Antiche Terre, salvare il passato per creare il futuro
“Antiche Terre” nasce nel 2015, per desiderio di Lia Taddei e del marito Franco Rabezzana.
Da un’attenta osservazione del presente, il progetto guarda al domani con assoluta lucidità e lungimiranza.
Antiche Terre si rivolge infatti alle nuove generazioni dando loro una possibilità lavorativa ed al contempo, proponendo la salvaguardia dei beni ambientali lungo tutto il territorio nazionale.
Entrambi di Torino, Lia e Franco decidono di dare in affitto i propri terreni in Piemonte e in Toscana, accettando esclusivamente proposte di agricoltura sostenibile.
«Non vogliamo che vadano persi», racconta Lia Taddei nell’intervista cortesemente rilasciataci, parole attraverso le quali è possibile cogliere la sincerità ed il valore del progetto.
Come nasce l’iniziativa?
Il desiderio era di non lasciare abbandonate le terre dei nostri genitori, sulle quali hanno riversato amore e denaro.
La nostra età non ci permetteva più di occuparci a tempo pieno di questi terreni e attraverso nostro figlio, ci siamo resi conto delle difficoltà dei giovani nel trovare un lavoro adeguato, che vada incontro alle loro capacità, attitudini e studi.
Si avverte una certa sfiducia nel futuro, uno scoraggiamento verso un possibile cambiamento e verso la società in cui vivono e vivranno.
Questo non è facile accettare, perché la nostra generazione ha vissuto tutt’altra esperienza, l’entusiasmo ci permetteva di guardar avanti e sperare.
Così abbiamo pensato che per i giovani, questo poteva essere un progetto concreto dal quale partire. Volevamo e vogliamo dare una mano a loro e al Paese.
Avete assegnato i vostri terreni senza ricever alcun compenso.
A tutti gli effetti, il vostro è un gesto di generosità.
Non è stato semplice altruismo, ce lo potevamo permettere e un’avventura di questo genere può anche dare un senso diverso alla nostra vita, perché anche se in piccolissima parte, può renderci partecipi di un processo di cambiamento della società.
Vogliamo che quanto già esiste non venga lasciato morire, ma valorizzato e i giovani hanno bisogno di toccare con mano che in questo mondo, qualcosa si può fare.
Vi aspettavate l’interesse suscitato?
Siamo rimasti sorpresi, contenti per la reazione inaspettata che questo nostro progetto ha provocato.
Hanno risposto in tantissimi e oggi siamo veramente soddisfatti del risultato.
Il progetto è partito nei primi mesi del 2015, grazie alla rete il passaparola è stato immediato e da allora abbiamo ricevuto centinaia di richieste.
Giovani disoccupati, laureati in Agraria ed in altre diverse discipline, ci hanno contattato anche persone oltre i 50 anni che avevano perso lavoro.
Tutti desiderosi di una nuova opportunità.
Hanno risposto persino dall’estero. Africa, Brasile, Francia, Svizzera, una donna di Manahattan pronta a trasferirsi insieme al figlio.
Abbiamo ricevuto una richiesta anche da una diciassettenne siciliana, che in assenza di curriculum, ha inviato una bella pagella scolastica.
Su cosa vi siete basati per l’assegnazione dei terreni?
Volevamo condividere i nostri terreni con coloro che avessero desiderato realizzare un progetto di agricoltura sostenibile, per il resto nessun requisito particolare.
Le richieste sono state compilate sulla base di un modello creato in collaborazione con il Centro Studi Sereno Regis di Torino e allegato nel nostro sito.
La cosa a cui tenevamo era che i nuovi proprietari facessero il passo in modo consapevole e dopo aver analizzato le domande per diversi mesi, abbiamo iniziato a prendere contatti con i ragazzi che ritenevamo più idonei a seguire il nostro progetto.
Sia per il Piemonte che per la Toscana , venivano proposti progetti con particolare riguardo all’ambiente sociale ed economico circostante, contribuendo così alla riqualificazione e allo sviluppo territoriale.
Come dare continuità al progetto? Altri proprietari vi hanno preso da esempio?
Una decina proprietari, ci hanno contattato già nei primi momenti.
Tra i primi il Signor Antonio Buono di Caserta che ha già assegnato parte delle sue terre e adesso sta cercando persone per trasformare la sua azienda individuale Selvanova in cooperativa.
Verso la metà di aprile sono state assegnate terre in Umbria e tanti sono i proprietari che si sono collegati a noi.
Sul nostro sito sono presenti terreni in Sicilia, in Campania ed è in continuo aggiornamento.
Avete consigli per un giovane che decide d’intraprendere questo cammino?
La prima cosa da fare è contattare il proprietario tramite e-mail e trovare l’accordo.
Su richiesta dei proprietari, sul nostro sito è presente una scheda che specifica l’obiettivo di ogni progetto messo a disposizione.
Avendo ceduto i nostri terreni, noi facciamo solo da tramite e dato che mio marito si occupa di fondi europei per lavoro, a titolo assolutamente gratuito, forniamo consulenza per chi volesse fare domanda per i fondi regionali per l’agricoltura, l’abbiamo fatto per i nostri terreni in Toscana ed in Piemonte.
Noi auspichiamo un ritorno alla terra volto al miglioramento della produzione e distribuzione, così da trovare anche tecniche che permettano una vita dignitosa. L’impegno è dovuto, ma i giovani sanno trovare e usare nuovi strumenti perché l’agricoltura non sia concepita come una volta, fatta di sacrifici e fatiche immani.
Mentre ai possibili proprietari?
Ripeto loro, che si possono ricavare vere soddisfazioni.
Seguire dei giovani che finalmente possono dar vita a qualcosa di proprio, anziché doversi continuamente arrangiare tra mille lavori, è un’iniezione di fiducia tanto per noi, quanto per loro.
A fine del contratto, è possibile proporre un rinnovo, vendere il terreno al giovane che lo ha coltivato oppure riprenderlo dopo aver stabilito i reciproci compensi.
Per i proprietari può essere motivo per non rinunciare definitivamente ai terreni di famiglia e donare nuovo valore alle proprie terre, evitando che finiscano nell’abbandono.
Noi proprietari non ci rimettiamo niente, anzi, l’entusiasmo dei giovani è contagioso e allora, noi che abbiamo una certa età dobbiamo tentare di migliorare il futuro dei giovani, ai giovani quello di impegnarsi per il loro futuro.
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