Pesticidi negli alimenti: le verità e come difendere la salute
Quando si parla comunemente di pesticidi, ci si riferisce a delle sostanze chimiche che vengono utilizzate nelle coltivazioni per evitare il manifestarsi di malattie infettive e parassitarie nelle piante, che possono compromettere il raccolto. I pesticidi sono veramente pericolosi? Quanto incidono nell’ambito della sicurezza alimentare? Attualmente è sempre più diffusa la consapevolezza dell’importanza del ricorso all’agricoltura biologica, che evita proprio il ricorso alle sostanze chimiche medicinali.
In effetti l’uso o meno di pesticidi è una questione molto collegata al mantenimento della salute umana. Spesso infatti negli alimenti che consumiamo troviamo queste sostanze chimiche che si possono rivelare anche pericolose. Ma è inutile fare allarmismo, perché non tutte le molecole utilizzate come pesticidi hanno lo stesso effetto. Alcune si distinguono anche per gradi di rischio differenti.
È logico però che l’attenzione deve essere sempre vigile, anche perché su alcune di queste sostanze permangono anche diversi dubbi, che vengono considerati a livello internazionale. Basti pensare per esempio in questo senso al glifosato, sul quale i controlli rimangono piuttosto alti. Ma quali sono le principali categorie di pesticidi che vengono utilizzati in agricoltura e che possono finire direttamente sulla nostra tavola?
I pesticidi più utilizzati
Fra i pesticidi più utilizzati troviamo i battericidi. Sono del tutto simili agli antibiotici, ma sono rivolti contro batteri diversi. Poi ci sono anche i fungicidi, che svolgono la loro azione distruttiva nei confronti dei funghi. Gli acaricidi uccidono gli acari e gli aracnidi. I repellenti invece servono ad allontanare diverse specie infestanti, però non agiscono contro di esse uccidendole.
Molto utilizzati in agricoltura sono anche i diserbanti, contro gli organismi vegetali infestanti, e i fitoregolatori. Si tratta di sostanze che agiscono direttamente sulle piante coltivate. Sono capaci di influenzare il loro ciclo vitale e garantiscono una crescita più veloce.
Prima di immettere in commercio queste varie sostanze chimiche, esse vengono sottoposte a dei test specifici. A livello internazionale sono fissati dei limiti oltre i quali non si deve andare. Come limiti massimi vengono presi in considerazione soprattutto quello dei residui che, come soglia finale, possono essere contenuti nei cibi.
Non soltanto le aziende sono tenute ad effettuare controlli e analisi, per tenere sotto controllo l’uso dei pesticidi nei prodotti che mettono in commercio. Anche lo Stato porta avanti delle analisi dirette attraverso il Servizio Sanitario Nazionale. Il tutto è rivolto chiaramente sempre a garantire la sicurezza dei consumatori.
I rischi dei pesticidi negli alimenti
I rischi per la salute umana connessi all’uso dei pesticidi sono davvero tanti. A livello generale possiamo dire che i più esposti sono i bambini. Infatti il loro organismo non ha una capacità di metabolizzare le sostanze chimiche elevata come quella che possiedono gli adulti. E proprio sui più piccoli si registrano gli effetti negativi dell’esposizione ai pesticidi.
Alcuni studi scientifici hanno messo in evidenza che i rischi iniziano fin dalla gestazione, provocando ritardi nello sviluppo sia fisico che cognitivo e problemi comportamentali. Differenti ricerche hanno messo in correlazione l’esposizione ai pesticidi con una maggiore incidenza di casi di leucemia infantile.
I problemi per la salute sono rappresentati soprattutto dall’esposizione cronica a queste sostanze chimiche pericolose. Anche a piccole dosi, se queste vengono prolungate nel tempo, si può rischiare di più di incorrere in alcuni tipi di tumori, come quello al pancreas, al polmone e al cervello.
Inoltre l’esposizione ai pesticidi attraverso gli alimenti consumati mette anche a rischio di sviluppare malattie neurodegenerative, come l’Alzheimer e il Parkinson. I fitofarmaci in particolare possono interferire con il sistema endocrino e con quello immunitario. Legambiente nel 2017 ha elaborato un rapporto dal titolo ‘Stop pesticidi’, mettendo in evidenza come i danni correlati siano davvero tanti.
Nonostante la nota associazione ambientalista abbia riscontrato un calo nell’uso delle sostanze chimiche nelle coltivazioni italiane, il nostro Paese è al terzo posto in Europa con il 16% delle vendite di prodotti in cui si riscontrano residui di sostanze chimiche. In tutta l’Unione Europea si constata una vendita di questo genere pari a 400.000 tonnellate di cibi. Superano l’Italia in senso negativo soltanto la Spagna, con il 20% delle vendite, e la Francia, con il 19%.
Davvero un grande rischio, anche perché non è stata fatta nemmeno luce su tutti i rischi che si possono riscontrare in seguito all’uso di queste sostanze pericolose. Non è detto che la ricerca scientifica anche in un prossimo futuro non ci riveli dei possibili effetti collaterali che oggi non sono ancora noti.
Il rapporto di Legambiente mette in evidenza come la maggior parte delle regioni italiane sia colpita dal problema. Ogni territorio regionale sembra essere interessato anche in alcuni prodotti tipici. Per esempio in Friuli Venezia Giulia residui di pesticidi sono stati riscontrati nell’uva da tavola e nell’uva da vino. Lo stesso si può dire per la Valle d’Aosta, per la Liguria, la Puglia, la Sardegna, l’Umbria e il Veneto.
I prodotti più coinvolti sarebbero, oltre all’uva, anche le fragole, le pere, la frutta esotica (in particolare le banane). In Emilia Romagna invece le insalate raggiungono la percentuale più elevata di residui pericolosi. Proprio le lattughe, insieme ai pomodori, sono i cibi che evidenziano maggiori concentrazioni. In questo senso si evidenziano anche le presenze dei multi residui. Si tratta di più residui di pesticidi nello stesso campione alimentare, con un’esposizione maggiore ai pericoli in termini di salute.
Cosa fare per difendersi dai pesticidi
Alcune regole da seguire anche nella vita quotidiana ci possono aiutare ad evitare i pesticidi negli alimenti o almeno a ridurli il più possibile. Sarebbe opportuno innanzitutto rivolgersi sempre al consumo della frutta e della verdura di stagione. Quando le piante crescono nelle loro stagioni naturali, possono sviluppare delle difese intrinseche che le aiutano a proteggersi dalle malattie e dagli attacchi dei parassiti.
Le piante fuori stagione, invece, non hanno la possibilità di sviluppare queste difese naturali. Ecco perché spesso i pesticidi si trovano maggiormente nella frutta e nella verdura prodotte al di fuori della stagionalità. Le sostanze chimiche pericolose si trovano soprattutto sulla parte esterna della buccia. Per questo bisognerebbe sempre ricordarsi di lavare e sbucciare la frutta. Un aiuto può essere costituito anche dalla cottura, che agisce denaturando alcune molecole.
Un’altra regola fondamentale sarebbe quella di comprare frutta e verdura a marchio DOP e IGP. Solitamente su questi marchi di origine controllata si usano meno sostanze chimiche, perché alcune sono assolutamente vietate. Naturalmente in questo senso le regole possono variare da prodotto a prodotto e quindi il consumo di questi alimenti non significa necessariamente una maggiore sicurezza.
Inoltre non bisogna dimenticare che i prodotti più a rischio di una maggiore concentrazione di pesticidi sono di solito quelli non di provenienza italiana. La frutta esotica in generale che viene prodotta nei Paesi tropicali potrebbe rappresentare un rischio maggiore, perché in alcuni Stati i controlli non vengono effettuati in maniera ottimale.
Quando mangiamo la frutta esotica, non solo dovremmo sbucciarla, ma dopo sarebbe importante lavarci le mani, prima di toccare la polpa. Se abbiamo la necessità di mangiare la frutta con la buccia o di usare quest’ultima in generale, dovremmo rivolgerci principalmente ai prodotti derivanti dall’agricoltura biologica.
Rispettando tutti questi principi, possiamo difenderci meglio dai pesticidi e tutelare in maniera precisa la nostra salute. La sicurezza alimentare non è un tema che può essere trascurato, per cui ricordiamoci infine anche un’altra piccola strategia che ci può essere d’aiuto e che consiste nel leggere bene le informazioni riportate nell’etichetta, prima dell’acquisto di determinati prodotti alimentari.
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