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Rachel Louise Carson, l’antesignana nella difesa dell’ambiente

Rachel Louise Carson, 1962

 
Biologa e zoologa statunitense, Rachel Louise Carson fu instancabile paladina della natura, consacrandosi alla salvaguardia del Pianeta intraprendendo e sostenendo cause ecologiste, nonché firmando opere letterarie, il cui insegnamento fu ispirazione dei movimenti ambientalisti e che, ancor più in virtù dei moniti sempre più insistenti sollevati dalla scienza, volti ad arginare previsti critici effetti d’una atavica disattenzione verso Madre Terra, resta fondamento di riflessione per una presa di coscienza.

Coloro che contemplano lo splendore della Terra, trovano risorse perduranti l’intero corso esistenziale. Qualcosa d’infinitamente terapeutico è alla base del ciclico ripetersi delle fasi della Natura: il rassicurante susseguirsi di notte e alba, inverno e primavera
Rachel Louise Carson

Durante gli anni sessanta presero corpo i primi confronti politici riguardanti il rapporto fra l’uomo e la natura, sullo sfondo del crescente inquinamento conseguito allo sviluppo industriale e ad inserirsi fra le generali dispute furono le pagine di Silent Spring, saggio di Rachel Louise Carson — in prima edizione edito nel 1962 e il cui titolo riferito al netto calo di volatili canori sui campi, nel periodo primaverile, per effetto dei pesticidi — in aperta critica allo sregolato utilizzo degli stessi e il cui riscontro sull’opinione pubblica provocò un tal fragore da seguirne una normativa a salvaguardia dell’ambiente.

 

L’influenza materna: Maria Frazier McLean

Ultima nata dall’unione di Robert Warden Carson (1864-1935) e Maria Frazier McLean (1869-1958), dunque sorella minore di Thomas (1892-?), Jane (1895-?), Marian Frazier (1897-1937), Annie (1897-?) e Robert (1899-1988), Rachel Louise venne alla luce il 27 maggio 1907 nella campagna di Springdale, in Pennsylvania.
 

Ritratto di Rachel Louise Carson, zoologa e biologa statunitense che, intraprendendo e sostenendo cause a difesa del Pianeta, ascese a paladina di Madre Natura, ispirando i moderni movimenti ambientalisti • TerzoPianeta.info • https://terzopianeta.info
Casa natale

 
L’edotta Maria era solista contralto dalle rare doti canore, amante del pianoforte e compositrice, oltre che mente d’insigne cultura, a lei e all’unica sorella, Ida Vance (1865-1922), coltivata dall’impegno della madre Rachel Fraizer (1839-1913) la quale, rimasta vedova di Daniel McBane McLean (1840-1880), decise d’iscrivere le figlie all’elitario e prestigioso Washington Female Seminary e Maria poi perfezionando bagaglio di sapere presso il Washington College, dove conseguì laurea con lode nel 1887, in seguito suddividendosi fra insegnamento nella scuola della contea, canto nel tempo libero e lezioni di piano, perlomeno fino all’età di venticinque anni, momento in cui il matrimonio — contratto nel giungo 1894 — la obbligò ad abbandonare attività di docente in quanto, secondo regolamentazioni vigenti all’epoca, alle donne maritate non era concessa pratica di magistero all’interno d’istituti scolatici.

Per quanto concerne Robert, fu il rincorrere la speranza di trovare fortuna e lavoro che tempi addietro aveva portato i genitori James Carson (1833-1904) e Ellen Nelson (1837-1894) a trasferirsi dall’Irlanda nella promettente contea di Allegheny, situata nella frontiera occidentale di Springdale e all’epoca fiorente società fluviale di circa 1200 anime, incastonata nella bellezza rurale del paesaggio, nel cui territorio il paterno falegname seppe condurre con successo la propria attività e degnamente mantenere la famiglia, prima conoscenza fra il primogenito e la futura sposa casualmente avvenuta nel 1893 durante un concerto che si tenne nel borgo di Canonsburg — a un trentina di km da Pittsburgh, nella contea di Washington — la musica facendola da protagonista nel concedere a Maria e Robert il dolce sussulto dell’innamoramento, dato il partecipare d’entrambi alla manifestazione con i rispettivi gruppi d’appartenenza, la donna sull’istante infatuandosi d’un piacente trentenne dagli appuntiti baffi incerati e dai celesti occhi dal garbato sguardo, l’uomo respirandola — al di là della canonica bellezza — nella corporatura estremamente minuta e in un viso dagli occhi incavati su lineamenti appuntiti e una montagna di riccioli ad incorniciarne la peculiarità, la coppia raggiungendo l’altare in meno di un annata e verosimilmente risiedendo nel borgo suddetto come ospiti di Maria.

Un sessennio dopo le nozze, consentendo le condizioni economiche d’accedere ad un mutuo bancario, seguì trasferimento in una fattoria sulle colline della contea di Allegheny, comprensiva d’ampia area adornata da alberi da frutto, zona adibita a dimora di animali tipici della cascina e caratteristico fienile, i due piani abitativi constando di quattro modesti locali, la zona giorno sottostante, le stanze da notte al piano superiore ed un aromatico e variopinto giardino antistante il portico, adornante vista e narici, in una sorta di pittoresco rifugio sovrastante una cittadina in piena via di sviluppo e il cui frutteto, pullulante di peri e meli, generosamente reso disponibile da Robert in occasione di festeggiamenti pubblici, in quegli anni l’uomo barcamenandosi in differenti impieghi in ambito immobiliare e investendo speranze che purtroppo non si materializzarono secondo i propositi, com’era viceversa capitato al padre James nel settore della falegnameria, l’arrancare in alcuni debiti la plausibile motivazione per cui la famiglia, nel 1930, avrebbe improvvisamente abbandonato la contea di residenza traslocando a Baltimora.

Durante la permanenza nella floreale tenuta, Maria sovvenne alle limitazioni derivanti dalle ristrettezze economiche dedicandosi ai figli con sentita e passionale maternità, fra le mura domestiche spronandoli a canto, lettura e, ovviamente, avvicinandoli alla musica attraverso i tasti bianco-neri dello strumento prediletto, viceversa dalla natura carpendo e a loro trasmettendo i primi dettami di botanica, stimolandone l’interesse per la flora e la fauna selvatica, gli insetti e, specialmente, i volatili, dunque attraverso il rispetto per gli animali nella prole instillando quello per l’ambiente e nell’ultimogenita Rachel, notando da subito una particolare predisposizione ad interagirne nel compiacimento di nuove scoperte, la bimba crescendo a spasso sul mondo fin da piccina, sott’attenzione della madre perlustrando zone natie boschive, frutteti, fontanili e tutto quanto le si potesse proporre in percezione ai sensi, certamente nella piccola gradualmente nutrendosi innata attitudine — in futuro tramutatasi a professione — e il rapporto affettivo fra le due mantenendosi costantemente saldo fino alla dipartita di Maria, con la quale la Carson intrecciò convivenza anche in età adulta, in un persistente confronto su tematiche naturalistiche care ad entrambe.

Non ricordo un momento in cui non sia stata attratta dall’aria aperta e all’intero universo della natura. Un amore che, io so aver ereditato da mia madre e con lei sempre condiviso.
Rachel Louise Carson

 

Ritratto di Rachel Louise Carson, zoologa e biologa statunitense che, intraprendendo e sostenendo cause a difesa del Pianeta, ascese a paladina di Madre Natura, ispirando i moderni movimenti ambientalisti • TerzoPianeta.info • https://terzopianeta.info
Rachel Louise Carson con i genitori Robert e Maria, ca. 1927

 

Maria mise anima e corpo nel passare in eredità alla figliolanza spassionato amore per la natura, nel farlo prendendo a riferimento primo Handbook of Nature Study, libro della scrittrice e intagliatrice Anna Botsford Comstock (1854-1930) — celebre anche per aver illustrato testi dal contenuto entomologico insieme al consorte ed eccelso entomologo, aracnologo ed educatore, John Henry Comstock (1849-1931) — la cui lettura sprone all’immaginazione infantile per mezzo di metodologie precisamente descritte d’avvicinamento al mondo naturale in un’ottica di riguardo per qualsiasi creatura dalle mani di Dio forgiata, in un sacro intreccio fra materia e spiritualità che in Rachel venne effuso con devota dedizione, ella trascorrendo lungo tempo in un rapporto a due con la madre — che di tale interazione tenne un affettuoso diario — in quanto i fratelli più grandi impegnati fra banchi scolastici e il padre frequentemente lontano per lavoro.

L’amore di Rachel per la vita all’aria aperta aveva il fresco piacere della scoperta. La compagnia di sua madre come insegnante e compagna comportava l’obbligo di aiutare gli altri a vedere e a condividere la meraviglia
Linda Jane Lear, Rachel Carson: Witness For Nature

L’indiscusso acume intellettivo della Carson, fin da piccola amante del disegno, s’evinse anche dalla precoce dedizione alla pratica scrittoria creativa e prima testimonianza ne fu, a maggio 1918, la pubblicazione di un personale racconto, per il quale ricevette un contrassegno d’argento al merito — titolato A Battle in the Clouds e ispirato all’incidentale scomparsa di un istruttore di volo durante il primo conflitto mondiale, a lei narrato dal fratello Robert, arruolato nell’Aeronautica militare — sul St. Nicholas Magazine, famoso e popolare mensile per fanciulli fondato nel 1873 dalla Charles Scribner’s Sons e di cui il primo editore fu l’autrice di settore Mary Elizabeth Mapes Dodge (1831-1905), mostro sacro della letteratura giovanile che ne tenne le redini fino alla morte, la rivista offrendo riconoscimenti e premi pecuniari ai migliori talenti, i più brillanti fra i quali lasciando firma tra gli stampati d’un rotocalco emblema primo nel suo battersi a sostegno del benessere animale e contro qualsiasi forma d’oppressione in generale, Rachel alla terza partecipazione — con A Message to the Front — guadagnandosi distintivo d’oro per lodevole capacità espressiva e considerevole savoir faire nel tratteggiare gli inquietanti turbamenti delle situazioni descritte, al quarto contributo l’undicenne divenendo membro d’onore della sezione e ricevendo una prima somma in denaro, di ritorno su di lei riversandosi entusiaste, comprensibili e sincere aspettative di Maria, nostalgica dell’abbandono di carriera conseguente alo sposalizio e determinata nell’assicurare alla sua dolce perla un futuro degno della sua sagace e curiosa perspicacia.
 

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Rachel Louise Carson, ca. 1917

 
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Rachel Louise Carson, ca. 1919

 
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Rachel Louise Carson, ca. 1919

 
La fervente fantasia della Carson crebbe e s’accrebbe sulle sponde dell’amato Allegheny — da cui appunto l’appellativo di contea — la ragazza respirandone i profumi, ascoltandone i suoni e immaginandone il traffico commerciale ora baciato dal sole ora a cavallo di nebbia, tuttavia la giovane mente ben lontana dall’immaginare quanto il progresso in celere crescita fra le acque — nelle quali transitavano ferro e minerali diretti a Pittsburgh, oltre che petrolio — negli anni avrebbe restituito inquinamento fra etere e suolo, nel grande fiume indecentemente accumulandosi contaminanti detriti, per nulla avendo la meglio le zone montuose, già dal 1880 infatti essendosi abbattuta sulla catena degli Appalachi la sciagura di dannose deforestazioni e defraudanti estrazioni minerarie che ne avrebbero messo a serio rischio la preziosa e unica biodiversità, sfregio al cui contrasto Rachel avrebbe presto destinato esistenza, amore per la solennità delle acque terrestri orientandone accorata attenzione agli ecosistemi marini e del suo premuroso tocco nei decenni privilegiando il Pianeta di materno e protettivo abbraccio, conscia dell’eletta interrelazione fra ogni essere vivente suo ospite.

È curiosa la situazione in cui riversa il mare, poiché fonte di vita, ha finito per essere minacciato dalle attività di una forma di vita. Tuttavia, benché sinistramente mutato, continuerà ad esistere ed in pericolo sarà la sopravvivenza di quella specie di vita.
Rachel Louise Carson

 

Rachel Carson, musa dei movimenti a difesa dell’ambiente

Per la Carson, prima esperienza di formazione al di fuori delle mura domestiche avvenne presso la scuola domenicale di Mrs. Berz’s, la ragazzina in contemporanea saziando la propria mente, bramosa di sapere, attraverso corpose letture di storie per bambini — in principio ovviamente recitatele dalla madre e poi voracemente divorate non appena divenuta indipendente lettrice — all’apice del compiacimento inizialmente trovando posto i romanzi dell’autrice autodidatta, naturalista e fotografa, Gene Stratton-Porter (1863-1924), della forte popolarità la donna facendo mezzo d’incitamento a protezione legislativa della Limberlost Swamp, vasta area dell’Indiana di cui ella era nativa ed alla Carson passando nell’inchiostro, fin da subito, il sacrosanto concetto della difesa dei territori dalla minaccia antropica, da lei comunque anticipatamente acquisito per conscia e ricettiva volontà di Maria, apporto essenziale al compiuto manifestarsi delle insite propensioni sulle quali l’adorata figlia avrebbe sperimentato il privilegio di poter costruire il proprio futuro in fede a se stessa, come assaggio la retribuzione di un centesimo a parola a lei proposta nel 1921, traguardo e appagante riprova d’aver iniziato a seguire il giusto sogno da realizzare, seppur ancor alla soglia dell’istruzione secondaria di primo grado.
 

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Rachel Louise Carson, 1926

 
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Rachel Louise Carson, ca. 1927

 
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Rachel Louise Carson, 1928

 
Il rendimento scolastico di Rachel si mantenne eccellente e sopra la media, nonostante le scarse risorse economiche non le permisero di scegliere una struttura che prevedesse costi di trasporto, quindi adattandosi a quanto Springdale riusciva ad offrire, vale a dire, data l’assenza di un istituto superiore, frequentando il primo biennio all’interno di un paio di stanze messe a disposizione dalla sede cittadina della School Street, nel frattempo Maria destreggiandosi come poteva per arrotondare le scarse entrate finanziarie di Robert, tramite lezioni private di pianoforte e vendita di musica per suddetto strumento da lei composta, la sua ammirabile dignità morale riuscendo a tessere nell’animo della Carson il credere nel valore delle facoltà a lei in dote al di fuori di qualsiasi materialità ma, soprattutto, rendendola immune a pregiudizievoli derisioni alle quali la figlia venne inevitabilmente esposta durante gli ultimi due anni di frequenza liceale, a causa di una povertà sempre più condizionante nei mezzi, tuttavia meschini e zotici dileggi nulla potendo sull’ardente forza di pensiero e sulla cocciuta resistenza che nella giovane nessuno riuscì mai ad intralciare, dal 1923 fiera recandosi in tram, a circa due miglia di distanza, verso il quartiere suburbano di Parnassus, nel comune di New Kensington e nel tempo coltivando soddisfacenti amicizie, forse per la prima volta aprendosi a relazioni interpersonali fin ad allora sconosciute nell’intensità, data la talvolta eccessiva apprensione materna e nel 1925, alle porte della maggiore età, laureandosi con il massimo dei voti grazie alla discussione di una tesi in cui ignavia mentale e negligenza morale vennero dissertate con sapiente lucidità intellettiva e rimandi letterari a dimostrazione dell’immane nozionismo in Rachel straordinariamente alimentato ed acquisito.

Dignitosa prosecuzione di studio per la Carson dal punto di vista materno — tanto per pregio quanto per matrice cristiana, in aggiunta ad irrisoria distanza di sedici miglia da casa, a Pittsburgh — fu il Pennsylvania College for Women (denominazione in vigore dal 1890 al 1955, in quanto già Pennsylvania Female College dal 1869, anno di fondazione, al 1890, Chatman College dal 1955 al 2007 ed attualmente Chatman University), della quale Rachel divenne studente, poi diplomandosi, magna cum laude, nel 1929, grazie alla combinazione di sforzi messi in atto dal suo impegno, che le valse borsa di studio, dalla vendita di lotti terrieri messa in atto dal padre Robert, infine dall’incessabile ed intraprendente solerzia di Maria la quale, oltre ad instancabilmente continuare nella pratica d’insegnamento, s’ingegnò mercanteggiando frutta, pollame ed oggettistica di famiglia, lungimirante nell’investire nel migliore dei modi i propri averi nella formazione accademica della figlia, fra mille impedimenti perennemente vittoriosa nel conseguire laurea in zoologia, correva l’anno 1932, alla Johns Hopkins University, ateneo privato in Baltimora, il cui nome in onore all’imprenditore e filantropo statunitense — nato nel 1975 e deceduto nel 1873 — che ne espresse desiderio di costruzione nelle volontà testamentarie accompagnate da corposa eredità, peraltro utilizzata anche per la costruzione dell’ospedale omonimo.

Le affiatate donne non demordendo, tantomeno lasciandosi abbattere dalla dipartita di Robert, si vissero fianco a fianco e nonostante ciò potesse affettivamente giovare ai reciproci cuori, a livello pratico fu un deterrente per la Carson, costringendola ad interrompere il dottorato in essere nel Marine Biological Laboratory (MBL) di Woods Hole, Massachusetts, centro privato internazionale istituito nel 1888, senza fini di lucro, improntato sulla ricerca e l’erudizione nelle scienze biologiche d’ambito, maggior titolo a cui Rachel dovette rinunciare non solo per il tempo da impiegarsi alle necessarie cure da riservare all’ormai senile madre, ma il fantasma dell’indigenza, mai scomparso del tutto, materializzandosi di nuovo con insistenza alla scomparsa del padre e, risultandole insufficienti gli introiti ricavati dallo spendersi come professoressa in campo zoologico all’University of Maryland, ella trovando alternativa soluzione nel lavorare come scrittrice scientifica per l’United States Fish and Wildlife Service (FWS), agenzia facente capo al Dipartimento degli Interni statunitense — impegnato nella gerenza e tutela di fauna selvatica, pesca e rispettivi habitat — che per inconfutabile merito l’assunse a tempo indeterminato nel 1936, in breve la Carson palesando indubbie abilità.

La sua penna spaziando su svariati argomenti con l’agilità di chi può contare su istintiva brillantezza ed eminente sapienza frutto di dedizione, ricevette positivo eco nel 1937, con lo scritto Undersea, impresso sulle pagine dell’allor The Atlantic Monthly, periodico degli Stati Uniti — fino al 2001 mensile — a contenuto di cultura politica, letteraria, salutistica, economica e tecnologica, attivo dal 1857 in convinta e saggia autonomia da qualsiasi ideologia di partito e — come sostenuto in un articolo del 1994 dal giornalista e scrittore Cullen Murphy, a capo della redazione dal 1985 al 2006 — «a favore della libertà, del progresso nazionale, e dell’onore, sia pubblici sia privati», prerogative che ben si sposavano con i capisaldi caratteriali di Rachel, il pezzo giornalistico suddetto sbalordendo la casa editrice Simon & Schuster al punto da richiederne la stesura approfondita in un libro che vide la luce dopo un quadriennio come Under the Sea-Wind, delicato resoconto di uccelli e creature marine all’interno del loro ambiente naturale e annessa difficoltà di sopravvivenza nei litorali costieri, ad egregio giudizio di critica viceversa non corrispondendo cospicuo trionfo commerciale, presumibilmente in quanto prima stampa avvenuta ad un solo mese dall’entrata in guerra degli USA, la Carson in quegli anni seguitando a lavorare sodo all’interno del FWS, fino a divenirne caporedattore nel 1949.
 

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Rachel Louise Carson, 1951

 
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Rachel Louise Carson, ca. 1951

 
Nel biennio susseguente, paziente costanza e certosina applicazione la consacrarono finalmente come rinomata scrittrice sull’uscita di The Sea Around Us, uno dei libri più apprezzati e autorevoli mai scritti sulla bellezza del mondo naturale e delle sue affascinanti dinamiche, in cui la seduzione della poesia e la verità della scienza danzano in seducente e illuminante prosa, l’opera restando per più di un anno e mezzo in vetta alle classifiche come best-seller e, tradotta in ventotto lingue, superando il milione di copie vendute, nel corso del tempo fungendo da ispirazione per un documentario e a buon diritto aggiudicandosi tanto la John Burroughs Medal quanto il National Book Award, nel 1955 The Edge of the Sea ultimando la trilogia tratteggiata sulla magnificenza della sfera terrestre, con favore di pubblico ai massimi livelli.
 
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Rachel Louise Carson, 1951, Brooks Photography

 
La repentina esplosione di fama permise finalmente a Rachel, nel giro di pochi mesi, d’abbandonare mansione lavorativa e realizzare il tanto agognato sogno di dedicarsi totalmente alla scrittura, parallelamente suddividendosi fra l’accudimento della madre quasi novantenne e la riflessione su problematiche in lei ribollenti da quasi un ventennio, ossia l’indifferenziato utilizzo, iniziato nel 1939, dei fitofarmaci di moderna sintesi, uno su tutti il celeberrimo insetticida a livello mondiale noto come DDT (para-diclorodifeniltricloroetano) dalla biologa analizzato nei suoi effetti nocivi e devastanti ed affinché si comprendesse quanto il dannoso riscontro transitasse — attraverso la catena alimentare — dall’insetto, all’animale, all’uomo, l’avveduta previsione di tutto ciò sul lungo termine provocando un tale frastuono interiore nella Carson, da spendersi fino alla fine dei propri giorni in una causa ad ella inzuppata nel midollo e così, in quattro anni di fitte analisi e annotazioni calibrate sulla rilevazione di connessioni ambientali, la sua Silent Spring segnando l’inizio di una battaglia da Rachel intrapresa con irrefrenabile risolutezza.

A farle da miccia una lettera dell’amica Olga Owens Huckins — inviata anche al quotidiano Boston Herald con addolorata dovizia di particolari descrittivi — dalla Carson ricevuta nel gennaio 1958 e nella quale la donna, residente a Duxbury, le confidava la diffusione via aerea — su iniziativa statale attuata in contrasto alle zanzare — di olio combustibile miscelato a DDT, nell’area circostante la sua abitazione la mattina seguente trovando inermi al suolo, dopo insensata agonia, alcuni degli uccelli che con cura volteggiavano in un grazioso santuario che lei e il marito Stuart avevano messo a loro disposizione fra due incantevoli e minuscoli laghetti popolati da anatre ed aironi.
 
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Olga chiese a Rachel di far leva sulla sua autorevole posizione per convincere le autorità di governo a sondare la situazione pertanto, non accettando le case editrici di pubblicare articoli a riguardo, un libro sembrò alla Carson la via più semplice per spandere — con l’aiuto di studiosi di scienze affini — una capillare rete informativa che risvegliasse le umane coscienze in maniera trasversale, il clamore originatosi rivoltandole contro, com’era prevedibile, aziende, industrie chimiche ed intellighenzia a lei ostile che non ebbero remore di alcun tipo — considerandola seria minaccia ai loro affari — nel pesantemente intimidirla, vilmente deriderla e meschinamente denigrarla, dal canto suo Rachel fortificandosi ancor più nel portare avanti la battaglia della sua vita affinché l’uso dei fitofarmaci venisse sottoposto a legislativa regolamentazione, stampa e mass media amplificando una bollente questione disquisendo sulla quale non fu lei ad ustionarsi, bensì coloro che del DDT celavano l’estrema tossicità, di fatto negli Stati Uniti il composto chimico venendo bandito nel 1972 dall’EPA, purtroppo dell’evento la Carson non potendo gioire, in quanto ascesa ai Cieli il 14 aprile 1964, stremata da una patologia oncologica dapprima ed epatica in un secondo momento, carcinomi che non le permisero di resistere ad un infarto del miocardio, esalando l’ultimo respiro nell’allora sua dimora a Silver Spring, dove appunto compose il suddetto capolavoro letterario Silent Spring, unanimemente ritenuto genesi del moderno movimento ambientalista e — nel 2006 annoverato tra i venticinque libri di scienza più significativi d’ogni tempo — sgorgato dal cuore di un animo che mai s’affrancò dalla fanciulla che, praticando birdwatcher immersa nella natura per mano di un’affettuosa e solerte madre, dei propri seduli e caritatevoli passi sul mondo lasciò orme indelebili.
 

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Rachel Louise Carson durante la deposizione rilasciata il 4 Giugno 1963, davanti alla sottocommissione del Senato sui pesticidi.


 

Se si vuole che un bambino mantenga vivo l’innato senso di meraviglia, è doveroso comprendere quanto sia necessaria la partecipazione di almeno un adulto, in grado di riscoprire nella condivisione, la gioia, il fervore emotivo e il misterioso fascino del Pianeta in cui viviamo.
Rachel Louise Carson

 

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Dimora di Silver Spring, al numero 11701 di Berwick Road, dove Rachel Louise Carson visse dal 1957 al 1964, componendovi il libro, Silent Spring e nel 1991 eletta monumento nazionale


 
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Studio

 
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Rachel Louise Carson, 1961

 
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Rachel Louise Carson, 1961

 
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Rachel Louise Carson, 1961

 
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Rachel Louise Carson, 1961

 
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Rachel Louise Carson, 1962

 
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Rachel Louise Carson, 1962

 
 
 
 

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