Migliaia di animali uccisi nei rifugi di New York

 
 
Ogni anno migliaia di animali continuano ad esser uccisi nei rifugi dell’ormai noto Animal Care & Control Center, l’organizzazione no profit con sede a New York.

Fondata nel 1994 per assumere le responsabilità dell’ASPCA (American Society for the Prevention of Cruelty to Animals), con cinque centri operativi dislocati a Manahattan, Brooklyn, Staten Island, Queens e Bronx, l’AC&C si occupa di accogliere e dare assistenza sanitaria per lo più a cani e gatti, fornendo inoltre un servizio di adozione, che appare tanto meticoloso quanto efficiente.

Stando alle cifre che mensilmente vengono pubblicate sul sito ufficiale, anno dopo anno il tasso complessivo di collocamento sembra in continuo aumento ed il primo trimestre del 2017, ha segnato un 94,3% che il sindaco Bill de Blasio non ha esitato a elogiare, affermando che «il sistema di ricovero NYC è uno dei migliori della nazione e tratta tutti gli animali con amore e cura. Questo rapporto – conclude il primo cittadino – dimostra l’impegno costante della città per il benessere degli animali e per trovare una casa per tutti gli animali da compagnia bisognosi».

L’AC&C rileva come questi numeri rappresentino un aumento del 24% rispetto al 2016, con 1,345 animali in meno che entrano nel sistema di recupero, un miglioramento, secondo loro dovuto anche ad una fornitura di servizi e risorse destinate a mitigare l’abbandono di animali domestici.

«Con meno animali che entrano nel sistema di ricovero, siamo in grado di concentrare le risorse su una popolazione più piccola – afferma il presidente e CEO di AC&C, Risa Weinstock – abbiamo istituito nuovi protocolli di adozione per rendere più facile ai newyorkesi trovare il loro animale perfetto».

Un lavoro ritenuto eccellente anche da Mary Bassett, commissario del Dipartimento della Salute, che oltre a considerare i risultati sin qui raggiunti come «un segnale incoraggiante» ringrazia il sindaco de Blasio «per il suo impegno a sostenere e ampliare il sistema di benessere degli animali in questa città».

Dello stesso avviso non è però l’ENPA, l’Ente Nazionale Protezione Animali che – approfittando delle imminenti elezioni comunali che si terranno il 7 novembre prossimo – attraverso le pagina ufficiale di Facebook, ha lanciato una campagna di protesta rivolta proprio a Bill de Blasio, imputato di non aver mantenuto quelle promesse fatte in fase elettorale, ossia di riformare una politica di accoglienza che nonostante tutto, continua a praticare il sistematico abbattimento di migliaia di animali che non trovano un’immediata sistemazione.

In occasione della candidatura a sindaco, de Blasio aveva dato parola che sarebbero state intraprese politiche maggiormente attente al rispetto e alla tutela degli animali, ma ancora nel 2015, ovvero un’anno dopo l’inizio del mandato, furono uccisi oltre 3000 gatti e più di 1000 cani.

L’ENPA come è noto, già in passato ha svolto campagne di sensibilizzazione che hanno spinto aziende internazionali come Puma e Missoni ad abbracciare la loro causa e non esporre il proprio marchio in eventi promossi dall’AC&C, ed in queste ore la presidente nazionale Carla Rocchi, chiede che lo stesso faccia Emilio Pucci, «in qualità di donatore, al gala del 12 dicembre 2017 organizzato a New York dal rifugio killer».

Sotto accusa chiaramente è soprattutto il centro newyokese che, chiamato per legge ad accogliere qualunque animale si presenti alla sua porta, basandosi sullo stato di salute, difficoltà comportamentali e un eventuale sovraffollamento può ricorrere all’eutanasia, cosicché pur non avendo un tempo predeterminato, anche un animale smarrito e da loro preso in custodia, qualora il proprietario non venisse rintracciato entro un massimo di 96 ore, potrà essere ammazzato.

La Protezione Animali però, rileva come a morire siano animali sani e curabili, così come mamme con i loro cuccioli di appena un giorno ed anche cani e gatti ritenuti aggressivi, laddove possono essere banalmente spaventati e da qui, l’invito quindi ad aderire alla propria iniziativa affinché vengano finalmente abbracciate soluzioni “cruelty free”.
 
 
 
 

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