa 75mila dollari. In poco più di 10 anni, sotto la sua guida il Sierra divenne una delle organizzazioni di riferimento e nel momento in cui ne lasciò le redini, nel 1969, i sostenitori erano 77.000 e attualmente, 3 milioni.
Pioniere dell’attivismo, aveva David Brower intuì il potere della comunicazione, capì quanto fosse determinante per sensibilizzare, toccare i cuori e formare l’opinione pubblica. Si avvalse dei giornali per fare annunci a tutta pagina, girò documentari, s’inventò libri giganteschi colmi di fotografie che curava maniacalmente in ogni dettaglio e nondimeno, utilizzò la forza persuasiva della sua voce partecipando a incontri, festival e conferenze per testimoniare le straordinarie meraviglie della natura, esponendo quindi i problemi relativi alla conservazione.
David Brower ampliò anche il raggio d’azione del movimento ambientalista ponendo al centro temi come la crescente diffusione di armi nucleari, all’inquinamento e all’uso indiscriminato dei pesticidi. All’interno del Sierra Club, si occupava praticamente di tutto, era severo e instancabile, ai suoi occhi la più piccola e insignificante delle battaglie aveva precedenza su qualunque altra cosa: famiglia, amicizie o collaborazioni. La sua era una missione e la viveva sull’impeto dell’adagio di Goethe che amava sistematicamente ripetere al termine d’ogni discorso: «Tutto quello che puoi fare o sognare di fare, incomincialo. Il coraggio ha in sé genio, potere e magia.»
E’ stato protagonista del salvataggio di aree come il Dinosaur National Monument, il Parco Nazionale del Grand Canyon, il Point Reyes National Seashore, le North Cascades, il Parco Nazionale di Redwoods e non meno significativo fu il suo ruolo per l’approvazione del Wilderness Act, provvedimento firmato nel ’64 dal Presidente Johnson e nato per salvaguardare le zone selvagge e incontaminate del Paese, ovvero dove «la terra e la relativa comunità vivente non sono ostacolate dalla presenza dell’uomo, in cui l’uomo stesso è un ospite che non rimane».
Nei suoi confronti non mancarono dure critiche e nemmeno sconfitte che non riuscì a perdonarsi, su tutte probabilmente, aver lasciato che fosse costruita la diga sul Glen Canyon al confine fra Utha e Arizona. Anche i rapporti con il consiglio di amministrazione del Sierra andarono deteriorandosi e il motivo era proprio la sua intransigenza: Brower se ne infischiava se per raggiungere gli obiettivi crollavano le finanze, per cui ignorava le preoccupazioni dei soci manifestategli e inevitabile, la rottura arrivò quando si oppose fermamente alla costruzione di una centrale nucleare in California, diversamente ben vista da una buona parte del Club.
Ufficialmente le sue furono dimissioni, in realtà fu silurato e l’Arcidruido, come venne etichettato nel libro Encounters with the Archdruid di John McPhee, insieme a Donald Aitken e Jerry Mander fondò l’associazione Friends of the Earth, trasformandola poco dopo in una rete internazionale, oggi presente in 74 Paesi con oltre 1 milione di attivisti. Nel ’70 diede vita alla League of Conservation Voters e l’anno successivo fu il turno dell’Environmental Policy Center, mentre nel 1982 nacque l’Earth Island Institute.
Nominato tre volte al Nobel per la Pace e premiato con il Blue Planet Prize, David Brower scrisse più di settanta libri nel corso della sua vita e non smise di lottare per la salute del Pianeta sino al giorno della sua morte, avvenuta il 5 novembre del 2000, quando ottantottenne, era ancora membro del Consiglio di amministrazione del Native Forest Council, organizzazione a tutela delle risorse naturali.
A distanza di oltre 40 anni dalla pubblicazione del piccolo manuale d’istruzioni per salvaguardare la Terra, appare evidente come le sue parole siano state in gran parte ignorate, non capite ed altrettanto la solerzia con la quale si impegnava, figlia di una visione chiara di quello che sarebbe stato il futuro.
Terzo Pianeta: Istruzioni per l’uso
Questo Pianeta, ci è stato consegnato completamente assemblato ed in perfette condizioni, peraltro secondo progetto perché operi in totale autonomia, mentre orbita attorno alla sua stella, il Sole.
Tuttavia, al fine di assicurare un corretto funzionamento, tutti i passeggeri sono invitati a prendere familiarità e rispettare le seguenti istruzioni. L’inosservanza o addirittura la temporanea mancata attuazione delle stesse, potrebbe provocare calamità, pertanto i passeggeri che vogliono procedere senza il beneficio di tali direttive, tengano presente di potersi render causa di notevoli danni, prima di raggiungere l’ideale confidenza con i meccanismi.
Componenti
Si raccomanda ai passeggeri di imparare le seguenti componenti planetarie:
Aria
L’aria che circonda il Pianeta non è sostituibile.
Il suo rifornimento è sufficiente a coprire la terra e l’acqua, ma non troppo a fondo, infatti, immaginando di ridurre l’atmosfera alla densità dell’acqua, sarebbe profonda appena 10 metri. Inoltre, con un normale utilizzo l’aria è auto-detergente, tuttavia qualora eccessivamente inquinata, non potrà essere recuperata totalmente e se entro un limite, ai passeggeri saranno di aiuto i polmoni, ben presto scopriranno che quanto hanno perso, vomitato o gettato in aria, tempo debito ritornerà a loro. Pertanto, considerando che ciascun passeggero dovrà ricorrere all’aria, in media, ogni 5 secondi, sarebbe auspicabile trattarla di conseguenza.
Acqua
L’acqua fornita insieme Pianeta non è sostituibile e l’approvvigionamento idrico è estremamente limitato: se la Terra avesse le dimensioni di un uovo, tutta l’acqua in essa compresa equivarrebbe ad una goccia.
L’acqua contiene molte creature, la maggioranza delle quali è predatrice e preda, ognuna anche a favore dei passeggeri umani, dunque, se elementi ripugnanti vengono quindi dispersi nell’acqua del Pianeta, sarà d’obbligo osservare cautela, poiché le creature acquatiche concentrano tali materiali ripugnanti nei loro tessuti, perciò nel caso in cui i passeggeri umani usufruiscano delle le creature acquatiche in forma di cibo, aggiungeranno le dette sostanze ripugnanti nella loro dieta.
In generale quantunque, si esortano i passeggeri a non disdegnare l’acqua, poiché è ciò di cui loro stessi sono in gran parte composti.
Terreno
Benché la superficie del Pianeta sia varia e all’apparenza abbondante, soltanto una piccola quantità è adatta alla crescita di cose e questa porzione, essenziale, non deve quindi esser depauperata da un uso improprio. Si raccomanda inoltre, di non dissestare lo strato superficiale del suolo, in quanto la Terra è supportato da un sottostante strato liquido e particolarmente caldo, il quale aumenta ed emerge limitatamente, ma con i vulcani.
Vita
I componenti precedenti contribuiscono a rendere possibile la vita, una soltanto ciascun passeggero, conseguentemente dovrebbe esser trattata con dignità. Le norme inerenti nascita, operatività, manutenzione e smaltimento di ciascuna entità vivente, sono state minuziosamente previste e contemplate in un linguaggio complesso, chiamato DNA. Tuttavia, peculiare difficoltà di comprensione non costituisce problematiche, poiché di nuovo, tutto agisce automaticamente, tengano però presente i passeggeri, l’avviso per cui radiazioni e molte sostanze chimiche, son in grado di provocare gravi guasti al succitato codice e qualora specie viventi vengano distrutte o sia reso loro impossibile riprodursi, il compimento dei riordini è soggetto a lunghi ritardi.
Fuoco
Questo Pianeta è stato progettato e testato in fabbrica per un funzionamento in totale sicurezza mediante un carburante costantemente emesso da una fonte remota, il Sole, fornito senza alcun costo aggiuntivo.
Quanto segue deve essere osservato con la massima attenzione: il Pianeta è stato inoltre dotato di una riserva energetica contenuta nei depositi fossili, da sfruttare unicamente in caso di emergenza, non solo perché limitata, ma anche in virtù del fatto che tale combustibile comporta pericoli, incluso il rilascio di metalli tossici, il cui contatto con l’aria e ingresso nella catena alimentare degli esseri viventi è doverosamente da evitare. È corretto evidenziare che laddove l’uso del combustibile di emergenza venga coscientemente dilazionato lungo il corso vitale del Pianeta, non espone a rischi, al contrario, un avventato consumo in un breve periodo, produrrà effetti spiacevoli.
Manutenzione
La scelta di una corretta manutenzione, dipende dalla moltitudine e provenienza dei passeggeri. Se pochi milioni di passeggeri umani desiderano viaggiare in un determinato momento, non è necessario alcun intervento, né prenotazione; il Pianeta sarà autosufficiente e la fonte di energia esterna elargirà l’esatta quantità di nutrimento e fruibile in completa sicurezza, viceversa, qualora un numero elevato di passeggeri si presenti all’imbarco e pretenda di accedere, potranno palesarsi gravi problematiche per le quali occorreranno costose soluzioni.
Operatività
In assenza di circostanze straordinarie, è essenziale controllare periodicamente il meccanismo e riportare eventuali irregolarità alla Smithsonian Institution. Ciò nonostante, se a causa dell’uso improprio del Pianeta, si osservano variazioni sostanziali nel comportamento previsto dell’alba e del tramonto, i passeggeri dovranno prepararsi a lasciare il veicolo.
Riparazioni di emergenza
Quando non si rende possibile addebitare ai passeggeri in viaggio responsabilità di danneggiamenti ai meccanismi operativi del Pianeta, significa che sono stati causati da un’azione ignorante o sconsiderata dei precedenti viandanti ed è consigliabile richiedere assistenza al Costruttore (ottenibile più agevolmente tramite preghiera).
Compiendo un attento esame, si scoprirà come a comporre il Pianeta è un sistema particolareggiato e affascinante, tanto nel design e quanto nella struttura. In passato, alcuni passeggeri hanno tentato di replicarlo, migliorarlo, alcuni persino sostenuto d’averlo creato: il Costruttore, peraltro inventore del pollice opponibile, probabilmente si sarà divertito all’udir tali affermazioni, nondimeno, fonti affidabili riferiscono che oramai, ad Egli, l’intera panoplia delle conseguenze di questa Sua idea del pollice, non sarà priva di spiacevoli sorprese.
Dobbiamo iniziare a pensare come un fiume se vogliamo lasciare un’eredità di bellezza e vita alle generazioni future.
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