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RiCibo, Sito e App contro lo Spreco Alimentare

 
 
In Europa sono oltre 100milioni le persone a rischio povertà e i recenti numeri forniti dall’ISTAT, dicono che in Italia 4 milioni e 742mila persone vivono in condizione di povertà assoluta. Nonostante questo dal Parlamento Europeo arrivano le stime sullo spreco alimentare, e ogni anno 88 milioni di tonnellate di cibo, viene perso. Un numero in continuo aumento che non ammette indifferenza, ma che anzi impone un serio impegno per limitare un sovraconsumo, che come per l’ambiente, è causa di gravi conseguenze.

Per iniziativa di alcuni studenti dell’ITIS Hensemberger ad indirizzo informatico di Monza, nasce RiCibo, un progetto che si propone come soluzione per fermare o comunque arginare il problema.

RiCibo

Creato per adempiere alle attività previste da “Alternanza Scuola-Lavoro”, il percorso formativo introdotto dalla riforma della “Buona Scuola” del 2015, RiCibo si rivolge all’intero territorio nazionale, mettendo a disposizione un sito attraverso il quale a fine giornata, i commercianti possono devolvere il cibo invenduto a beneficio di associazioni benevole, che potranno così offrirlo alle persone più bisognose.

Ad iscrizione avvenuta infatti, gli esercenti trasmettono i dati necessari come la varietà e la quantità disponibili, informazioni raccolte dalle associazioni dai volontari mediante l’App per smartphone, che possono quindi rendersi disponibili per il ritiro e la consegna.

Il progetto è già operativo e l’obiettivo prossimo è quindi una campagna di promozione presso i soggetti interessati. Raccogliere quanti più volontari al fine di garantire un servizio rapido e consono alla conservazione degli alimenti e creare una mappatura delle associazioni e degli esercizi aperti alla donazione, che per questo potranno godere di detrazioni fiscali.

Realizzato da sei ragazzi di 3° e con l’ausilio di tre docenti, RiCibo non solo ha tutte le caratteristiche per riuscire a limitare lo spreco alimentare, ma in virtù di una promozione volta a coinvolgere lo studente come il lavoratore potrebbe davvero riuscire in un’opera di sensibilizzazione, così da rendere ognuno di noi consapevole delle proprie responsabilità.
Inoltre sottolineando fondamentali ragioni etiche, che non possono più essere affrontate con superficialità.
 
 
 
 

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